Regia di Mark Tarlov, Germania-USA, 1999,
Con Sarah Michelle Gella (Amanda), Sean Patrick Flanery (Tom), Patricia
Clarksol (Lois), Dylan Baker (Jonathan), Larry Gilliard jr (Nolan).
Amanda, giovane sprovveduta ma carina, eredita alla morte della madre
una trattoriaccia in un postaccio. Che fare? Lei non sa cucinare ed in
più le hanno aumentato l'affitto! Che guaio! Ma... Il destino bussa alla
sua porta! Un signore gioviale e misterioso, vestito da havaiano, le
regala un granchione!!! Per bollirlo? No, esso è magico e ne vedremo
delle belle! Entra, l'Amanda, triste e sconsolata, nella cucina del suo
nuovo, per dire, ristorante. Cucina assai povera di suppellettili, una
specie di tinello. Qui l'attende il garzone Jonathan che la rincuora.
Invece la zia, addetta alla sala, saletta, beve martini con avidità. Già
seduti ai loro posti quattro vecchiarelli in attesa. L'Amanda è avvilita
vieppiù e quella vista non aiuta. Ma ecco che nel suo locale entra una
coppia di giovani bellocci e benestanti. Si mette al lavoro e... magia!
Gli viene un pranzo coi fiocchi, grazie al granchione. In più i due
litigano, benone, lui ora è singolo! Diventano amici e lui le propone di
lavorare nel ristorante che vogliono aprire nel mega emporio dove
lavora! Ebbene così sarà: lo sceffe francese si licenzia e lei prende il
suo posto. Il successo è subitaneo, la critica elogia la sua arte, il
granchione soffia effluvi alla cannella che diffondono amore e
benessere! Viva, viva, viva. E' l'amore che trionfa! Il granchione
gongola (?), L'Amanda el Tom si amano e felici danzano tra i fumi del
granchione!
P.S. La zia di Amanda, prepara il martini con una macchinetta meccanica
assai ingegnosa di cui non ho ben capito il meccanismo. Mi toccherà
rivederlo... forse.
SPANGLISH
Quando in famiglia sono in troppi a parlare
Regia di James L. Brooks, USA, 2004, durata 131' (!)
Con: Adam Sandler (John Clasky), Tea Leoni (Deborah Clasky), Paz Vega (Florencia
Moreno), Claris Jeachman (Evelyn Wright).
Una abbiente famiglia californiana, con due carini bimbetti, ha urgente
necessità di una baby-sitter. Come voi sapete, di questi tempi, è così
difficile trovare personale adeguato ed affidabile! Anche in California.
Trovano solamente una ispanica, Florencia, che purtroppo parla solo
spagnolo, meglio, messicano. In compenso ha belle tette e bel culo.
Tutto fà. Lui fa il cuoco nel suo ristorante, è un acclamato sceffe: Per
mangiare da lui, cinque mesi di attesa ci vogliono! Minimo! Bene, lui
torna a casa tardi, beh, tardino e mai riesce a scambiare due parole con
la Flò. Neanche con la moglie che non si vede mai. Proprio in questi
giorni sul giornale arriva una notizia sensazionale! SI decreta che egli
è il migliore sceffe di tutti gli Stati Uniti!!! Lui se ne rallegra, non
tanto, quel giusto. Arriva la Deb, urla e strepita (per la gioia) gli
salta addosso ed ha un orgasmo, o almeno sembra. Lui ridacchia. Ebbene,
la conversazione langue, nessuno capisce nulla di niente. In più in
famiglia abita anche la mamma di lei, una cantante a riposo con un
bicchierone sempre in mano. Ella trangugia. Ed il suo stato non
facilita. Lui, misteriosamente è sempre in
casa, lei no. Qualcosina si sospetta. Vanno tutti al mare, lì vicino e la
Flo si porta la figlioletta: essa è felicemente bilingue. Benone! Le cose si
appianano. La vecchia etilista, saggia e navigata, avverte la figliola di non
uscire proprio tutte le sere. Magari se gliene parlasse? Così lei fà. Gli
confessa la sua condotta riprovevole. Lui non la prende benissimo ed anzi si
intristisce. Esce nella calda notte, vuole accompagnare la Flò alla dimora.
Anzi, la invita al suo ristorante per una cenetta! Benone! Finalmente si mangia!
Si vede armeggiare tra fornelli di lusso eppoi lei dice: buona questa cena.
Mah!? Si danno qualche bacio, ma poca roba: all'indomani lei ritornerà al
paesello. E lui, meschino, tornerà alla Deb.
A parte la scenetta nel ristorante deserto, lui tocca il cibo un'altra volta: In
casa si fa un panino.. Poco cibo e poco vino. A parte la vecchia che però non si
sa cosa beve. Avete notato la durata?
Auguri!
Voto: ^§ç
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO
Regia di Matteo Oleotto, Italia-Slovenia 2013
Con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Presnikar, Marjuta Slamic,
Roberto Citran.
La vicenda si svolge in terra di confine, tra Friuli e Slovenia, terra
rigogliosa ed umanità desolata. Unici posti di ritrovo osterie squallide
dove annegare le varie solitudini. Qui vive Paolo Bressan, ciccione
etilista, cuoco in una casa di riposo. Peccato che sia un cialtrone:
falso, egoista, inaffidabile. Insomma un pessimo figuro. Dalla morte di
una vecchia zia slovena eredita le sue proprie ceneri ed un nipote
grullo. Delle ceneri se ne libera subito gettandole dal finestrino. Il
nipote, Zoran, lo deve tenere per ben cinque giorni, in attesa del posto
nella casa-famiglia Che fare? Di questo giovane quindicenne? Nessun
problema: il bieco Paolo, lo porta in osteria e lo affida al Sig.
Liberati Giustino, oste. Ma ecco il meglio: il ragazzo gioca a freccette
e fa sempre centro!!! Al suo ritorno il perfido Paolo, scoperto il
talento di Zoran, fiuta l'affare. Scommesse nei locali oltre frontiera.
Successo, il nipote fa sempre centro! Ora il prossimo appuntamento è in
Scozia, dove si terranno i CAMPIONATO MONDIALE FRECCETTE! Sessantamila
euri di premio, diventerà ricco il sordido cuoco sogna un futuro
migliore! Il ragazzo pone delle condizioni per la sua partecipazione:
Uno, non incominciare a bere prima delle 18. Due, diventare un po' più
socievole. Tre. trattarlo con più rispetto. Potrà l'ignobile Paolo
osservare queste richieste? Il rovinoso Paolo ha ancora una possibilità:
Ce la farà? Non sarà dura, sarà durissima! Film etilico, il vero
protagonista è il vino, vino consumato in modo pantagruelico in
mefitiche osterie popolate da vecchi alcoolisti. Anche la natura
sembra partecipare a questa tristezza. Fotografia molto accurata e
regia attenta e sobria. Fatto con affetto per i personaggi e la
loro storia. Triste.
Ma i giovani forse avranno una vita migliore...
SENZA ZUCCHERO
Regia e sceneggiatura di R. Balki. India, 2007
Con: Amitazih Bachchan (Buddhadev Gupta), Tabassum Hashimi Khan (Nina
Verma), Paresh Rawal (Il suocero), Zohra Sehgal (la vecchia mamma).
Siamo allo Spice 6, lussuoso ristorante di Londra, il migliore per la
cucina indiana. Il burberaccio patron sorveglia il lavoro dei cuochi con
piglio severo, severone: é cattivissimo! Una sera una elegante signora
entra ed ordina un riso allo zafferano. Assaggiatolo, con sdegno lo
rifiuta, c'è lo zucchero! Se ne va! Mai successo!! Bachchan s'incazza.
Indaga e scoperto il colpevole lo caccia all'amata patria di tutti e
due, peggio per lui, sacco di letame!
La signora ritorna la sera dopo ma con un piatto di riso: “Assaggialo,
fatto da me medesima, incapace!”. Brava! Bravona! Bachchan non gradisce
il gentil pensiero, anzi. La sera dopo rieccola la fascinosa signora!
Occomemai? Mah! E poi ancora... Gradisce la cucina indiana? Vieppiù!
Oppure lo sceffe? Difficile, anziano é, in più arrogante antipatico e
stronzo pure! Tant'è. Insomma lui le fa guida turistica però a modo suo
cioè da vecchio stronzo. Ma anche lo sceffe é umano e dei givanil
fermenti si rammenta: compra scatolona di preservativi. Insomma lui la
ama ed anche elle lo ama, lo amona!!!! Incredibile! Beh ora ci vuole
solo l'approvazione del di lei padre, che palle.
Toca ndar in India! Il Sig. Paresh non sa nulla, e buon per lui. Egli é più
giovane di lo sceffe e nulla sa delle intenzioni della figlia. Quando l'anziano
genitore viene a sapere che la sua adorata figliolina vuole maritare il
vecchierello, tracolla! Decide di andare al creatore (Visnù?). Drammone! Come fa
ad andare al Creatore? Non cibandosi! A la faccia dello sceffe vecchirel.
Tranquilli, va tutto a posto: i due si sposano e Paresh non muore:
Il film piace ad una mia amica.
Voto:10
LA FINE DEL MONDO
Regia di Edgar Wright, G. B. 2012
Sceneggiatura di Simon Pegg ed Edgar Wright
Con: Simon Pegg (Gary King), Nick Frost
(Andrew Knighéley), Martin Freeman (Oliver Chamberlain), Paddy Considine
(Steven Prince), Eddie Marsan (Peter Page), Pierce Brosnan (Professor Shepperd),
Rosamund Pike (Sam).
Cinque baldi giovini decidono che giunta è l'ora di entrare nell'età adulta. Ed
era l'ora! Bisogna fare l'iniziazione! Porco Dimonio! Affrontarla non è cosa da
poco. Bere una pinta, circa mezzo litro, di birra in ogni pub del loro paesello.
In fondo sono solo dodici, l'ultimo si chiama "La fine del mondo"! Partono
dunque alla conquista della di loro maturità con grande zelo e beata audacia.
Purtroppo l'ardua impresa fallisce: al quinto pub sono sbronzi e stracotti:
gnente da fare! Comunque sia, la vita va avanti: impieghi, matrimoni, nuove
relazioni... Ma non per tutti! Gary King è rimasto un ragazzetto, brufoloso,
scontroso, instabile, inetto, confuso e sbandato. Insomma un cazzone quarantenne
sconclusionato. Durante una seduta di auto-aiuto vede la luce!. Come proseguire
nell'arduo cammino di la vita? Superare l'antica impresa! Non c'è verso, rifare
il mitico tour dei dodici pub di Newton Hven. Armato di determinazione, coraggio
e risolutezza torna a cercare i vecchi amici. Con stratagemmi, scaltrezza e
qualche astuto imbroglio, li convince a ritentare l'impresa. Il loro viaggio gli
costerà caro: c'è sempre un prezzo da pagare! E sarà altissimo! Forti dei loro
sogni giovanili ed ancora ricchi di attese fantastiche, grazie alla birra
trangugiata scoprono un mondo alieno! Alieni che hanno già colonizzato il
paesello. Non solo: l'intero pianeta!!! Con occhi lucidi e fiera determinazione
alcoolica i nostri si battono come furie! Sorretti dal percorso iniziatico
intrapreso e portato a termine sconfiggeranno L'alieno. Ma nulla sarà più come
prima! La trasformazione avvenuta diventa irreversibile e totale! Questa è la
morale del racconto.
Film divertente, sorprendente, fantasmagorico, allucinato! Correte in massa!
Alla "FINE DEL MONDO".
Voto Mille
THE RAMEN GIRL
Regia di Robert Allan Ackermann, USA 2008.
Con Brittany Murphy (Abby), Toshiyuki Nishida (Maezum), Kimiko Yo (Reiko),
Sohee Park (Toshi).
La Sig.na Abbey, giovane procace, vola in quel di Tokio onde
ricongiungersi con l'amatissimo suo moroso! Quello giovane grandemente
stupito é assai assai felice! Infatti per tutta la notte essi si amano!
Eh, son giovani, eppoi non si vedevano da un poco. All'indomani il
giovine le dice: "Ciao"! Che vuol dire? Deve partire subito; anzi,
subitone! Ahimé, la giovane è abbandonata e sedotta abbondantemente!
Piange e si dispera, la meschina. Esce di casa, attraversa la strada ed
entra in una bettola. Piange e si dispera. Niuno dei presenti pare
capire il suo idioma, mah! I coniugi cuochi non capiscono ma sanno che
un tazzone di ramen guarisce todo! Infatti, la giovane si ripiglia! E
vuole imparare a fare anche lei gli spaghetti al brodo. Nessuno capisce
la sua richiesta. Infine prostrati dalla giovane, i cuochi la assumono
per pulire i cessi. Lei prova anche a fare il brodo. Non ci riesce. Il
Sig. Maezum le dà consigli e suggerimenti. Gnente. La porta dall'anziana
madre per imparare. Gnente. Tutti le dicono che ci deve mettere l'anima.
Gnente: lei ci mette pomodori e mais. Arriva uno da fuori, assaggia il
ramen della giovane di California: Gnente da fare. Alla fine si
consolerà: il cuoco, commosso da tanta
stoltezza: le cede il ristorantino. In più torna il moroso. No, non quello!
Un altro, un giapponesino carino, dolce e gentile. Che sa l'inglese. Finalmente uno!
Eh, non si può restare con le mani nelle mani!
Punto topico: La casa della madre di Maezum, luogo austero, sobrio,
mistico, sacro. Vale la visione del film. Per dire.
P.S. Alla sezione "cucina" la ricetta del
ramen dal film "TAMPOPO", vero
capolavoro, da non perdere per nulla al mondo.
Voto:ZCZ
IN CUCINA NIENTE REGOLE
Regia di James Hacking, G.B. 2011.
Con: Claire Forlani, Dougray Scott, Michelle Ryan, Joshua Bowman,
Simon Callow, Charie Lunghi e Gordon Ramsay.
Siamo in Inghilterra, un banale incidente automobilistico, segna la fine
di un consolidato connubio gastronomico. La moglie muore ed il marito, affranto,
si lascia andare alla disperazione. Nel suo ristorante arriva una critica
americana e fa una recensione stroncatura: ha ragione, ha fatto bene. Lo scieffe
ormai lavora alla porcodemonio, il suo cuore si é spezzato. Incazzato come un
tapiro, accorre come un bolide il grande Gordon Ramsey, amico e sodale, a
ricordargli la missione degli sceffe: cucinare con il cuore, cazzo! Egli
comprende il messaggio e compera un localino in campagna, già adocchiato
dall'amata consorte. Raduna la vecchia squadra e riparte alla grande. Il nome
non é granché, “Lo Scarpone”, ma tutto non si può avere dalla vita. Grazie al
passaparola il successo é immediato! E bravo Rob Haley, te tu te lo meriti! Un
bel giorno arriva la Kate Templeton, la critica americana cattivissima, che già
lo ebbe a stroncare. Beh, già sapete come andrà a finire. Lo sappiamo per primi: Rob,
in raccoglimento, versa in un ameno luogo
le ceneri di la sua moglie. Sopra
versa di una bottiglia un bicchiere. L'altro è per sé. Benone, cosa fatta capo
ha! Ora egli libero è! Singolo! Sicché..... Il nuovo ristorante diventa “Top Tra
Toppe”! Benone! C'é da dire che un aiutino lo ebbe: la recensione televisiva di
un programma che benon ne parla. Trattasi di simpatico vecchiarell, noto beone,
assai popolare, che felice ivi trangugia. Alla fine ricompare la mole di el
Ramsey Gordonne, che dice: “ con el 'ore te tu puede de cucina facere, ah, ah,
ah,”. Filmetto. Divertente, a tratti.
Voto: √2/z
IL PRANZO DELLA DOMENICA
Regia di Carlo Vanzina, Italia 2003
Con:Massimo Ghini, Barbara De Rossi, Elena Sofia Ricci, Rocco Papaleo,
Maurizio Mattioli, Giovanna Ralli.
Una ricca vedova, esige che tutte le domeniche le sue figlie vengano
a mangiare a casa sua. Le figlie sono tre, sposate e con prole.Barbara,
casalinga depressa e senza figli, sposata con Maurizio, ricco vivaista,
grullino ma dal core d'oro. Sofia, casalinga anche lei, ha quattro
figli. Il marito, Nicola, è un cretinetti, ex giornalista, sempre
incazzato da buon marxista-leninista. Disoccupato. A Susanna va meglio,
meglino. Il marito, Maurizio, è avvocato! Ahimé, è anche un donnaiolo
assatanato. Una domenica qualsiasi scoppia il dramma! Arrivate tutte le
figlie, tutti i mariti, tutti i figli,la buona vecchiarella cade! E non
hanno cominciato a mangiare! Ambulanza! Ricovero! Frattura! Del femore!
Che dolore! Tutti si trasferiscono all'opitale. Povera mammina!Soffre!
Eh, proprio qui vi volevo. I nodo al pettine arrivano: Susanna lascia il
marito fedigrafo; Sofia lascia il marito sfigato; Barbara si deprime...
La mamma, vero perno di tutta la famiglia, risolve TUTTO!
Il ciccione grullo ingravida la moglie. Il demente sinistro vince un
quiz televisivo da 350.000 eurini. L'avvocato puttaniere si redime.
VOILA'! La dolce signora è dimessa, domenica: pranzo tutti insieme!
Tutti arrivano in lieta letizia, alleluia. La signora cade di nuovo.
Nessuno mangia mai.
Fine analisi sociologica e politica.
I caratteri descritti con acuta ed approfondita precisione
psicologica.
Voto: 0
LA CENA PER FARLI CONOSCERE
Regia di Pupi Avati, Italia 2006
Con:Vanessa Incontrada, Ines Sastre, Violante Placido, Diego
Abatantuono, Francesca Neri.
Il Sig. Lanza Sandro, Abatantuono, è un attore di serie K, oramai
specializzato in ruoli secondari e/o terziari. Destinato ad un rapido,
rapidone declino gioca la carta della plastica facciale onde accrescere
il suo fascino. Ahimé, il difficile intervento non riesce ed un occhio
resta semimorto. Preda della depressione, attua un gesto risolutivo,
risolutivino, attentando alla sua di sé vita! Benone! No, per niente!
Sopravvive alla grande. Ricoverato all'ospedale, residua regolamentare
cannello nasale. Aita! Aita! Egli ha tre figlie. Occomemai? Eh, da tre
mogli diverse, però. Egli era assatanato. Queste figlie accorrono al
capezzale del genitore, per altro accudito da una dottora. Vecchia e
laida? Giovane e belloccia? Indovinate! Insomma pensano che solo una
donna, n'atra, può salvarlo. Benone! Hanno giusto sottomano la Signora
Alma Kero (?), giovane (!), intellettuale (!) e belloccia (!!) che sbava
per L.S. "Facciamo una bella cena" si dicono. Benone! Villone gigantesco
hollywoodiano a Roma. Cuochi, cuoconi al lavoro, servitù a sfare, sarà
una cena
memorabile! Ecco, arriva la predestinata, Alma Kero in persona!
Purtroppo la Signora è in un preoccupante stato di alterazione vasta
assai. Che gli è successo? Mah!? L.D. Si prende cura, controvoglia di
lei. Lui avrebbe preferito magnà. Per le tre sorelline è un grande
sollievo: forse avranno una sorellina. Incomincia dolcemente a cadere la
neve...
Ora anche noi pensiamo al suicidio.
Voto: 5¶
.In generale!
LA CUOCA DEL PRESIDENTE
Regia di Christian Vincente, Francia 2012.
Titolo originale: Les saveurs du Palais
Con: Catherine Frot, Jean d'Ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur
Dupont, Jean-Marc Roulot
Vera storia di M. Danièle Delpende che dal natio Perigord, venne
chiamata all'Eliseo per far la cuoca di Mitterand.
ha molti temi sottostanti alla storia biografica che avrebbe potuto
essere trattata in modo aneddotico ma ciò è stato evitato da una buona
regia e da una intensa esecuzione degli attori. C'è uno spaccato della
vita privata di un potente che riporta alle necessità ed ai bisogni di
base che ci accomunano. La storia di una donna molto determinata e di
carattere con idee chiare dalle quali non prescinde costi quello che
costi. e che ne paga il prezzo ma riesce a venirne fuori. Ben descritto
il valore culturale, naturalistico e nutritivo in senso profondo del
cibo che è quel prodotto dell'insieme di elementi terra-acqua-aria-fuoco
che la protagonista combina in un rito quasi sacrale. In effetti il cibo è lo
specchio fedele della vita degli individui. Il Presidente è ormai vecchio e
malato. I ricordi si fanno pressanti e riaffiorano prepotenti a dare sollievo
agli appetiti dimenticati. Con la cuoca si intreccia un rapporto di rispetto e
tenerezza: per entrambi sarà un'esperienza da preservare.
Tutto girato nelle cucine presidenziali con ampie vedute delle preparazioni
e delle portate. Alla fine, costretta dall'invidia professionale e dagli
acciacchi, si ritirerà, non prima di aver servito al Presidente una fetta di
pane abbrustolito guarnita di tartufi, l'antica passione di entrambi. Ora, la
cuoca, ha bisogno di una nuova fratellanza col mondo: parte per l'Antartide.
Sarà a disposizione della marmaglia di una base francese. Il suo talento, subito
riconosciuto, la farà entrare nella leggenda. Racconta i suoi progetti ad una
troupe di giornalisti venuti ad intervistarla. La sua meta sarà la Nuova
Zelanda, il suo lavoro, piantare querce da tartufo! Voto: Zzt. P.S. Sulla
sacralità del cibo, vedi alla voce "libri da leggere" il saggio di Enzo Bianchi.
CENA TRA AMICI
titolo originale: Le prénom
Regia di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte,
Franciua-Belgio 2012.
Con: Patrick Delaporte, Valérie Benguigui, Francoise Fabian, Charles
Berling, Guillaume De Tonquedec.
A questa famosa cena si ritrovano un gruppo di parenti ed amici. Il buon
Vincent, riccone destroso, in attesa della moglie, viene interrogato sul
nome del nascituro che teneramente aspettano. Gli ospiti, professori,
professoroni, sono curiosi assai: questi borghesi hanno idee
strampalate. Provate un po' ad indovinare? Ebbene il gioco ha inizio.
Alla fine l'arcano è svelato: il bimbetto sarà chiamato Adolphe!!!! Argh!!
Orrore e raccapriccio! Non è possibile: per tutta la vita il pargolo
porterà sulle spalle gli orrori di una guerra mondiale tragica e
devastante. Lui stesso parteciperà alla spaventosa avventura di quella
carneficina! La discussione si fa accesa a tratti brutale. Il cibo,
amorevolmente preparato dalla padrona di casa viene trascurato o quasi.
C'è anche un musicista, gran suonatore di trombone,
che, essendo gay, non gliene frega nulla dei nomi e di queste beghe. Beve e
mangia. Che vino? Ma un CHEVAL BLANC dell'ottantacinque! C'era lo stesso vino in
un altro film, do you remember? La discussione degenera. Arriva la povera
Anne, la futura madre, ed è accolta a schiaffi e sputi, per dire. Lei
però non ci sta: rinfaccia ai padroni di casa la loro piccineria,
ottusità e boria. Già che ci siamo salta anche fuori che il giovane
trombonista fa il suo mestiere con grande passione ed ardor! Ed è punto
gaio. Infatti confessa di essere l'amante della madre dei due fratelli!!
Caos totale! La cena ormai ha preso una china terrificante! E andrà
anche peggio! La mamma telefona alla figlia che sa oramai il suo
segreto: la giovane non gradisce la telefonata. Versa sul tappeto il
cibo preparato con la sua ricetta. Insomma il disastro si avvia al
compimento totale.
Tratta da una pièce teatrale, girato tutto in una stanza, è avvincente,
divertente, sarcastico, dissacrante, feroce. Da morir dal ridere. Gli
attori sono di una maestria inarrivabile per mestieranti italiani,
veramente incredibili. Tutti indignati!!
P.S. Il nome sarà Francois, nessuno aveva mai pensato ad Adolph, era uno
scherzo!
Voto: Pi greco mezzi/PD
CHEF (Comme un chef)
Regia di Daniel Cohen, Francia 2012
Con: Jean Reno (Alexandre Lagarde) ; Michael Youn
(Jack Bonnot); Raphaelle Agogné ( Beatrice); Salomé
Stévenin.
Un grande chef, cheffone, è in profonda crisi!
L'ispirazione si è assopita da tempo. Il malumore e
l'ansia non lo aiutano. La frustrazione lo divora. Si
avvicina la data dell'ispezione per la riconferma
delle tre stelle. Che quest'anno può saltare, anzi,
salterà certamente. Che fare? Un piccolo chef,
cheffino, è in profonda crisi. In ogni posto di
lavoro che trova viene cacciato dopo due giorni. Il
malumore e l'ansia non l'aiutano. La frustrazione lo
divora. Che fare? Il destino li fa incontrare! E
sarà rinascita e gloria per entrambi! Le idee
rivoluzionarie del giovane permettono al vegliardo
di rinnovare la sua cucina ed è successo,
successone! Tre stelle, quattro, cinque! Jack
diventa il cuoco del lussuosissimo ristorante con
grande gioia di tutti! E l'obeso Alexandre? Lui
trova l'amore!! Una procace e prospera vedovella
gestora di una trattoria di provincia! Bene!
Benone!! Intermezzi vari per fare il racconto brillante e
frizzante e divertente. Spesso questi frizzi e lazzi
sono assai imbarazzanti: per noi e, penso, anche per
loro. Tipo la visita al ristorante giapponese per
carpirne i segreti del successo, con Jack vestito da
donna. Il buon Reno, pacioso ed adiposo per esigenza
di copione, non sembra molto convinto, costretto a
recitare in questa commediola sulla cresta
dell'andazzo grastro-enologico imperante.
Quell'altro fa casino. E impara a bere i vini
offerti dall'amico, tutti di immenso prestigio: a
voi nessuno mai ve li farà assaggiare, A GRATIS!
Voto: 52/l 20.
LA PARTE DEGLI ANGELI
Regia di Ken Loach. Gran Bretagna, Belgio,
Italia, 2012
Con Paul Branningan, John Henshaw, Roger Allan,
Gary Maitland, Jasmine Riggins.
Periferia di Glasgow, ragazzi allo sbando,
asociali e violenti. Malavitosi e tossici, figli di
una società che li odia e li emargina.
La vicenda inizia in un'aula di tribunale dove un
giudice caritatevole affida ai servizi sociali dei
giovani delinquenti salvandoli dalla galera. Questi
sono frutto di una vita randagia e disperata.
Insomma i ragazzi che stanno tanto a cuore al
regista.
Vengono affidati all'assistente sociale Sig. Rhino, un grassone che tiene o' cuore ggrande
accussì e che se ne fa carico con passione. Saranno
addetti a lavori stradali. Nel tempo libero, Rhino,
li accompagna là dove lo porta o' core: degustazioni
di single malt! Ebbene, uno di loro, il più scafato
e violento, si scopre un vero talento da
professionista. Lui è appena diventato padre ed è
deciso a cambiare vita, ad andarsene da quelle
periferie crudeli e degradate. Questa forza che
nasce in lui lo porterà ad ideare il furto di una
parte del contenuto di una preziosa botticella il
cui valore è di UN MILIONE di sterline!! L'impresa
riuscirà! Venderà il super wisky per un sacco di
soldi ed un lavoro stabile in una distilleria. La
sua famigliola è salva: La parte degli angeli, quel
due per cento di distillato che evapora dalle botti
sarà ora sua compagna di vita. Come sempre la truce
vicenda è contornata dall'umorismo di Ken e dal suo
amorevole sguardo sul mondo degli ultimi che possono
riscattarsi, basta dargli un aiutini! Distillerie e
degustazioni si susseguono frenetiche: impèarerete
sul wisky più di quanto abbiate mai saputo! Eppoi,
si sa, il furto mai ricchi non è reato, bensì
un'opera di giusta redistribuzione sociale! Perché
solo i ricchi possono bere questo nettare
paradisiaco? Benone amici! Correte al super a
comprarvi un single malt: è obbligatorio berselo
durante la visione! Divertente e brillante, brà,
buon vecchio Ken! Voto: 19,52/AD
COME SI FA UN MARTINI
Regia di Kiko Stella, Italia 2001
Con Antonio Catania, Ennio Fantastichini, Elena
Sofia Ricci, Branca De Camarzo, Fabrizia Sacchi,
Flavio Bucci.
Filmon! Ambientato in un ristorante di lusso
nella Milano oramai agli sgoccioli del bicchiere,
racconta di persone che si incontrano e si
raccontano. Situazioni di vita normale, normalina.
Rancori tra intellettuali interessati a prebende e
non a talenti umani. Amanti amiche e amiche amanti.
Professionisti distratti. Speranze ormai poche e
frustrazioni al galoppo nelle corse che ormai si
sfilacciano. Ma come si fa un Martini? Qui al bar se
ne sentono di tutti i colori: Metà Martini e metà
Gin. Solo l'ombra del Martini e tutto Gin. Eppoi ha
ragione il personaggio, l'intellettuale navigato e
stronzo, che dichiara essere in proporzione di un
sesto di Martini nel miscelatore. E James Bond? Lui
lo fa con la vodka e "mixed, not shaked". Beh, lui è
l'agente 007!! Film bello, recitato splendidamente.
Regia eccellente! Bravo Kiko! Eppoi beviamo tutti il
Martini!
Voto. 00 bisA
A CENA COL VAMPIRO
(Dinner with the vampir)
Italia 1988, episodio TV per la serie "Brivido
Giallo" 4 film
Regia di Lamberto Bava Con: George Hilton (il
vampiro), e Riccardo Rossi, Patrizia Pellegrino,
Yvonne Sciò, Valeria Milillo.
Quattro giovini di
bellissime speranze partecipano ad un provino per
attori, attoroni. I vincitori reciteranno in un film
di un noto, notissimo, produttore di un noto,
notissimo, produttore di filme, il Sig. Jurek (!!).
Ebbene, vanno tutti in castello, sono giovani e si
divertono, hanno aspettative...SARANNO FAMOSI! Famosini. Entrano e scopriamo così, con grande
meraviglia, che si tratta di un castello a me ben
noto! I motivi non posso rivelarli... Insomma, i
giovani sono qui dentro e cazzeggiano da par loro.
Finalmente è l'ora di cena: se magna! Il Sig.
Servitore e come Igor di Frankenstein Lunior,
naturalmente in peggio, peggione. Stappa il vino e
lo rovescia, porta un vassoio e lo rovescia. Ecc.
ecc. Cosa non mi tocca fare, vederlo fino alla
fine...! I giovini girellano per delle caverne
trovatesi nel castello. Sconfiggono il vampiro e se
ne tornano a Roma a piedi. Girato probabilmente in
poche ore, indecisi se farlo da ridere o da
piangere. Decidendosi alla fine in poco riso e tanto
pianto. Non fatevi ingannare dal titolo: nun se
magna mai!
IN AMORE C'E' POSTO PER
TUTTI
(Après vous...)
Francia 2003 Regia di Pierre Salvadori Con: Daniel Auteuil (Antoine), José Garcia
(Louis), Sandrine Kiberlain (Blanche), Michèle
Moretti (Martine).
Una brutta sera, Antoine,
tornando a casa salva un giovane dal suicidio.
Corda al collo e valigione sotto i piedi. Questo
giovane patisce la perdita della morosa. Antoine si
prende il gravoso compito di aiutare a vivere il
povero Louis. Presto si rende conto che sarà dura,
durissima, salvargli la vita. Antoine è validissimo
maitre in un ristorante di lusso e riesce a far
assumere Louis come sommelier. Il giovane è fuori di
senno e l'impresa è ciclopica, ne combina di tutti i
colori. Di vino non capisce nulla e di buone maniere
neanche. In più è imbranato, distratto, demente.
L'unica cosa da fare per liberarsene è cercare la
sua antica fiamma, che a questo punto, ha fatto
benissimo a liberarsene. Antoine si mette alla
ricerca e la trova facilmente. E naturalmente, se ne
innamora perdutamente. Equivoci e malintesi,
imbarazzi e sollazzi. Beh, gli ha salvato la vita.
Louis ad Antoine? Antoine a Louis? Commedia alla
francese, di gusto e di humor. Garbata come piace a
loro. Bravi! I francesi. Bravi gli attori. La trama
esilina. Ma si bevono dei grandi vini! E si sa, loro
sono i migliori!
CHATEAU MEROUX, il vino della
vita
USA 2011, regia di Bob Fugger
Con Barry Watson, Chris; Maria Sokoloff, Wendy;
Christopher Lloyd, Nathan; Amanda Righetti,
Jennifer; Daniel Negron, Romario.
In California una giovane belloccia eredita una
tenuta viticola di pregio, dal povero babbino,
tornato alla casa del padre. Un vicino vuole
acquistare l'azienda, ha mire espansionistiche. Il
vecchio è ricco ed amorale. Spietato e rozzo.
Trattasi del mitico Christopher Lloyd, scoperto da
Milos Forman, poi protagonista della serie "Ritorno
al futuro". Comunque sia la giovine non vuol
vendere, è un ricordo del babbino. Ma il trucido non
si arrende facilmente. Apre i tini pieni di vino e
fa scorrere fiumi di nettare negli scarichi! Ahimè,
la povera Wendy rovinata è! Ma tiene duro! Brava
Wendyna. L'anziana canaglia tenta una strada
diversa: le mette alle costole il suo bimbo. Beh,
bimbone, colto e raffinato, esperto enologo,
simpatico e piacente. I due , contrariamente alle
attese, si innamorano. Il buon Chris riuscirà a
farle fare un buon vino che vincerà il concorso del
miglior vino a meno di dieci dollari. In più il
vegliardo Nathan viene distrutto pubblicamente: il
vino da lui presentato era una bottiglia da cento
euri che aveva in cantina. Film per la TiVi e mi
raccomando, non guardatelo. A me mi tocca. Ciao
cinefili!
LEZIONI DI
CIOCCOLATO 2
Di Alessio Maria Federici, Italia 2011
Con: Luca Argentero, Hassani Shapi, Nabiha Akkari,
Angela Finocchiaro, Vincenzo Salemme.
Per esigenze di copione il Sig. Geom. Mattia,
protagonista dell'omonimo film N.1, noto dongiovanni
assatanato, si innamora perdutamente di una ragazza
extracomunitaria. La vuole sposare! E' pure vergine!
Che fortuna!
E' fatta all'antica! Si vuole sposare con rito
copto! Il sig. Geometra non sa che la giovine è
figlia dell'egiziano Kamal, maestro pasticcere ed ex
muratore ed ex suo dipendente (vedi qui sotto il
film 1). Dov'era prima? Era in erasmus, benedetti
giovani! Tutti ci vanno ora! Comunque siamo alle
solite: il geom. fa finta di essere il pasticcere
Kamal e testimonia al commissariato ed è bravissimo,
inganna la furba e sagace ispettore di polizia
Finocchiaro Angela. Che è pure allieva della scuola
di cioccolato. Detta scuola non è diretta da Marcorè
(forse in erasmus) ma da Salemme, innamorato
perdutamente della rappresentante della legge (?) Il
Mattia si fa consigliare dal vecchio pasticcere
sulle tecniche più progredite circa la seduzione in
Egitto. Il vecchio marpione non sa che il giovine
vuole impalmare la di lui figlia. Giochi di
equivoci. Inseguimenti. Corteggiamenti. Baci,
bacini. Come finisce? Sì, certo. Esattamente. Molto
duro, durissimo. Vederlo. Imbarazzo per la Sig
Finocchiaro A. E per il keniota Hassani, l'egiziano,
macchietta di sé medesimo. Incredibile! Provateci.
Auguri, auguroni!
PER INCANTO O PER DELIZIA
Di Fina Torre, USA 2000
Con : Penelope Cruz (Isabella Oliviera), Murio
Benicio (Toninho Oliviera),
Harold Perrineau (Monica
Jones), Mark Feuerstein (Cliff Lloyd).
Tit. Orig. Women on top
Isabella nasce con un curioso disturbo: deve condurre.
Sarebbe? Chiederete, giustamente, voi. Cioè deve guidare il
passeggino, su cui è portata. Maccomefà? Non è possibile e
non lo può far. Così resta a casa con la tata che, guarda un
po', è una cuoca provetta. Passano gli anni e la piccola
diventa cuoca provetta. Già donna e cuoca si innamora del
sig. Toninho, benone! Amore e passione! Naturalmente lei ha
la sindrome del conduttore, eh già, anche nel sesso. Vuole
stare di sopra oppure soffre. Lui anche e gli tocca andare
da una vicina che gli allievi le sofferenze della posizione
sottostante. La Isabella non approva e se ne va in America,
California.Gli americani subiscono prontamente il suo
fascino: lei cammina e subito centinaia di persone si
accodano. Non lo so. Tra i seguaci un produttore tivvù. Le
organizza un programma televisivo di cucina. Ha successo
straordinario, stupefacente: tutti la vogliono come
conduttrice, così, in generale.Cucina brasiliana, sensuale e
sessuale. Lei ed i suoi manicaretti fanno impazzire tutti.
Ogni lezione di cucina termina con la fatidica frase: "Tutto
è migliore se lo condividete con la persona amata". Il
Toninho meschino arriva anch'egli in Ammerica, non può
vivere senza ella. Ella anche. Il meschino viene assunto
anche lui alla tivvù: suona e canta mentre lei cucina. Bravo
il carioca! Al paesello tutti rimpiangono il suo ristorante.
La voglia di vivere si è spenta! Ma le dee di il mare sono
umane: li rimandano in Brasil! Di nuovo tutti a ballare, a
cantare, a mangiare, a bere e trombare. Eh, il folclore
brasiliano piace ai gringos: accipicchia questi carioca come
si divertono! Sono felici! Film tra la fiaba per obesi e la
tragedia per serials killers. La Isabella sembra una
poveretta. Film orrido, auguri.
PRANZO REALE
Di Malcom Mowbray, GB 1984, "A private function",
91?
Con Denholm Elliott, Michael Palin, Maggie Smith,
Reece Dinsdale, Alison Steadman.
Scenaggiatura di ALAN BENNET.
Scontro di classe! Borghesia tronfia contro
proletariato vilipeso ed ottuso.
Al centro un PORCO! Siamo nell'immediato dopoguerra.
Ci sono le nozze tra la Elisabetta ed il Filippo,
parini. Si erano appena ripresi dal trauma che la
guerra aveva loro recato. Addirittura avevano dovuto
cambiare il loro augusto cognome! Ahimé! Il loro
era Sassonia-Coburgo-Gotha, un tantino teutonico.
Optarono per Windsor, il nome della loro dimora,
dimoretta. Anche in questo paesino dello Yorrkshir.
Bisogna festeggiare. I notabili locali decidono di
celebrare un pranzo degno di questa occasione.
Purtroppo vige il razionamento e l'austerità! La
Monarchia è stata piegata dalle note vicende, la
polizia vigila, ci sono le tessere, la situazione
sociale è disastrosa. Troppo importante l'evento: si
andrà contro la legge: prima viene la celebrazione
del rito! Il pranzo per centocinquanta persone ,
digenti, si farà! Il dottore, il notaio, il
farmacista, ecc. Allevano un porco da un plebeo
porcaio. Tutto va bene. Come tutti sanno degli
astuti poveri al desco dei facoltosi vuol accedere.
Così una poveretta, moglie del podologo locale, ruba
il suino e lo accompagna alla propria dimora. Qui,
il quadrupede è colpito da diarrea fulminans:
anch'egli è
un poco umano. Anch'essa vuole l'invito al pranzo di
gala! Che fare? L'unica via è la trattativa: avrà luogo in
un pisciatoio murale pubblico: tutti gli uomini, con il coso
in mano, discutono e si accordano! Il pranzo si farà! La
podologa sarà ammessa e l'evento verrà ricordato! Viva
l'aristocrazia, viva la regina, via l'Inghilterra, viva il
porco! Satira feroce della borghesia inglese. Divertente e
gustoso, come una costoletta. Si beve sherry, nessuno siam
perfetti! Guardatelo e scoprirete che nulla è cambiato
nonostante siano passati 25 anni buoni.
QUANDO TORNA L'INVERNO
(un singe en
hiver)
Regia di Henri Verneuil (Francia,
1965)
Con: Jean Gabin (Albert Quentin), Jean-Paul
Belmondo (Gabriel Fouquet), Suzanne Flou, Paul
Frankeur.
Un ex militare, Jean Gabin, apre una pensione con
ristorante in Bretagna, a Tigreville. La vita
monotona stride con il suo avventuroso passato. Il
vino bevuto a sopportare il presente. Un giorno
arriva un giovane, Jean-Paul Belmondo, che nel
locale collegio ha la figlioletta. I due fanno
amicizia. Il ragazzo, assai esuberante, mette a dura
prova gli abitanti con la sua esuberanza. Albert lo
protegge ma una bella sera, dopo una bevuta
colossale, memore del glorioso passato, Albert e
Gabriel, assaltano il collegio. Non contenti, sulla
spiaggia esplodono i fuochi d'artificio trovati. La
notte si illumina, gli abitanti accorrono! Che sarà
mai? I due, ebbri, felici dell'avventura ritornano
alla locanda: sarà per entrambi l'ultima avventura.
Il giovane prende la figlia e torna alla città.
Prima di lasciarsi, Albert racconta una storia,
quella che dà il titolo originale al film. In Cina,
quando viene
l'inverno, le scimmie vengono riportate nella
giungla. Questo è il loro amaro destino. I due si
lasciano uno tornerà alle responsabilità di padre,
l'altro alla locanda.
Cosa fa fare il vino! Una notte di bagordi, di
audacia, di divertimento, di vita! Finale amaro,
proprio come dopo una sbornia colossale. Il film
vale la pena di essere visto solo per il balletto
dei due complici per le strade del paese
addormentato! Un brindisi al calvados!
Film di JUZO HAMI, Giappone 1986, 114 m.
Con: Tsutomu Yamazaki, Nobuko Miyamoto, Koji
Yakushho, Ken Watanabe.
Provate a pensare qualcosa... Sesso? Ebbene c'è.
Umorismo? Pieno! Storielle divertenti? A iosa!
Scontri virili? Idem.
Insomma una summa teologica della vita e della
cucina in un paese del Giappone.
La trama. Due camionisti si fermano davanti ad una
bettola per mangiare. Piove e fa freddo. La bettola
mantiene quel che promette: si mangia da far schifo. La povera
vedova, Tampopo, non sa proprio cucinare. Il
camionista Goro, nobile ed altruista, decide di aiutarla. Per prima cosa
bisogna migliorare la cucina. Inizia una serie di
investigazioni alla ricetta migliore per preparare i "Ramen", piatto
nazionale giapponese. Alcuni simpatici amici si
affiancano a lui in questa ricerca antroposofica: il cibo è parte
fondamentale della vita! La ricerca è allietata da
una miriade di racconti paralleli che narrano del cibo, come
nutrimento dell'anima. Chi perde questo gusto è
destinato a perdere
anche quella! L'erotismo del cibo è un racconto;
l'avidità, l'amore, la condivisione, il gusto,
altrettanti aspetti raccontati nei numerosi conti morali che ci
vengono presentati. Il locale viene rinnovato e la
clientela non tarda ad aumentare. La cucina di Tampopo
è ormai universalmente riconosciuta ed
apprezzata: è un successo enorme. Il prode Goro ed il suo assistente,
soddisfatti, dei risultati, riprendono il loro
viaggio.
Filmone epico e divertente, profondo e leggero,
ridanciano, pieno di citazioni, divertente ed
emozionante! Chiunque
voglia fare un film sul cibo ed il mangiare dovrà da
questo epico film partire! Voto: C.P. 812.
QUALCUNO STA CERCANDO di UCCIDERE I PIU' GRANDI
CUOCHI D'EUROPA
Regia di Ted Kotcheff, USA, Italia, Gran Bretagna, Francia 1978
Con: Robert Morley, Jean Rochefort, Jacqueline Bisset, George Segall, Philippe Noiret, Jean-Pierre
Cassel, Gigi Proietti, Stefano Satta Flores.
Il buon Max, Robert Morley, attore meraviglioso, è un ricchissimo magnate. Esperto gastronomo
iper-obeso è anche editore di un giornale di delizie culinarie e raffinatezze enologiche. La sua segretaria
personale, segretamente di lui innamorata persa, lo convince ad avere un controllo medico. Il responso dell'illustre clinico
è categorico: il panzone deve cambiare abitudini alimentari pena la morte! Max, se ne infischia. Nulla cambierà nella sua
alimentazione: champagne a colazione, pranzo nei ristoranti di eccellenza, cena idem. Misteriosamente
viene trovato assassinato il suo cuoco londinese prediletto! Faceva un arrosto d'uccelli di cui il trippone era
ghiotto. Come lo trovano morto? Arrostito! Tutti piangono la dipartita del geniale chef! La botte di lardo non si
dà pace! Purtroppo i delitti continuano. E' la volta del famoso Vincenzo, veneziano, preparatore delle aragoste più buone del mondo.
Come viene trovato? Affogato nella vasca dei crostacei tanto amati dal Sig. Max! Poi è la volta del parigino Philippe
che prepara certi sughetti strizzando anatrelle: finirà strizzato pure lui! Aiuta, aita parea dicesse il Max.
L'indagine si fa sempre più serrata. C'è anche la più grande pasticcera vivente, Jacqueline Bisset che gli dà
una mano ed una fetta di torta. Beh, il colpevole viene arrestato, tutto fece per amore! Per amore di egli! Che
non deve morire di colesterolo ed arterie piombate! E' per il suo bene! Film divertente, alti e bassi, ma tutto si
perdona a questo vetusto film ambientato nelle cucine dei più famosi ristoranti d'Europa, per l'appunto!
QUEL CHE RESTA DEL GIORNO
di JAMES IVORY, USA 1993, 134 m.
Con James Fox, Lord Darlington; Emma Thompson,
Miss Kenton; Antony Hopkins, Stevenson.
Tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro.
Struggente, malinconico, straziante,
sentimentale. Protagonisti lord Darlington,
rappresentante dell'aristocrazia, di privilegi e
di eterna conservazione di sé. ed il suo
maggiordomo Stevens: Servizio, fedeltà,
discrezione ed accettazione. Siamo agli albori
della seconda guerra. Questi ricconi imparentati
tutti tra di loro, sono propensi ad accordi con
i tedeschi. Noblesse obblige: i reali inglesi
all'epoca di cognome facevano Coburgo_Gota, di
chiara ascendenza teutonica. Poi cambiarono
cognome... Ebbene questo lord, vile e vuoto,
trama contro la nazione. Il Buon Stevens fa il
suo lavoro, ben fatto, come va fatto. E il tempo
passa, straripa. Uno trama e l'altro non trema.
Il padrone è padrone e quindi saggio, sapiente,
superiore. L'altro perde una storia d'amore con
la Miss. Beh, la nobiltà, intesa come accolita di
ricconi, parassiti, dementi, non ci fa una bella
figura. Perché mai dovrebbero?? Mai l'hanno
fatta e sempre hanno prosperato sul lavoro di
una povera gente nata per questo, servire
devotamente. Buon Stevens questo fa. I banchetti
sono una profusione di lusso e buone maniere: le
posate sono disposte con millimetrica
precisione.
Servizio a tavola preciso e
discreto. Quei tempi sono finiti, non c'è più
religione! Le cucine lavorano a pieno ritmo,
continuamente. Indaffarati cuochi ed
aiuto-cuochi, in un movimento che sembra un
balletto. Alla fine della guerra, Buon Stevens
ha perso il padre, la morosa e la vita. Non il
lavoro. Un americano compra la proprietà del
conte fedifrago e lo conferma nel suo ruolo.
Nell'ultima scena del film, un uccelletto
entrato da un camino, viene dolcemente
accompagnato alla finestra: Buon Stevens la
richiude con cura.
FOOD, Inc.
Di ROBERT KENNER, USA , 2008, 90 m.
Documentario-film sulle multinazionali
dell'alimentazione. Sui suoi abusi orrendi sui
dipendenti, sui consumatori e sul pianeta. Il
profitto, il dio quattrino! Noi proprio non
sappiamo niente del mondo su cui viviamo: il
peggio che possiamo pensare è una favoletta
dolce dolce per cullare bimbi. Affamati , obesi,
diabetici! Questo è un film che dovrebbe essere
proiettato in tutte le scuole, di ogni grado:
dagli asili alle facoltà di medicina. Da dove
cominciamo? L'inizio sono i fast-food. Portare il
lavoro a catena nei ristoranti:
nascono i Mac Donald.
I grandi produttori di
carne negli USA sono quattro. I macelli negli
USA sono tredici. In uno di questi si macellano
trentaduemila maiali al giorno. Il territorio
agricolo degli Usa è coltivato al trenta per
cento a mais. L'accordo NAFTA, di libero scambio
con il Messico, ha portato un milione e mezzo di
contadini messicani a perdere il lavoro: il loro
mais costava troppo. Il mais serve agli animali,
per macellarli serve mano d'opera a buon prezzo:
i messicani. Privi di permessi, vivono nel
degrado nei pressi dei macelli. Possono essere
espulsi in qualsiasi momento.. Il cerchio si
chiude. Per essere blindato, arriva la Monsanto
a cui viene permesso di brevettare le proprie
sementi. Non si possono produrre altre sementi,
gli avvocati vi denunceranno. Le relazioni
governative sono scritte da giudici ex
dipendenti della Monsanto. Totale è la
collusione tra società alimentari e le
istituzioni. Noi, che siamo dei grulli, pensiamo
che a tutto ci sia un limite... Niente vero! Il
profitto se ne stracatafotte della salute
pubblica!!
Però... Però alla fine, il regista ci dà delle
indicazioni alimentari: fare uso di ortaggi
coltivati nelle vicinanze, evitare alimenti
conservati, cucinare il più possibile, evitare i
fast-food.
di Phil Lord e Chris Miller. USA 2009
tit. originale: CLOUDY WITH A CHANGE OF MEATBALLS
Con Bill Hader, Anne Faris, James Caan. Animazione.
Un'isoletta dell'oceano, assai isolata, vive di
sole sardine. La vita trascorre monotona e triste. Il commercio
langue e la dieta forzatamente limitata deprime gli animi. L'avido sindaco pensa bene di
investire le magre risorse dell'isola nella creazione di un parco giochi
basato sull'unica risorsa disponibile, le sardine.
Fortunatamente non tutti gli abitanti sono rassegnati al loro destino di perenni sfigati.
E' un giovine inventore, assai intraprendente. Fino ad ora le sue innovazioni non hanno avuto
successo, anzi hanno creato più problemi che soluzioni. Ora sta dedicando i suoi sforzi alla
soluzione del problema dell'approvvigionamento del cibo. E ci riesce! Crea una macchina che
produce i cibi più vari! Ed in abbondanza!
Questo marchingegno vola nell'atmosfera e dal
cielo incomincia a piovere ogni genere di leccornie! La
notizia si sparge, curiosi ed affamati incominciano ad
accorrere da ogni parte del globo! L'obeso sindaco trova
finalmente cibi vari e nutrienti ma la sua avidità subisce
un incremento massimo. Piovono spaghetti with balls, gelati,
hot dogs, bisteccone... Unico scettico passatista è l'accigliato padre
dell'inventore. La macchina, sottoposta ad un super lavoro, collassa. Si avvicina una tempesta
che minaccia di essere quella definitiva. E' allarme generale. Le
residue speranze di salvezza sono riposte sulle spalle del ragazzino.
Le discariche di cibo non reggono più, le dimensioni degli abitanti aumentano... insomma
il cibo è diventato un incubo! Il recupero del macchinario è un'avventura
divertente e mirabolante. Tutto finisce per il meglio. Il giovine ritrova
il dialogo con l'accigliato ed anche... l'amore! Racconto moraleggiante? Critica alla società del
consumo? E' solo un film divertente! Certo che però.
Se qualche volta piovesse un po' di ribollita... O pappa col pomodoro...
IL PRANZO DI BABETTE
Regia di Gabriel Axel, Danimarca, 1987, 102m.
Con: Stéphane Audrian (Babette), Birgitte Federspiel
(Martina), Badil Kjer (Philippa), Jarl Kulle (Lorens
Lowenhielm).
Siamo in un piccolo e tristissimo villaggio danese
alla fine dell'ottocento. La notte è perenne ed il
gelo anche. In una casetta, spartana e dignitosa,
vivono due sorelle che hanno fatto una scelta di
virtù, devozione e preghiera. Il loro austero
genitore, pastore (protestante) della piccola
comunità, è venuto a mancare in quanto tornato alla
casa del Padre (suo). Le figliole ne hanno ereditato
la professione. Una notte, tremebonda e tremolante,
bussa alla loro porta una giovane signora. Ella è di
modi cortesi e gentili ed amabili. Le due vecchie
l'accolgono: il loro mestiere glielo impone! Babette,
questo il suo nome, è in fuga dalla Francia dove ha
partecipato ai moti della Comune e ne teme la
repressione feroce che ne ha seguito. Si adatta a
fare la governante. La sua vita è finita e pace.
Ma... La Babette aveva acquistato un biglietto della
lotteria che si faceva all'epoca in Francia e nel
restante globo. Ebbene, le scrivono una lettera con
accluso f. f. 10000! Benon! Che fare? Tornare in
paese natal e sperperar hogni hosa? Nein! Lei è
riconoscente! Vuole ricambiare l'ospitalità
generosa, generosina, delle vecchie. Chiede il
permesso di preparare una cena per gli anziani del
circolo.
Cioé dei vecchi del paesello pii devoti al vecchio p. p.
Deceduto. E' il centenario della nascita bisogna
festeggiare! Le vegliarde nicchiano... Festeggiare non
sanno, abituate non sono. Babette insiste. Ebbene sia! Per
il trapoassato questo et altro! La Babette a Parigi un
ristorante aveva e di gran lusso e rinomanza! Cuoca
provetta, provettona è! Tutti i quattrini sono spesi per
preparare la cena, tutto dalla Francia direttamente arriva.
Alla cena è invitato anche un vecchio generale, gaudente, a
riposo. La cena ha inizio! Gli anziani bigotti non sanno
come si mangia: il vasellame di lusso è, abituati non sono.
Il generale eccome: trangugia et divora con gran gusto. Egli
ancora ricorda una cena in quel di Parigi simile a quella!
Era proprio quella! I decrepiti commensali rammentano la
misericordia di Dio e mangiano. Seppure in severa sobrietà e
lugubre lutto, i commensali mangiano. Eppure... Eppure i
piaceri, piaceri sono, e quelli della cucina sono divini
doni! Forse alla fine tutti più ricchi sono, della grazia di
Dio e di quella di Babette. I convitati se ne vanno nella
notte gelida che gli attende, ora. Nel cuore un caldino
sconosciuto. Ringraziare proibito è. Bio Bono! Mondo ladro.
Per Babette :"Un artista non è mai povero". Film
incredibile! Bellissimo! Ringraziamo tutti, meno il trucido
prete, per questo film, premio oscar, poetico, epocale,
struggente, profondo, imperdibile!
Il menù della cena:
Brodo di tartaruga
Blinis Dermidoff
Cailles in sarcophage
Verdure in insalata
Formaggi
Savarin
Frutta
Caffè con tartufi al rhum.
I vini
Amontillado
Clos de Vougeot
Champagne Veuve Clicquot
P. S. Alcuni anni or sono ho partecipato ad una cena che era
una perfetta ripetizione di quella di Babette. Al posto del
brodo di tartaruga un succedaneo.
LA GRANDE ABBUFFATA
di Marco Ferreri, Italia-Francia 1973
Soggetto di Raphael Azcona e Marco Ferreri
Con: Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Ugo
Tognazzi, Michel Piccoli. Andrea Ferréol, Solange Blondeau,
Florence Giorgetti, Michèle Alexandre, Monique Chaumette.
Quattro conoscenti, un magistrato, un cuoco, un
pilota di linea ed un produttore televisivo, si riuniscono in
una villona nel cuore di Parigi. Il loro obiettivo è quello di assaporare i piaceri del
corpo a più non posso: In particolare quelli della gola. Alla mesta
compagnia si aggiunge una maestrina che li accompagnerà con grazia e
partecipazione fino al raggiungimento del bramato traguardo. Il film intreccia erotismo e
carnalità con la depravazione e l'abbruttimento. La pulsione di morte di
questa borghesia, letteralmente, di merda, trionfa nel pieno del suo
orrore. Il divino marchese, divertito e compiaciuto, sovrintende sornione alle avventure
del gruppo. Non c'è consolazione nè pietà: giustamente l'inferno si spalancherà
ad accogliere la carneficina prodotta dall'uomo. Non ammicca il regista
alla cucina nè all'erotismo ma castiga, sferza ed addita all'obbrobrio la società del
benessere. Il film fu presentato a Cannes nel 1973 e suscitò scandalo enorme.
Uscito nelle sale, ebbe subito un enorme successo: Occomemai? Anche a
distanza di anni è dura guardarlo tutto. Ma
tant'è. Sarà l'intreccio EROS-THANATOS?
MANGIA PREGA AMA
USA 2010, regia di Ryan Murphy
Con: Julia Robert, James Franco, Richard Jenkins,
Viola Davis, Billy Crudup.
Julia, in arte Liz Gilbert, scrittrice di fama
mondiale e grande successo, è infelicemente
sposata. Che fare? Intanto acchiappa un giovin
attore, protagonista di una sua commedia. Non è
male, neanche tanto bene. Però la introduce in
un "ashram" che lui frequenta assiduamente.
Qui tutti praticano la meditazione: canticchiano
e si agitano. Purtroppo sesso poco.
Lei è sempre più
insoddisfatta: non scrive ed ha perso
l'ispirazione. Leggendo una sceneggiatura, gli
vien da pensare al cibo. Eh, questo mi potrebbe
aiutare! Dove andare? Ma certo! In Italia! Si
mangia e si beve benone!. Detto fatto. Affitta
un appartamento di duemila metri quadri in un
palazzo storico nel centro di Roma. C'è il
giardino pensile, i soffitti sono alti metri sei
ma non c'è l'acqua calda. Protesta. La vecchia
padrona le suggerisce di scaldarla sulla stufa a
legna, siamo di giugno. Comunque si da da fare.
Conosce un sacco di giovani simpaticoni e
sfaccendati. Benone! Tutto il giorno girano per
vicoletti tanto caratteristici, frequentano con
assiduità trattorie caratteristiche, mangiano
spaghetti caratteristici e bevono vino da
bottiglie caratteristiche. Impara il romano
caratteristico: "Và a morì ammazzato!", "Fijo de
na mignotta!", "A li mortacci tua!". La vita è
bella! La compagnia splendida! Va a Napoli a
mangiare la pizza! Poi va in Toscana. A
Scandicci? NOO! Dolci colline, filari di
cipressi, casolari sparsi. L'allegra brigata
giunge ad una splendida casa colonica: ci abita
la mamma di un giovine. E' il giorno del
ringraziamento (?), mangiare! Bere! Benone! Lei
è felice, bisogna meditare ora. Parte per
l'India. Arriva all'ashram della vecchia che sta
a New York, lei. Però c'è l'aria condizionata.
Fa amicizia con un vecchiarello, professore,
aria di sfiga. Le racconta la sua vita. Una sera
tardi esce dal lavoro. Va in un bar e passa
qualche oretta a bere e trangugiare. Si ubriaca
di brutto. Poi esce, prende l'auto e torna a
casa. Sul vialetto di accesso c'è il figlioletto
che gioca. Frena. La moglie, alla finestra, vede
la scena e nota il suo comportamento
deprecabile. Comunque sia, anche questa
esperienza, grazie a Osho, finisce. La Sig.ra
Liz, vola a Bali. Lì ci sta il suo psichiatra,
vecchierello arzillo e saggio, molto saggio.
Questi le legge la mano e le dice che la
felicità è prossima. Lei medita. Piange e ride
di continuo. Fa un giro in bici, un signore
brasiliano l'investe. Piange e ride. Facciamola
finita: Si mettono insieme. Ma và? L'anziano
analista l'aveva previsto. Fine.
Ora sappiamo che.
-A Roma se magna e se beve de continuo.
- Trombare non dà la felicità però aiuta.
- I vecchi professori hanno i riflessi pronti
anche da briachi.
- I giovani attori trombano poco.
- I brasiliani attempati trombano tantissimo.
- Il brasiliano assomiglia in modo stupefacente
a Mino Reitano.
- I figli dei professori giocano nei vialetti a
notte fonda.
- A Bali c'è una folta comunità brasiliana.
- Julia Robert sembra un frigo iper mega size
aperto.
- Tristezze e depressione ci assaltano con
ferocia inaudita.
- Ci ho messo un mese per guardare tutto il
film!
di Roland Joffé (Francia-Gran Bretagna) 2000
Con: Gerard Depardieu (Vatel), Uma Thurman (Anne
de Montausier). Tim Roth (Marchese di Lauzun),Julian Glover (Principe
di Condé), Julian Sands (Luigi XIV).
Grandioso affresco di una corte principesca del
'700. Si narrano dei tre giorni trascorsi dal re Luigi XIV° presso
la dimora del principe di Condé. Quest'ultimo,
caduto in disgrazia e sfiorato, sfioratino, dalla crisi economica
(eh, già allora...) deve riuscire ad entrare
nuovamente nelle grazie di sua maestà. Il successo del ricevimento è
affidato al geniale maestro di cerimonie, nonché
eccelso cuoco, Francois Vatel, per lui cosa da ragazzi.
Arriva da Versailles il corteo, corteone:
qualche centinaio di persone. Allora via ai festeggiamenti!
Tutti sono affamati di cibi, delizie e
divertimenti. Il buon Vatel tutto ha
predisposto: cacce al cervo,
fuochi d'artificio, banchetti succulenti,
scenografie strabilianti! Tutto procede al meglio tra l'entusiasmo dei
simpatici aristocratici, infoiati vieppiù, e ricchi di democratica umanità.
La guerra con
l'Olanda si avvicina ed
il vecchio Condé può sperare di essere
richiamato al comando dell'esercito con relativa
ricca prebenda. Dai Vatel! Te, tu,
puoi fargliela. La sera dei fuochi di artificio
si rannuvola, ahimé! Tira vento, il cielo è cupo e gravido assai
di acqua, la festa sarà rovinata? No! Una dea,
la duchessa di Montausier, fa calare il vento,
le nubi scompaiono
e la luna risplende nel ciel! La serata ha un
successo strepitoso, tanto che il Sig. re vuole
il responsabile di
questo tripudio con sé a Paris! All'indomani,
ultimo giorno, è venerdì, toca il pesce. Tutto è
già predisposto:
un menù da re! Ma all'arrivo del pescivendolo si
scopre che ha portato solo qualche cozza e poco
più. Disastro!
Bisogna inventarsi qualcosa ed in fretta. Voilà!
Isso s'accide! Fine.
Il nostro interesse è per le visite di Vatel in
cucina. Una ricostruzione accurata e precisa di
ciò che si svolgeva:
ortolani, panettieri, macellai,tutti
indaffarati. Attività frenetiche, precise ed
accurate. Decine e decine di persone
che sanno esattamente cosa e come fare. Su tutto
vigila il Vatel, egli sorveglia e dirige. Già
che c'è inventa la crema
"Chantilly". L'obeso Depardieu Gerardo infila il
suo ditaccione in ogni intruglio che trova,
assaggia ed annuisce.
Eppoi dedica anche una notte alla Uma Thurman,
che tutti ce la dedicheremo volentieri assai.
Egli però, sotto la sudicia
palandrana, cela un cuore nobile e generoso che
rifulge e converte. Nobili e meno nobili. E
protegge l'infanzia abbandonata.
La figura storica di Vatel merita certamente un
film. La storia raccontata è tutta vera, a parte
la notte d'amore,
ovviamente. Comunque sia è bella la musica di
Morricone, i costumi e la ricostruzione storica.
Gerardo è un tronco
semovente di quercia, la Uma bellissima. Ho
pianto due volte:
1) All'inizio, quando il marchese di Lauzun
scrive al Condé, maestria di calligrafismo!
2) Alla fine, quando la duchessa legge il
biglietto scritto per lei da Vattel: "La vostra
casa è al sud, mi pare.
Se è vero, ricordate che c'è un luogo non
lontano dal Vauclouse dove piantano i ciliegi
tra le vigne. Il sapore
delle ciliegie si sente nel vino". VOTO:
727.61
CAMERIERI
Di Leone Pompucci, Italia
n: Marco Messeri, Agostino; Paolo Villaggio,
Loris Bianchi; Diego Abatantuono, Mario; Carlo
Croccolo, Azzaro padre; Antonelssari,
Azzaro figlio; Regina Bianchi, moglie di Azzaro
padre; Sandra Milo, amante di Azzaro padre;
Antonio Catania, il cuoco; Ciccio Ingrassia, Loppi.
Prima scena: Alba livida. Parco giochi in
sfacelo. Una vecchia 500 parcheggiata malamente
si scuote. Frasi sconnesse. Si apre uno
sportello. Ne esce una mora con pelliccia
leopardata. Appresso esce Abatantuono con
occhialoni, nasone e palle degli occhi a molla
che ciondolano. Fa la pipì.
Seconda scena: Lo stesso attore come prima di
fronte un ristorante con rotonda sul mare.
Nessun'altro in vista. Il locale si anima di
camerieri . Appare l'anziano proprietario, vuole
vendere il ristorante: non sta bene. Cercano di
dissuaderlo. Arriva il 118. I nuovi proprietari,
famiglia Azzaro, festeggeranno i 50 anni di
matrimonio lì. Grande cena da preparare: devono
dare il meglio. Il cuoco non vuole cucinare, i
camerieri litigano tra di loro, i commensali,
orrida umanità, da non credere, brutti, stronzi,
cattivi e sudici. Difficile immaginare qualcosa
di vagamente simile.
Ognuno dà, con generosità e dovizia,
l'orrore che lo divora. Il mangiare fa schifo, nessuno se ne
giova. Benone. I camerieri, lo sfigato,
(P.V.) il demente, (M.M.) lo sciacallo (D.A.), il cretino (A.C.)
e il ragazzino, fanno 13 alla schedina. Diventano ricchissimi.
Il film è finito. E' stata durissima scrivere queste righe:
che gli dei abbiano pietà di noi.
FEED
di Brett Leonard, Australia 2005. Con: Patrick Thompson, Alex O'Loughlin, Gabby Millgate, Jack Thompson, Matthew
Le Nevez. Filmon! Beh, filmin. La trama: un poliziotto delle poste, non del tutto
in squadra, si occupa di cybercrime, roba proibita in rete. Infatti ha appena
concluso un a indagine sul triste caso (vero) del signore tedesco che avrebbe
avuto preferenza di farsi mangiare... e venne accontentato. Cerca e cerca, nei
rari momenti che la fidanzata non lo sbatacchia e si sbatacchia, finalmente
trova un sito porno-fetish! Donne sovrappeso e paurosamente obese, sono
alimentate a forza. Si può scommettere sulla data del decesso, facilitati da
tutti i dati e valori comunicati con precisione maniacale-medicale. Inizia la
caccia. Già qualche donna è tornata alla casa del Padre e ben volentieri: cibo in
abbondanza e a gratis. La ragazza che ora è il suo turno, pesa 400 libbre.
I due
si amano. Viene cibata con l'aiuto di tubi e imbuti. Sui fornelli varie misture
di grassi, forse umani. Vuole raggiungere le mille libbre ma non ce la farà. La
legge vigila ed il bieco ingrassatore farà la fine che si merita! Scene che si sovrappongono, effettacci speciali a iosa... che volete di più?
GRAZIE PER LA CIOCCOLATA
Di Claude Chabrol, Francia 2000.
Con: Isabelle Huppert (Marie-Claire Muller),
Jacques Dutronc (André), Anne Monglais (Jeanne),
Rodolphe Pauly (Guillaume).
La leggenda azteca racconta che la pianta del
cacao nacque dal sangue di una principessa che
si sacrificò per non svelar. E quel sacrificio
regalò all’umanità un prezioso alimento: il
cacao, che ha il seme rosso come il sangue, che
è amaro come lo è la sofferenza e che provoca
una devota obbedienza perenne.
Questa è la storia raccontata in questo
straordinario film.
Jeanne, giovane aspirante pianista, scopre
casualmente di essere stata, per uno scambio di
culla, per qualche minuto, figlia di un famoso
pianista. Vuole conoscere André che per un
attimo fu suo padre. Lo va a trovare nella sua
casa, un castello sulle rive del lago, dove vive
con la seconda moglie, Marie-Claire, ed il
figlio di lui Guillaume. La ragazza è subito
affascinata dal musicista, incuriosita dal
giovane e spaventata dalla moglie. Questa,
proprietaria di una famosa fabbrica di
cioccolato, si prende cura di tutti e nessuno si
prende cura di lei. Intossica il marito con forti sonniferi e
puntualmente imbottisce il ragazzo di benzodiazepine.
Con la
cioccolata, ca va sans dire, di cui è abilissima
preparatrice. Si occupa di beneficenza a favore di centri
per lo studio e la cura del dolore. Il clima della casa, di
quieta follia turba la giovane. Presa dalla musica e dal
piacere di suonare con il grande pianista, non perde di
vista la signora e le sue preparazioni. Esattamente come era
già successo qualche anno prima, Marie-Claire decide di
eliminare gli elementi che perturbano la quiete familiare…
Regia di raffinata maestria questo film riesce a creare una
suspence sottile ed inquietante che lentamente ci avvolge e
ci intrappola. Grande Chabrol! Bere una cioccolata calda non
sarà più come prima…
IO SONO L’AMORE
Regia di Luca Guadagnino, Italia 2009
Con: Tilda Swinton (Emma), Flavio Parenti
(Edoardo), Edoardo Gabriellini (Antonio), Alba
Rohrwacher (Elisabetta), Pippo Del Buono
(Tancredi), Gabriele Ferzetti (Il nonno), Marisa
Berenson (Allegra)..
Statue coperte di neve, portoni, balconi ed
architravi, scalinate e colonne. Deve trattarsi
di una nevicata abbondantissima. Ma dove ci
troviamo? Didascalia risolutrice: Milano! Una
sera, in una dimora, dimorona, si festeggia il
compleanno del nonno. Tutti allegri e contenti,
stanno bene, benone. Il giovine pupillo ha fatto
una gara ma, ahimè, è giunto secondo!
Quand’ecco, al la porta, portona, bussa un
giovanotto male in arnese. Chi è costui? Ma è il
vincitore della gara!! Per consolare il fragile
giovine gli ha portato una torta, fatta con le
sue mani! Che bella pensata! Si vuol far
perdonare: questo ragazzo strampalato è uno
sceffe! In un ristorante di lusso, roba buona e
molto fine. Sai che? Veniamo al tuo ristorante.
I due giovini diventano amici, amiconi.
Amicizia improbabile, uno è ricconissimo, l’altro di dubbia
estrazione. Però… però anche la mammina, bona, del fighetto…
Beh, viene dalla Russia… Comunque sia l’entusiasmo travolge
tutti e tre.. Subito i due ragazzi pensano ad aprire un
ristorantino: l’uno ci mette i quattrini e l’altro il
mangiare.. Che bella idea, chi ci avrebbe pensato? Il guogo
ha giusto un posticino, vicino a S. Remo, a un tiro di
schioppo. Una località inaccessibile ed isolata, ma tanto
bella. Ma, come tutti sanno, il diavolo fa le pentole e i
coperchi no. Ormai è primavera, c’è il risveglio della
natura ed anche la signora russa si sente tutta risvegliata.
Va a San Remo e, del tutto casualmente, incontra l’amicone
del figlio. Partono per vedere il posto predestinato. La
natura è in pieno rigoglio, fiori e foglie da ogni parte. E
insetti intenti a copulare alacremente e vieppiù. Lei resta
affascinata. Che bel paesaggio! Chi potrebbe resistere al
natural richiamo? Lei no. Trombano. Il guogo va a lavorare a
casa dei ricchi, si potranno rivedere..Il figliolo tanto
fesso non è, egli sospetta una tresca tra i due. Il fato in
agguato esso è.. Il giovine ricco cade e batte il
capin e tosto torna alla casa del padre (Celeste). Vualà! La
situazione si risolve brillantemente: niente più ristorante
ma i due, il guogo e la russa, potranno continuare la loro
conoscenza corporea a iosa e senza terzi incomodi. Viva!
Fine.
Beh, far vedere i ricconi con casoni, soldoni, falsità,
immoralità e sesso, non è una novità. Che una madre si
consoli per il prematuro decesso del figlio con il di lui
amico, è già più originale.
LEZIONI DI CIOCCOLATO
Regia di Claudio Cupellini, Italia 2007.
Con: Luca Argentero (Mattia), Violante Placido
(Cecilia), Neri Marcoré (il maestro), Hassani
Shadi (Kamal), Ivano Marescotti (Ugolini).
Un povero geometra deve ristrutturare una casa
campagnola. Ugolini, perfido committente, lo
obbliga al risparmio: materiali scadenti, niente
protezioni, tutto al nero. Eh, c’è la crisi!
L’operaio egiziano, Kamal, cade dal tetto e si
frantuma. Corsa all’ospedale. Aiuto! Quello è
capace di denunciarlo! Ed infatti, quello si è
fatto furbo ed audace ed rapace: manterrà il
segreto sull’origine dei suoi malanni se il
giovine geometrico lo sostituisce. Sul tetto?
No! Egli è valido pasticcere ed è sul suolo
italico per fare un corso di cioccolataio!
Ebbene, è qui che dovrà essere sostituito. Il
geom accetta, suo malgrado, l’odioso ricatto. Va
alla scuola tenuta dal Sig. Prof. Marcoré, detto
Il Maestro.
Tutti gli allievi, sette-otto, piangono alla storia di Kamal,
manovale sfruttato aspirante cioccolatiere.
C’è anche
un’allieva molto carina, e per sua fortuna, ninfomane. Benon.
Il Sig. Geom. Impara, l’arte della pasticceria, l’amicizia,
quella di Kamal, la solidarietà, l’amore, il rispetto di sé.
Girato come uno sceneggiato, piatto improbabile, indeciso.
Un po’ commedia cialtrona un po’ dramma sociale. Fa
tristezza. Alla fine ognuno si avvierà per strade nuove
segnate dalle vicende vissute insieme. Un po’ sfigati, un
po’ soddisfatti, un po’ stronzi. La tristezza diventa
tenerezza.
LUNGA VITA ALLA SIGNORA!
di ERMANNO OLMI, Italia 1987.
Con Marco Esposito, Simona Brandalise, Stefania
Busarelli, Graziella Menichelli, Luciano Rossi.
109 m.
All'indomani della presentazione del film alla
65° Mostra del Cinema di Venezia, dove vinse il
leone d'argento, Ermanno Olmi così definì il
film: "E' una fiaba!". Ed è proprio vero! La
favola che lo ha ispirato sembra essere
"Barbablù". Storia di sopraffazione e violenza,
di cinismo e di ipocrisia. Un mostro che mangia
di tutto ma preferisce gli adolescenti.
Ogni anno in un castello enorme, isolato e
protetto da alte montagne, fervono i preparativi
dell'annuale cena. Il cerimoniale è rigidissimo
e sempre uguale. Come anche il menù. Arrivano i
commensali, sempre quelli: tipi alta finanza,
politici di lignaggio, snob, ampollosi,
esigenti, avidi, spocchiosi. Tutti hanno un
ruolo che seguiranno, pedissequamente, per tutta
la vita, adattarsi, compromettersi, lusingare,
prostrarsi, infliggere. Beh, avete capito che
genere di umanità.
C'è anche una umanità diversa.
Sono gli aiutanti camerieri, freschi di diploma
della scuola alberghiera. Pronti alla carriera, carrierina. Il ragazzo protagonista,
Libenzio, figlio di contadini, potrà affrancarsi
e risalire la china? Certo! Potrà diventare
cameriere! Il giovane è incuriosito dal lusso.
Stupito, incredulo, posa il suo candido sguardo
su queste persone altolocate. Assisi ad un
enorme tavolo al cui capo sta la padrona. E
questi mangiano e bevono. Si guardano, si
invidiano, si studiano... Ma cosa gli passerà
per la testa? La padrona tutto guarda e non
mangia, niente: di quello si ciba. Non solo. La
ragazzina, leggiadra presenza nell'accozzaglia,
è accarezzata da un losco bavoso che la
ghermirà: L'aviatore snobba si ritira con la
vecchia padrona. Mani adunche si allungheranno
anche sul candido Libenzio. Su tutta la scena
aleggia la musica del buon vecchio Georg Philipp
Telemann, la "Musique de table", eh, siamo tutte
brave persone! Ma... nella tana del lupo fa la
sua discreta apparizione del padre del ragazzo:
vuole vederlo all'opera. Orgoglioso di questo
epocale passaggio di classe. Sorride,
soddisfatto. Ma chi
l'avrebbe mai detto?! Fortunatamente, però, il
giovane agnello ha riconosciuto
la bestia sotto i travestimenti eleganti dei
commensali. Non ha
esitazioni. Si rimette i suoi abiti e fugge
correndo. Con lui fuggiamo anche noi, che
abbiamo elevato la fuga ad arte. Prima lasciamo
un ricordino...
Grande Olmi! Come tutti ben sapete, il regista
si è occupato recentemente di coltura della
natura: PROSSIMAMENTE QUI!
IL PANE / PIAZZA DELLE CAMELIE
di Tonino De Bernardi, ITALIA 2008
con Chiara Pauluzzui, Fulvio Baglini, Chiara e
Carlo Cocolini, Véronique Bouteille, Cristina ,
Giulietta Debernardi.
Con antica cura il fornaio prende l'impasto: la
sacralità di un gesto carico di storia. Carezza
soave et amorosa.
Lo appoggia sulla pala e lo inforna. Ripete il gesto
simile et antico fino alla pienezza. Gli occhi di un
poeta si posano affascinati sulle mani posano sulle
mani di un uomo, sul suo lavoro. Siamo nell'antico
mulino ad acqua di Gorgiti, frazione montana del
comune di Loro Ciuffenna. Repentino lo sguardo si
sposta. Corre a Roma, nella piazza, misteriosamente,
denominata "Delle Camelie". Storie intrecciate,
storie di giovani che si cercano, tra spintoni ed
abbracci, si inseguono, a tentoni e richiami.
Umanità semplice e coraggiosa, complicata e tenace.
Ragazze cercano canti, Coppie cantano poesia. Porte
che si aprono sulla vita, su tante vite, diverse ed
uguali: Anche noi entriamo nella narrazione.
Le tenebre toste ci accolgono con
abbraccio gelido, la temperatura scende vertiginosa.
La proiezione avviene in un bosco a mille metri di
quota.
Il pubblico ridotto e variopinto sta al gioco della
narrazione. Ghezzi è in splendida forma, sfida il
vento d'impeto dantesco
con citazioni vorticose. La Natura ha il
sopravvento: il telone si piega e come vela di
vascello nella procella
esausto riconosce la superiorità insita nella
tormenta. Ci vuole il coraggio dell'avventuriero per
risalire il viottolo
e guadagnare l'auto. Raffiche di vento, scuro
d'abisso, sassi e radici adunche attanagliano i
passi incerti.
Perfetto Orgogliosi come samurai. Anche questa è
fatta P. S. La proiezione è avvenuta nella sera del
18 luglio 2010.
UNA CENA QUASI PERFETTA
regia di Stacy Title, USA 1996
Con: Cameron Diaz, Annareth Grish, Ron Eldard,
Jonathan Grish,Mark Harmon e Ron Perman.
Un quintetto di giovini studenti vivono insieme in
una bella villetta, insomma, una comune. Cosa gli
accomuna?Gli ideali di giustizia e libertà, la
speranza in un mondo migliore e l'amore per la buona
tavola ed il buon vino. Sono radical schic, come si
diceva 'na vota. Una bella sera, anzi orrida, Pete
resta in panne ma, botta di culo, beh, culino, trova
un passaggio per tornare grazie a Zac, trucidone
truculento. Per riconoscenza, i gentili giovani, lo
invitano a cena. Ci sono le lasagne e Zac ne è
ghiottone. Durante l'amabile conversazione elegante
ed elevata, anche il drugo dice la sua. Da buon ex
marine combattente, interviene in temi di filosofia
ed etica: li manderebbe tutti al fronte a farsi il
culo ed apprezzare così la vera vita! Non contento,
dà una dimostrazione del vero essere uomo: punta un
coltellaccio alla gola del mite Mark. Inorridiscono
gli studenti! Che modi! Parapiglia. Il brutalone
viene fortunosamente accoltellato! Argh! Che
fare?
Ragioniamo: Quello era violento e
reazionario... Se lo meritava. Alla grande! Hanno
fatto bene, benone! Quella merda umana se lo
meritava. Che fortuna che sia capitato lì, hanno
fatto del bene alla comunità umana! Se Adolf Hitler fosse stato rispedito tra i più,
quanti benefici avrebbero tratto milioni di persone?
Eh, fare il giusto giustiziere è molto
soddisfacente! Facciamo un'altra cena, col
reverendo, buon vino e quattro chiacchiere! Il
sacerdote, amante della tavola e del turismo di
massa. Tutti i gay su un'isola deserta, con cibo per
trenta giorni. L'omosessualità è una malattia e
l'aids ne è la cura. Merita un brindisi, l'arguto
ecclesiastico. E vai con il vino all'arsenico! Poi
pescano un sostenitore del diritto dell'uomo alla
violenza sulle donne: ben detto, brindisi! E' la
volta della sostenitrice della umanità canina e di
tutti gli animali in genere. Chi maltratta gli
animali dovrebbe essere torturato a morte! E allora?
Brindiamo! Una giovane insegnante preferisce "Pollicino"
al "Giovane Holden" Alè,
coltellata alla schiena (purtroppo la giovane è
astemia). In breve il giardino della villetta
diventa un cimitero, coltivato a pomodori, buoni e
succosi. Ora vogliono chiudere in bellezza. Il cielo
gli dà una mano: Marc, perfido e pericoloso
predicatore televisivo,perso l'aereo, chiede
ospitalità. ORRRO!
Preparano una dose massiccia, massicciona, di
veleno. E incominciano a chiacchierare amabilmente.
Stupore...! La MERDA umana è un agnellino,
ponderato, tollerante, equilibrato, sensibile. Tutti
ne sono conquistati! buon vecchio Marchetto, te tu sei
dei nostri!: VIVA! Gniente vero, Il truce, capito
l'andazzo, sostituisce le bottiglie. I giovani se ne
vanno al Creatore, lui resta.
Commedia nera, si sorride e ridacchia. Benedetta
gioventù, credono di poter cambiare il mondo.
Purtroppo la regia traballa, un'occasione persa.
CRAZY HEART
di Scott Cooper, USA 2009
con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhall, Robert Duvall,
Colin Farrel, Sarah Jane Morris, Bet Grant,Annie
Corley.
Oscar migliore attore protagonista: Jeff Bridges.
Oscar migliore canzone: The weary kind, di Ryan
Bingham.
Bed Black, cantautore country, si avvia a grandi
passi sul viale del tramonto, mettendocela tutta. Ed
in questo, bisogna ammetterlo, ci sa proprio fare!
Ingurgita uischi a iosa. Canticchia in locali sudici
e sordidi, insomma sta andando a rotoli, rotoloni!
Ma, un bel giorno, in quel di Santa Fé, arriva
l'angelo salvatore. E' una bella, buona e brava
giornalista, lo deve intervistare per la gazzetta
locale. Benone, dice lui. Già alle seconda puntata
dell'intervista i due sono innamorati. Lei ha per un
bimbetto, Bud, con cui Bed può giocare a fare il
padre, cosa che con il suo non aveva fatto. Continua
a bere alcuni litri.
Per questo è inaffidabile ed il
dramma in agguato. Una volta che lei gli affida il
bimbetto, lui se lo perde. Ritrovatolo, lei non lo
perdona, ha già dato e di molto! Lui tracanna e
trangugia vieppiù. Ormai ridotto ad una merda,
decide di smettere. Si incontreranno dopo qualche
tempo. Lui è disintossicato ed un nuovo successo
professionale gli arride. Anche a lei. Ora lavora in
un giornale importante ed ha un compagno dolce,
carino e, guarda caso, astemio. C'è giusto il tempo
per una nuova intervista...
Jeff Bridges è un titano, titanone! Tutte le canzoni
del film le canta lui e di molte ne è anche
l'autore. Film drammatico
sofferto. Ben recitato e ben diretto. Tutti i temi
sono presenti, la caduta il riscatto, l'amore, la
solidarietà, la solitudine, il degrado e la
risalita. Eh, cosa riescono a fare le donne, specie
se sono angeli! Il dolce finale crea confortevole
complicità: il riscatto è dietro l'angolo! Da
vedere.
IL SEGRETO DI SANTA VITTORIA,
USA 1969
regia di Stanley Kramer
Con: Anna Magnani, Anthony Quinn, Virna Lisi, Hardy
Kruger, Renato Rascel.
Tratto dall'omonimo romanzo di Robert Crichton.
Lo scrittore americano, R. Crichton, finita la
seconda guerra mondiale, fece un giro per l'Italia.
Curioso ed attento, non per nulla è uno scrittore,
nei suoi vari vagabondaggi, ascoltò una storia che
lo interessò. Era in un paesino del Piemonte e
tornato in patria, si ricordò di quella storia e ci
scrisse un libro, non per nulla è uno scrittore. Il
libro ebbe molto successo ed il regista, S.
Kramer, decise di farne un film, non per nulla è un
regista. Grande produzione! Grandi attori! La
vicenda si svolge in quel piccolo paese piemontese
ed inizia il 25 luglio del '43 data della fatidica
caduta di Mussolini. E veniamo alla storia.
L'avvinazzato commerciante di vino, Vinicio Bombolini, sale sulla torre del paese e sventola il
tricolore. Tosto, per il suo eroismo, viene eletto
sindaco. Tripudio generale! Ma l'allegria
dura poco: giunge la notizia che i tedeschi in fuga
stanno arrivando. Occomemai ? Essi vogliono il vino. Hanno saputo che nelle
cantine
del paesello giacciono migliaia di bottiglie, lì conservate da una
casa vinicola per produrre il vermuth. Il cantiniere fa un'accurata conta.
Giacciono nella cantina bottiglie 1.307.000! Che se ne faranno mai i tedeschi in
precipitosa fuga? Come faranno a portarsele via? Boh?! Panico generale! Aiuto!
Il prezioso liquido corre grande periglio! Che fare? Una soluzione ci
sarebbe... La Provvidenza ha provvisto i dintorni di ampie grotte.
Trasferiamocele ed alla svelta che chille fetusi no
abbiano a bé o' vino nostro! Questi simpatici
piemontesi parlano romanesco così così. Viene
organizzata una catena umana che coinvolge tutti gli
abitanti.
Grande scena corale e sono i veri abitanti
del paesino, tutti romani, che per le vie ed i
sentieri si passano le preziose bottiglie. Quando
arrivano i tedeschi trovano le immense cantine quasi
vuote, un poche le hanno lasciate. L'ufficiale
crucco è crucciato. Fortuna per lui che c'è una
contessa bbona che gli si offre, meglio che niente.
Intanto cercano qui e là ma nulla trovano. I ben due
camion restano vuoti. Arriva una telefonata dal
comando. Partire! Pace, se ne vanno. Tutti contenti,
contentoni. Amo sarvato er vino, mortacci loro! Anna
Magnani, occhi cerchiati di nero, capelli
perennemente arruffati, piangente, è la moglie del
Bombolini, A. Quinn, grande istrione, colpito da
convulsioni epilettiche quando gli chiedono ndò stà
er vino? Babbalucche, R. Rascel, fa il segretario
del sindaco beone. Beone a sua volta ed affetto da
cretinismo. H. Kruger, angelo biondo nazista ma cor
core 'n mano si tromba la depressa V. Lisi, bona che
si sacrifica. Il film giustamente, fu un fiasco, eh,
eh, eh. Non poteva essere altrimenti. Il film fu
girato ad Anticoli Corrado, provincia de Roma.
PIXAR, film di animazione computerizzata, USA 2007.
Con Rèmy, il topino, Linguini, il ragazzo chef,
Skinner, il nuovo chef, Colette, aiuto-chef, August
Gusteau, lo chef scomparso.
Regia di Brad Bird.
Un giovane topolino, si scopre la passione della
cucina. Come tutti i topi. Ma lui ha un fiuto ed un
gusto straordinari. Bacchetta gli altri suoi
consimili: non mangiate monnezza, bensì
prelibatezza. I topastri non sono
convinti, le une abbondano, le altre scarseggiano. E
decidono, come anche noi, di continuare con le
schifezze. Il prode sorcio non demorde, grazie ad
una vecchia dinamitarda, cade nella fogna e si
ritrova nella città di Parigi (Francia), nota per la
sua cucina assai raffinata. Casca in un ristorante,
anzi nella cucina, e ne prende, letteralmente, le
redini. Il successo è rapido ed inarrestabile.
Non va tutto per il meglio: alti, altini, bassi,
bassissimi. Inseguimenti alla Giames Bonde,
Personaggi biechissimi e fantasmi buoni, saggi e
generosi. Alla fine trionfa il genio gastronomico
della pantegana! Il perfidissimo critico, tal Ego,
ne magnifica le doti.
Ma, si sa, la fortuna gira, girina.
Una indagine della USL trova migliaia di ratti nel
ristorante. Ne viene decretata la chiusura! Ahimè!
Tutto è perduto. Perdutino. Il topastro apre, come
farebbe chiunque, un altro ristorante, il
"Ratatouille", dalla ricetta da lui prediletta. Il
giovane sub-chef, ragazzotto ebete, Linguini diventa
ricco. Ama una certa Colette, gnocca cuoca. Altri
toponi aprono anche loro un bistrò, però riservato a
loro simili. Alleluia. Beh, sarebbe un film sulla
salvezza dell'anima, animella, grazie alla buona
cucina. Noi sgranocchiamo patatine fritte e facciamo
meditazione zen. Un po' si ride, un po' ci si
incazza, un po' ci si annoia. Per stomaci di
cemento.
Alla sezione cucina la
ricetta
della ratatouille
JULIE & JULIA
regia di Nora Ephron, USA 2009
Con: Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci, Chris
Messina, Linda Emond.
La Storia:
Julia Child (Meryl) e suo marito, diplomatico
americano, si trasferiscono a Parigi (!). Siamo
negli anni '40. La città strega l'orchessa, che ride
sempre, sbraita e mangia. Il marito, Paul, se ne sta
buono nel suo cantuccio all'ambasciata.
Innamorato,non si direbbe proprio, della giunonica
femmina, l'accontenta in tutto. Quella, poveretta si
annoia e mangia. E così, una trota trangugiata,
un'anatra divorata e via discorrendo, decide di
impegnare il suo tempo seguendo un corso di cucina
francese. Ne resta affascinata e ne diventa cultrice
oltreché esperta. Il buon Paul segue imperterrito i
progressi del ciclope e abbondantemente la scopa con
fare assente: perchè la fà? C'è scritto di fare
così, e basta. Quella bercia e ride e affetta
cipolle, anzi, onions. Cava le bretelle al poverino
P. e lo cavalca con foga equina. Ma a Nuova York c'è
un'altra coppia, con identici problemi, siamo negli
anni novanta e di tempo ne è passato. Julie Powell,
è giovane e graziosa ma insoddisfatta.
Fa un lavoro di merda, consigli ai traumatizzati dal crollo delle Torri
Gemini, ed è insoddisfatta.
Ma il destino è in agguato... Che fare? Ma, certo, mi faccio un blogghe!
Brava! Di cosa parlare? Ma di cucina! Di un libro di
cucina! Quale? Ma quello della panzona Julia Child!
Ella un libro scrisse! Ma che libro? Ma sulla cucina
francese! Ma và? Tutte le donne ammericane lo
tengono? Ah, che bella idea! Quella allora cucina e
il buon Eric, lo sposa mangia e tromba, però meno
del vecchio Paul. Insomma il suo blogghe da tutti
viene letto, ma và? Jesse! Parla delle ricette della
sfera di lardo e della loro realizzazione. Eric
mangia e non tromba: lei è troppo presa da il
computer, portatile. La vecchia e globosa maitresse
guadagna pacchi di dollaroni con il suo librone. Il
Paul imperterrito ed impassibile, abbassa le brache.
A parte l'otre pantagruelico, sono tutti
misteriosamente magri, nonostante gli intrugli
inzeppati a più che si può. Si trattiene il pianto a
stento, ma l'orrore ci travolge doviziosamente.
Dovrebbe essere un film femminista, femministino.
Peccato che sia orrido. Spicca l'imperturbabile
Paul. E l'otre, rigonfio e sformato di Julia.
L'altra è una misera sfigata che fà finta di no.
Tacciamo di Chris.
KITCHEN STOR
Regia di Bent
Hamer, Norvegia-Svezia 2003
Con: Joachim Calmeyer, Thomas Nostrom, Reine
Brynolfsson.
Difficile da credere, ma la storia è basata su di
uno studio realmente effettuato negli anni '50.. Si
tratta di progettare mobili per una cucina
razionale, che faccia risparmiare passi alle
massaie. Non bisogna scordarsi però dei single. Da
qui incomincia il film. Decine di auto con rulotte
al traino, lasciano la Svezia per dirigersi in un
vicino paesello norvegese abitato da single.
L'indagine è sul campo: l'osservatore si piazzerà
sopra un trespolo per seguire ed annotare gli
spostamenti del proprietario della casa. Vietato
parlare e comunicare. Il nostro eroe, Fulke, si
installa sul suo alto seggiolone in casa di Jsak,
Annota tutto. Quello è sfuggente, non sta mai in
cucina e a sua volta si mette a spiare
l'osservatore. Alla sera Fulke va nella sua
roulotte, finalmente solo. Piano piano, nonostante l'attenta
supervisione di un controllore, tra i due nasce un
po' di complicità che sfocia in aperta amicizia.
Ormai mangiano allegramente insieme e si divertono
come non mai gli era successo. Viene colto in
flagranza di sbornia che dorme profondamente nel
letto di Isak. Viene cacciato!. Ma quello, riportata
la roulotte in patria, ritorna dall'amico. Film
d'amicizia e solidarietà, pallosetto ma anche
divertente e ridanciano.
P.S. La prossima volta che andrete all'IKEA vi verrà
in mente questo film. Eh, così va il mondo.
RIUNIONE DI FAMIGLIA
Regia di Thomas Vinterberg, Danimarca 2007
con: Karen-Ilse Mynster, Paw Henniksen, Shanti Roney,
Klaus Pagh, Salvatore Mastruzzo, Said Milanpoue.
Il film è ambientato in una piccola città danese di
provincia. Grande evento in vista: la festa per il
750° anno dalla fondazione. Il clou della serata è
l'esibizione del celeberrimo tenore Karl Kristian
Schmidt, nativo del ridente borgo. La festa che si
prepara sarà grandiosa. E' stato chiamato un
famosissimo chef. Le vivande sono di scelta eccelsa,
il vino è insuperabile! Tutti partecipano a questa
realizzazione, compreso l'aiuto cuoco Sebastian.
Questi, dopo una vita tra l'incubo del suicidio del
padre ed una madre femminista e lesbica, vive ora un
amore travolgente! Nel corso della serata succede di
tutto, dalla farsa alla tragedia, e viceversa, senza
tregua! Il buon tenore, buonino, tra fobie e
atteggiamenti divistici, trova il tempo per trombare
la giovinetta di cui è innamorato Sebastian. Questi decide di vendicarsi del
vecchio lubrico. Ma la mamma sua lo ferma: Non
farlo, egli padre a te è! Ma come? Non era bell'e
morto sotto al treno vent'anni fa? No, era solo
scappato e senza sapere che lei era incinta!
Stupore! Del figlio. Stupore del padre! Però poi
tutti si abbracciano e ... via! I giovini partono
insieme, come fece quello a suo tempo e il babbo gli
regala una valigia. Chissà cosa c'è dentro?
Il regista racconta di essere stato allevato in una
comune. Beh, la famiglia è ariosa come una camera a
gas, ma anche questa non scherza!!!
SOUL KITCHEN
di Fatih Akin
Interpreti: Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol
Unel, Anne Bederke, Pheline Roggan.
Germania, 2009.
La trama. Zinos, un greco naturalizzato tedesc0,
gestisce un localaccio ad Ambergo. Il posto è
frequentato principalmente da mangiacrauti e
tracannatori di birra. Ma il destino è in agguato.
Il famoso chef Shayn, licenziato dal ristorante di
stra lusso dove lavora, perché si rifiuta di
scaldare un gazpacho (Giustamente!) va a lavorare al
"SOUL KITCHEN". Ora non è più una bettola fetente, i
clienti cambiano, ed il successo arriva. Il fratello
di Zinos, Ilias, esce di galera e ci va a lavorare.
Cominciano i guai! Un losco agente immobiliare mette
gli occhi sul ristorante e la splendida morosa di
Zinos va a Singapore. Lui gli vuole correre dietro, quella torna per la morte
della nonna ed al funerale Zinos scopre che la sua morosa ha un fidanzato
cinese! Lui dà di ribalta! Il fratello si gioca il
ristorante a carte col losco individuo e lo perde.
E' una tragedia! In più gli viene il colpo della
strega! Non ha la mutua, deve andare da un praticone
turco. Tutto crolla... I due fratelli hanno mille
risorse... Il ristorante viene pignorato ma loro
trovano i soldi per riscattarlo! Il loro sogno si
avvera! Bel frattempo sono successe mille avventure!
Vi divertirete tanto, tantone! Accorrete in massa!
Eh, il buon cibo fa miracoli!
SAPORI E DISSAPORI
Di SCOTT HICKS, USA 2007
Con Catherine Zeta-Jones, Aaron Eckkart, Abigail
Breslin, Patricia Clarkson, Bob Balaban.
La Catherine, nel film si chiama Kate, Kate Anderson,
è una chef. Ma non brava, bravissima! Perfezionista
per eccellenza, richiestissima per la sua suprema
arte culinaria. Ed è anche buona, per dire. Ed E’…
SINGLE!!!! Occomemai? Eh, troppo presa dal lavoro.
Ad esso da tutta se stessa ed anche di più. Ma un
bel giorno, anzi brutto, la sua sorella decede nel
corso di una gita automobilistica. Le sopravvive la
figlioletta Zoe di otto anni: la cuoca se ne dovrà
occupare. Stress, nottatacce, rapporti difficili. In
più al ristorante viene assunto un nuovo cuoco. Che
succederà? SI. Lui validissimo è, pure canta, fa
ridere la piccola stroncatrice. Ecc.
Dimenticavo: ama la lirica, ma và?
Due più due…fanno tre. Aprono un ristorantino, dove trova impiego anche la piccola
Zoe. E la protezione minorile? Ma dai, è un film! Da
notare: entrambi i cuochi, entrambi single, entrambi
abitano appartamenti sterminati…
RICETTE D’AMORE
Di Sandra Nettelbeck, germania 2002
Con: Martina Gedeck, Sergio Castellito, Maxime
Foerste, Sibylle Canonica.
Marta è uno chef. Ma non qualsiasi: ella è la
migliore! Scrupolosa, attenta, precisa, creativa,
innovativa (nella tradizione, neh!), sorprendente,
talentuosa eccetera, eccetera. E’ buona, il che non
guasta. E’ SINGLE!! Eh, troppi impegni col lavoro,
il cuoco è mestiere impegnativo. Lei ha una sorella,
Christin. Muore subito ma le lascia la sua
figlioletta, Lina. Il recente lutto la deprime assai
e la cuoca pur sempre cuoca è. Ma il destino è in
agguato.
Arriva il nuovo cuoco. Canta le romanze, mangia la
pizza e fa gli spaghetti.Da dove viene?
From Italy! Dissapori iniziali
ed incomprensioni. Poi lui, furbescamente va di
sponda. A Lina gli garba, è gentile, simpatico,
fanfarone e canta. Facciamola corta: mettono su un
ristorante e i due adulti dividono il letto. Chi
l’avrebbe mai detto? Tutti!
IL PROFUMO DEL MOSTO SELVATICO di
Alfonso Arrau, USA 1998
Il titolo originale, “A walk in the clouds” è la
traduzione del film di Blasetti, “Quattro passi tra
le nuvole” del 1942 a cui la sceneggiatura si
ispira. La trama. Un prode soldato americano torna
dal fronte, vittorioso ma sconvolta dalla guerra.
Ritorna dalla giovane moglie: di tutte le lettere
che le ha scritte niuna ne lesse! Occomemai? Eh,
facile non è, tempo non avere. Pace. Lui riprende il
suo lavoro di rappresentante di cioccolatini.
Durante il viaggio in treno per clienti cercar,
trova una bella giovine. Bella è! Diventano amici.
Ella ritorna dal padre, cattivissimo e ricchissimo,
con un segreto dentro di lei. Che segreto sarà mai? Ella porta in sé il segreto:
un merdoso professore suo insegnava l’arte della copula e non quella
dell’arte, tout court! Che dire al genitore. Lui si commuove: dirà che
la creatura è di egli, lui. Arrivano alla Napa Valley, vigne
dappertutto! Lui ci ha un fucile e pure lo usa!
Si incazza assai, si
sposarono senza nulla dire! Il nonnino traballa, l’Anthony,
è buono lui. Beh, bisogna accettar la cosa. Ma la
notte vien il freddo! Bisogna scaldar le viti già
gravide (di grappoli). Tutti bracieri accesi e tutte
le donne con alucce alle braccine il caldo inviano
alle fragili piante! Ah! Magia della scena:
angeliche figure sembran librarsi nel ciel, come
angiolini. E salvano il raccolto! Il patron è sempre
rabbiosamente imbufalito. Ma poi arriva la
vendemmia!!! Un bel gigante di tino, alto un metro
ma largo dieci. Tutte le donne, le gonne fatte su,
vi si gettan dentro: alè! Felicità, risate,
divertimento assicurato! Danzano e pigiano. Polke e
mazurke! Ah! Che scena! Il giovine però vuol tornare
dalla moglie, sennò bigamo è. E se ne va. La donna
piange la prematura vedovanza. Lui va a Nuova York,
bussa. Trambusto… La moglie ci ha un uomo dentro il
letto! “Ma come mogliettina mia, che tu fai?”. Dice
lui. Ella ha ottenuto il divorzio! Benone! Egli ora
è libero! Prontamente ritorna dalla ex vedova: egli
libero è! Lesto arriva. Il coglione imbestialito ora
è anche briaco. A pugni lo prende e gettargli
addosso una lampada ardente, lo vuole abbruciare! Ma
il giovane, agilmente, si abbassa. La lampada cade
nella vigna. Accipicchia! Il fuoco l’avvolge
calorosamente, tanto. Accorrete, accorrete! Le
fiamme divorano chilometri e chilometri di vigneto.
Nulla resta! Ma sulla tomba di un vegliardo deceduto
altri tempi, una pianta c’è ancora! Da qui rinascerà
la nuova vigna e la pace col suocero rincoglionito.
E il bimbo del turpe professore. Alè! Tutto bene,
benone! Come film è da vedere: la fissità del Reeves
è granitica, le alucce penose, l’incazzatissimo
Giannini è imbarazzante. Effetti speciali
agghiaccianti! Non vi pentirete!
P. S. Nel film del povero Blasetti, il Mario tornava
a casa e subito doveva scaldare in un pentolino
prebellico il lattuccio per i bimbini, la moglie
quasi lo strozza per la lunga assenza. Proprio come
succede a tutti: Noi.
IL VENTO FA IL SUO GIRO
di Giorgio Diritti, Italia 2005
Con, Thierry Toscan, Alessandra
Agosti, Dario Anghilante, Givanni Foresti.La storia si svolge nelle valli
occitane del Piemonte e l’occitano è la lingua
parlata nel film. Dunque, Philippe, un ex insegnante
ed ora pastore, è in cerca di un posto dove
trasferire la sua attività, visto che hanno deciso
di costruire una centrale atomica, lassù nei
Pirenei, dove viveva. Nella sua ricerca capita a
Chersagno, paesino di montagna semi abbandonato. La
bellezza delle montagne attorno e della natura
incontaminata conquistano il pastore. Chiede una
casa, una stalla e dei pascoli. Si riunisce il consiglio
comunale, ne discutono i capi famiglia. In effetti
il paesino ha bisogno di essere rivitalizzato, il paese è già in declino. Un
proprietario offre una casa, altri la stalla,
qualche mobile. Presto tutto è pronto per
l’arrivo del resto della famiglia, moglie e tre
figli, e delle capre.
Con la primavera spunta
l’erbetta e si comincia a fare il formaggio. Da
subito diventa ricercatissimo, dai ristoranti, dai
commercianti, da semplici passanti. E’ subito un
successo: si rivitalizza il paese, arriva gente,
tutti contenti, contentini… Come succede, non tutto
va per il verso giusto. Vi ricordate le immacolate
valli svizzere della dolce Heidi? Le refrain della
canzoncina diceva:” Heidi, Heidi, le caprette ti
fanno ciao…”. Invece le caprette di Philippe fanno
la cacca in giro per il paese! Mangiano anche erba
del vicino, a cui del resto non frega nulla. La
comunità incomincia a chiudersi. Durante una
processione trovano una slitta da fieno che ostacola
il cammino: anatema! Incomincia una guerra
sotterranea, lettere anonime! Arriva, solerte la
ASL! Dopo tutte le analisi il verdetto è
inappellabile: tutto pulito ed incontaminato, non
come il fast food (vedi sotto). Ma com’è possibile che
quel tanghero riesca a fare formaggio così buono?
Insomma, questi non sono diversi, sono alieni!
L’unico che se ne accorge è il povero matto del
paese, che quando i pastori, ormai vinti ed
abbandonati, se ne vanno, “parte” anche lui Le
montagne immobili tutt’attorno chiudono gli spazi e
gli sguardi. Nella casa del pastore ormai
abbandonata, un giovane che non vuole andare a
lavorare in città, accende una stufa… Come dice il
proverbio :”Il vento fa il suo giro…”
Se volete vederlo dovete
comprare il DVD sul sito del film su internet, alla
multisala non lo danno!.
FAST FOOD
NATION di Richard
Linklater USA 2006
Con: Patricia Arquette, Bruce
Willis, Ethan Hawke, Avril Lavigne.
La fabbrica “MICKEY’S”,
specializzata in fastfood, sta lanciando il prodotto
che sarà la punta di diamante di tutta la
produzione: il BIG ONE!, un paninazzo da far
impallidire il buon Poldo. Purtroppo, a rovinare la
solenne festività, arriva la notizia che in alcuni
campioni di carne usata per produrli vi è fissa
dimora di colonie di colibatteri, numerosi,
numerosoni! Si chiama l’inventore del prodigio
alimentare che subito chiede di cosa trattasi? Il
capo sospira e serafico rivela: “MERDA!”. Bisogna
correre ai ripari e di corsa, corsona! Egli parte.
Lo stabilimento è nei pressi del confine con il
Messico. Occomemai? Facile! Quelli che ivi lavorano
sono tutti messicani, clandestini, disgraziati,
affamati, vilipesi ed in più, senza permesso di
soggiorno! Tutto il giorno lavorano: macellano,
segano, sventrano, dilaniano, spezzano, tritano… Veloci, velocioni, il tempo è
dollarone e non c’è il tempo per pulire le viscere di queste migliaia di bestie
che transitano nei nastri trasportatori.
?In tutto questo merdaio, in
senso tecnico, non per dire, qualche pezzo di
messicano ci va pure isso, a gratisse! Tutti veloci,
tanta carne, tanti hamburger, tanta felicità por
todos. L’ispettore capo, indignato, manda a chiamare
il capo fabbrica. E chi è il capo fabbrica? E’ BRUCE
WILLIS. Isso s’incazza assai!! Come una bestia!!!
Quasi gli va di traverso il BIGONE! E gli dice: noi
siamo il sogno americano, diamo cibo ginuino a
milioni di individui e lavoro anche, macelliamo
hogni hosa, quervo mundo e quervo tambièn tigo! E
che, se accadesse accidentalmente uno scontro tra
autoveiculos, bisognasse chiudere le fabbriche de
los automobiles? Egli ha ragione, è giusto. BRUCE,
che nel film DIE HARD 186, al confronto, sembra un
seminarista certosino, (vedi),
è stato convincente assai. Anzi con grande
magnanimità e generosità gli offre i rimasugli del
SUO panino ed ammonisce con serenità e pacatezza, di
solito a lui inusuali, l’ispettorino: chissà, anche
le sue feci potrebbero, un dì, colonizzare un
qualche bel paninone!
Andatelo a vedere, noleggiate
il DVD e andate a guardarlo a casa di un vostro
amico, amichino, almeno non vomiterete sul vostro,
di tappeto!
Con: Georges Corraface, Fanis,
Tassos Bandis,il nonno. E Basak Koklukaya, Ieroklis
Michaelidis..
Il titolo originale è :”Politik
Kouzina”, che meglio rende l’idea di quello che
stiamo per vedere. Il film si apre con una vista
straordinaria della città di Istambul. Siamo nei
primi anni del secondo dopoguerra, La comunità greca
è ancora integrata in quella turca. Il protagonista
è un bambino, Fanis, di una famiglia greca il cui
nonno, Vassilis, passa la giornata nella sua bottega
di spezie. Oltre che ad istruire il nipotino
sull’uso di queste misteriose polveri, profumate e
colorate, lo istruisce sul cielo e la terra, sulle
stelle e sul fuoco. Lo partecipa al grande gioco
della vita che ha la sua essenza nel binomio
astronomia e gastronomia.
Ed in queste due materie eccellerà
il Prof. Fanis. Dopo la cacciata dei greci dalla
Turchia, l’amore per la cucina porterà il giovane a
raggiungere eccelsi livelli qualitativi, tanto da
usare le sue doti per sedurre o respingere, a suo
piacimento, i suoi amici da chi gli è antipatico.
Oramai docente affermato, decide un viaggio ad
Istambul per un ultimo saluto all’ormai anziano
nonno e, magari, rivedere Saime, sua fiamma del
cuore ai tempi dorati dell’infanzia. Il nonno,
vecchio e malato, morirà tra le sue braccia. La
piccola Saime non lo ha mai dimenticato, sempre nel
suo cuore gli ha riservato un posto particolare.
Forse se gli facesse un po’ di quelle polpettine…La
vita, però, è come gli astri: segue il suo corso e
non si può alterare Alla sezione “cucina” la ricetta
delle polpette di Fanis, le KEFTEDES. Film
gradevole, on po’ pasticciato, per l’appunto Sembra
perdere il filo ogni tanto, come tutti, poi lo
riprende ma non sempre: ci vuol estro in cucina!
IL GRANDE
SILENZIO
di Philip Groning
Germania 2006, durata 16 ore.
Con: Monaci.
A questo regista tedesco è venuta un’idea: perché
non fare un film sulla GRANDE CHARTREUSE
De Grenoble. Ne parla con il priore. Questi gli
dice: Sì, si può fare, torni tra una decina d’anni,
giorno più, giorno meno. Dopo quasi vent’anni, il
telefono dell’ormai anziano artista, squilla
imperiosamente. Con un sobbalzo che quasi lo uccide,
trepidante sussurra: Hallo? Risponde una voce
profonda: Chi è me? Profi dire! Non ist moglich…! E’
il GroB Vater! ( nei sottotitoli: el xe el
fratacchione). Herr, dice: OKKEI, famo o filmon! Ma:
1) Nein musik
2) Nein kunstlicht lux
3) Nein nisciuno tranne isso
4) Nein Kommenten
5) Nein Frauen
6) Nein tuto el resto
Il sogno di una vita si avvera: per quattro mesi, corrispondenti alle quattro
stagioni, il registra vivrà in una cella, proprio come un monaco, per quattro
mesi, però. Il titolo sottolinea una delle regole dell’Ordine: il silenzio. Eppoi la preghiera,
ognuno nella sua celletta dove non manca nulla,
oppure, a seconda dei punti di vista, tutto. Hanno
caprette, ben tollerate dalla popolazione (vedi),
assai lontana dal convento. Hanno mucche, e tanti
orti. Si fanno il pane, grandi
minestroni, qualche pesce dei ruscelli. Il vino,non
ho scoperto se lo fanno da sé o glielo danno: per la
Messa è obbligatorio! Oggi ki toka fare Messa? Io,
io, io, io, io…non spingete! Birikini, io sgherzo!
Ogni ha suo turno: comincia da me medesimo! I
contatti con l’esterno sono ridotti al minimo. Solo
la preghiera e la meditazione accompagnano i
Padri. Nei giorni di festa mangiano assieme e poi
fanno una passeggiata. Quando c’è la neve fanno una
specie di sci: ruzzolare sulla neve, ma non vedono
l’ora di rientrare. Il film è lunghissimo e segue
pedissequamente i tempi della comunità. Poco alla
volta questi ritmi si interiorizzano, sembra non
solo normale ma anche auspicabile il rallentamento
dei nostri ritmi. Che nulla aggiungono a ciò di cui
abbiamo bisogno: un briciolo di spiritualità.
Le vent se leve…
Il faut tenter de vivre!
Così diceva il grande poeta. Il vento soffia da
centinaia di anni tra questi corridoi e tra queste
finestre. Immutabile lo spirito che qui aleggia. E
che così bene ci è dato di sentire. Per un momento
siamo certosini, fianco a fianco. E’ proprio così!
Non dimenticherete facilmente la Grande Chartreuse.
Ricordatevela.
“Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento forte e gagliardo, tale da
scuotere le montagne e spaccare le pietre, ma il Signore non era nel vento. Dopo
il vento ci fu un terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non
era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di una brezza leggera…”
I° Libro dei Re. 19, 11-13
Solo in
perfetto silenzio si incomincia ad ascoltare e a
vedere ed il linguaggio scompare…
BAD TASTE Regia di Peter Jackson, New
Zealand 19867
Capolavoro assoluto!
Inchiniamoci con ammirazione e stupore, incantati da
questa pura espressione d’ARTE! Vette
irraggiungibili e mai fino ad ora raggiunte da
qualsiasi cineasta, vivente e/ deceduto! Pensate che
la realizzazione di questo immortale e immaginifico
e straordinario “ESSAI” ha richiesto ben 4 (QUATTRO)
anni di lavorazione durissima ed indefessa. Beh solo
di sabato e qualche domenica e non sempre. Sapete
bene come sono gli amici: si prendono gli impegni
(si, d’accordo…) e poi spariscono, alcuni per
sempre! La storia raccontata, via via che venivano
fatte le riprese, proseguiva seguendo l’ispirazione
artistica del momento. Rigorosissima invece la
trama. La terra ha subito un’invasione di alieni!
Nessuno se ne è accorto. Infatti essi sono subdoli:
si sostituiscono agli umani prendendone le fattezze
precisi uguali.
Hanno cominciano da un paesello… e già umani non più vi son! Tutti extraterrestri!
Occomemai questo
criminoso comportamento? Essi vogliono fare la
concorrenza a McDonald! Ma su scala galattica! Gli
hamburger di umano ottimi sono, meglio di tutti! E
così tutti inscatolati con cura, finiranno nei
fast-food di tutto il creato! Quattrini! Che culo!
(per gli avidi alieni!). Ma come il vento, anche la
fortuna cambia! 4 giovini e baldi amici, armati fino
ai denti, affrontano di petto la grave minaccia che
incombe sul pianeta Terra! E bim! E bum! E tri-trac!
Le strade del borgo sono tosto lastricate di
cervella, trippe, polmoni alieniche! Facile
scivolarvi! Oramai il nemico è debellato e
frastagliato Il perfido capo extracomunitario riesce
però a partire con la casa, in realtà una perfetta
astronave abilmente occultata. La preziosa merce
abbonda assai! Presto tutti nell’universo intero
potranno assaggiare l’umano popolo! Ma… Che succede?
Ma c’è un clandestino a bordo, privo del regolare
permesso! Ah! E’ un giovine terricolo e ci ha una
moto sega!!! Good bye merdosone di marziano! Il
garzone del di lui corpo si riveste e a tutta
velocità al pianeta madre si fionda: l’aspettano gli
straordinari! Viva Jackson Peter, immenso regista
che non lesina gli effetti speciali: Frattaglie e
sangue, ossa e pezzi difficilmente riconoscibili,
anche da un anatomopatologo della TV!
Il suo secondo film, meno
bello, ha avuto più successo: Il Signore Degli
Anelli.
FESTEN
Regia di Thomas
Winterberg, Danimarca 1998.Con: Ulrich Thomsen
(Christian)
Henning Moritzer (Il Padre)
Birthe Meumann (La madre)Thomas Bolarsen (Michael)
Premio speciale della Giuria del Festival di Cannes
Una attesa festa di famiglia diventa una orrida
carneficina morale nell’assoluto vuoto che circonda
i personaggi. C’è da dire che il regista aderisce al
gruppo “DOGMA 95”. Gruppo fondato da Lars von Trier
che impegna i registi a non usare la colonna sonora,
la scenografia, le luci e la macchina da presa
tenuta in mano. Queste regole ferree esaltano la
teatralità della vicenda e la dimensione grottesca e
ripetitiva delle azioni. Sono tutti riuniti, figli,
cognati zii e zie nell’avita dimora di famiglia per
festeggiare i sessantenni del ricco patriarca Helge
Klingenfeld-Hansen. Praticamente tutto il film si svolge
nella grande sala da pranzo. Grandi vini di Bordeaux
vengono versali con cautela nei bicchieri ed arriva
un potage, forse al pomodoro forse all’ostrica:
tutto fè.
I figli sarebbero quattro ma la piccola, gemella
di Christian, si è suicidata da pochi giorni. E
proprio al gemello sopravissuto viene chiesto di
fare il primo brindisi. Una cosetta da nulla…
Semplicemente ricorda al genitore di quando si
chiudeva nello studio con i gemellini per
violentarli in santa pace. Lieve imbarazzo, Si continua
con il daino ai mirtilli. Il vino scorre a
fiumi. Ting ting ting! Altro brindisi, questa volta
alla mamma che tutto aveva visto. Il vecchio è
impassibile come pure gli ospiti. Riprendono
tranquilli a mangiare e bere, La moglie sorride, la
festa continua. Non c’è traccia di imbarazzo o
commozione. Anzi fanno pure il trenino in giro per
la casa. Poi tornano, garruli, al loro desco
agognato. Ting ting ting, altro brindisi. Questa
volta è la figlia che deve leggere un biglietto
scritto dalla giovane suicida e testè ritrovato.
Dice che il ricordo del padre che la violenta non
l’ha mai abbandonata ed ora non ce la fa più. Beh, è
il momento di passare all’acquavite, per tenersi un
po’ su. La festa continua, si strimpella un
pianoforte, si ride, si chiacchiera. All’alba tutti
a nanna, all’indomani li aspetta la colazione, e poi
ognuno a casa sua… AUGURI!
COME L’ACQUA PER IL CIOCCOLATO
Regia di
ALFONSO ARAU, Messico1992
Con Lumi Cavazis (Tita)
Marco Leonardi (Pedro)Regine
Tomei (Donna Elena)Pilar Aranda (Chencha)Mario Ivan
Martinez (Dr. John Brown) Personaggi, colori e
sapori, sensazioni e sentimenti. Poesia e
dramma. Amore, passione e desiderio. Siamo in
Messico all’inizio del novecento durante la
rivoluzione di Pancho Villa. In un “rancho” isolato
la vita di sole donne procede tra tradizioni,
femminilità e soprattutto cucina.
Lumi Cavazis
La vecchia e saggia Chencha
istruisce la giovane Tita all’arte della cucina:
sapori, odori, profumi. Sarà questa cucina che seguirà Tita per tutta la vita intrecciandosi con gli
avvenimenti famigliari e le passioni erotiche. Pedro si innamora di Tita,
l’ultimogenita e per questo destinata alla
condizione di zitella per meglio accudire la madre
al momento del bisogno. Pur di restarle vicino,
decide di sposarne la sorella: saranno così sempre
vicini. Tita preparerà per l’amato ogni
genere di specialità che parleranno dell’amore che la possiede. Il dialogo
amoroso, impedito dalla madre, troverà compimento e consolazione nella
preparazione di manicaretti stupefacenti che ora tutti riconoscono per quello
che sono: un inno all’amore! Quando Pedro le regala un mazzo di rose, Tita le
usa per preparare la salsa per le quaglie, altra ricetta miracolosa tratta
dall’antico libro di Chencha. Assaporandole ognuno prova il prodigio d’amore,
chi con terrore, la sorella, chi con rabbia, la
madre, chi con infinito desiderio, Pedro. Le
giornate si susseguono, il tempo passa, con tramonti
di fuoco e guerriglia endemica. Tita continuerà la sua missione, seminare amore. Ed
ora tocca al dottore, sempre presente per i bambini e la moglie di Pedro,
avanzare la sua proposta. E matrimonio sarà anche per Tita. Il destino in
agguato sorride: Tita e Pedro avranno la loro notte d’amore! Di breve durata:
lui al culmine del piacere lascerà la vita. L’incendio d’amore si porterà con sé
anche Tita. A noi, già innamorati dell’angelo della cucina, non resta che
profonda malinconia. Al terribile incendio che tutto distrugge si salva un solo
oggetto: il vecchio libro di ricette dell’india Chencha! Per fortuna! Un segno
inequivocabile per noi: sediamoci al desco in convivialità e allegria!
Con Dante Marmone, Luca Cirasola e Tiziana Schiavarelli. Con la partecipazione
di L. Banfi e R. Arbore Film d’amore! Amore tra Dante e Tiziana, amore per la focaccia, per la Puglia,
per Altamura, per l’umanità. Per i prodotti della terra, per la tradizione del
buon mangiare, per i lavori artigianali. Insomma amore per l’uomo, artefice della
sua storia. La trama, beh, la tramina: Dante vende ortaggi che compra in
campagna. Tiziana li compera. Tutto buono, in ispece la focaccia. Ma, un brutto
giorno, arriva il DEMONIO! E’ il Mc Donald che apre una sala da 550 metri
quadri! Hamburger, patatine, gelati, feste, aria condizionata a gratis! Ci vanno
tutti, i giovani per il panino, le famiglie per le feste ed i vecchierelli per
il fresco. L’Ammerica dinto ‘o paisiello! La storia ha un lieto fine: arriva di
Gesù Luca che apre una panetteria nella stessa piazza, vende focacce a tonnellate! Per il
ciclope d’oltreoceano è la fine! Deve chiudere: basta panini, basta
tutto! La concorrenza spietata del panaro è devastante! Ammainate le vele,
yanki go home! Alleluia!
Nel film sono intervistati alcuni sopravvissuti
artigiani altamuresi: il barbiere, il sellaio, il ciabattino, il fabbro. Tutti
allegri, beh, allegrini. Nel film documentario, appaiono, brevemente due titani
della risata, Lino Banfi e Renzo Arbore, pugliesi entrambi. Insomma, mangiate
sano, mangiate i prodotti della terra ma che siano genuini! Buon divertimento e
buon appetito! Alla sezione cucina la ricetta della mitica focaccia.
P:S:Alcune malelingue hanno messo in giro delle
voci, voci discordanti. Si tratterebbe di una
bufala, niente vero! Sempre esistette la focaccia,
ma la mozzarella non ci va! E bravi altamuresi,
mangiate dal panaro al calduccio!
Da Otello alla Concordia, via
della Croce 81, 00181 Roma (RM), Lazio, Italia. Che
centra? Ma alla grande: questo ristorante trattoria,
nel cuore de Roma, tanto piaceva a vippe di TE-VE e
di cinema. In primis a Fellini Federico. Se magna de
tuto ma la specialità sono gli spaghetti alla
Otello, ricetta segretissima!. Una sera Scola Ettore
vi andò e folgorato vi fu! Ce faccio nu film,
paro,paro. Così fu. Però bisognava cambiare er nome
alla bettola! Penza e ripenza… Eccoci: Arturo al
Portico. Il più era fatto. Tutti attori, attoroni!
Gassman V., e Giannini G. Dunque, tutti seduti per
mangiare. Ma semo omani e ce va anche di far
conoscenze… Giannini fa er Prof de filosofia (ma va?) e ci ha l’allieva, anni 50
in meno, che lui tromba quando può.
Poi c’è una bonazza che si porta
4 (quattro) morosi, gli garbano!
Una donna in carriera, eh, ci ha l’agenda, ne
approfitta per strizzare i zebulon a un vicino di
tavola che si deve sposare. Poi c’è uno che fa di
essere cretino, mangia riso in brodo ed invita un
mago al suo tavolo. C’è il poeta (?) Gassman, mangia frittatina
di verdure e pontifica a più non posso. Una mamma
scopre che la figlia, anche, si vuole sposare,ma con
Domeniddio! Finalmente uno mangia cervello fritto:
il figlio è tossico ma tanto, tanto simpatico. Un
gruppazzo si telefona di nascosto, vogliono trombar
pur iss ma con la moglie dell’altro.5 vecchierelle,
una ha un giovanotto che le fa la corte (!),
un’altra ci ha un tumore, parina. Due attori,
attoroni discutono di un testo:uno deve stare muto
tutto il tempo e l’altro no. Che cena ragazzi! Ora
arriva una scolaresca, è un compleanno! Tuti aleghar!
E subito simpatici lanci de pagnottelle: Ah; Ah, Ah.
Non mancano , obiouvsly, i giapponesi con macchina
fotografica, mangiano la carbonare. La moglie del
paron ci ha lo spasimante che all’aeroporto
l’aspetta! Non se ne può più! Durata ore 2 e minuti
6 (!). Tempo reale. Ahimè! Provate ad andare da Gino
al Sottoscala…magari nun se tromba ma un paninazzo
se remedia!
STORIE DI ORDINARIA FOLLIA Regia di Marco Ferreri Con: Ben Gazzara,
Ornella Muti, Susan Tyrrell, Tanya Lopeat, Roy
Brocksmith, Katia Bergher. Francia-Italia 1981.
Un ragioniere, tale Charles Serking,
dovrebbe essere l’alter ego di Bukowski. Quindi
beve, per dire. Qualche volta vino o uischi o birra.
Quando cammina barcolla in qui e/o in là. Ni un barre conosce Cass, la puttana più bella della
città. Sarà che si mette con lui? Ebbene sì, lo
scrive lui il film .Sicchè! Lei gli getta i bracci a
i collo (è la povera Ornella Muti, oggi giustamente
dimenticata). Vanno ni il appartamento di egli. Lei
è NINFOMANE!!! Almeno col azzimato ragioniere. Ne consegue
amplessi, penosi, gli bacia una mela, mio Dio!!!!!
Lui scrive anche poesie: va a una lettura di poesie
in pubblico, ma successo non ha. Ma in agguato…
trova una ragazzina nel suo camerino… è notte
d’amore! Poi va da Cass e tromba, mi viene da piangere. Qualche volta batte i
tasti di una macchina da scrivere ma straccia i fogli..
Va al mare con la morosa, i gabbiani, la sabbia, i acqua. Si beve una birretta e barcolla. Arriva una lettera
di editore: Te tu è un genio! Vieni tosto da noantri,
quattrini a sfare!! Le sue poesie sono ottime!! Diventa famoso!!!
Guattrini!! Lui beve una birretta e barcolla..Ma
egli è per la libertà! Nol pol scriver a komando! Si
rimette la giacchetta e al paesello torna..
Barcolla(?). Cass è deceduta, egli tra i rifiuti cerca birrette:
punte. Poi va al mare, gabbiani, sabbia, liquido
acquatico,….. trova una giovane, BELLISSIMA!! Che
vuole trombare! Occomemai a me non succede mai! Ma a
egli SI’.Allora bisogna che lo scrivi da me un
filmettino: Un giorno camminavo per la strada ed ho
trovato una giovane ignuda che diceva mi trombi…please?
Eccomennò? Gabbiani a sfare e birette, acqua e
terreno. Mi no ghe credo! Per tutti coloro che cercano l’anima gemella,
gemellina, consiglio: 1) Giacchetta d’ordinanza 2) Qualche birretta 3)
Perenne barcollio 4) Imparare a memoria qualche poesia 5) Pettinarsi
spesso 6) Parlare poco 7) Fumare sigari balordi 8) Scrivere stronzate
che registi rincoglioniti ne faranno film 9) Il film è orrido 10)
Ornella Muti sembra un saccone 11) M. Ferreri è tornato alla casa di il
Padre di lui: 12) Porco mond 13) Ben Gazzarro, ma che male gli
facimmo?.
PRANZO DI FERRAGOSTO
Regia di Gianni Di Gregorio. Italia 2008
Con Valeria De Francisci, Marina Cacciotti, Maria Calì, Grazia Cesarini Sforza, Alfonso Santagata,
Luigi Marchetti, Maecello Ottolenghi, Petru
Rosu, Gianni Di Gregorio.
A Ferragosto fa caldo calduccio.
Anche a Roma dove vive Gianni con l’anziana madre. Pieno di
debiti e nullafacente campicchia con la pensione di mammà. Vino bianco, sempre,
lo sorregge nell’incombenza della vita.
La madre è
autosufficiente ma bisognosa di attenzioni e cure per riempire i suoi giorni.
Accudirla per Gianni oltreché necessità è anche scopo: un buon
equilibrio. Si sa, a Ferragosto la città si spopola: il caldo e
l’afa, chi va al mare e chi va in montagna. Anche
l’amministratore del palazzo dove abita Gianni al mare ci vuole
andare e non da solo ma in buona compagnia. No, non dell’
anziana madre, che invero vuole affibbiare a Gianni! Gli
abbuonerà tutti i debiti! E’ dura, ma se po’ fà. Le vecchie però
son due, ecco svelato l’arcano! Pazienza! Altra vecchia in
arrivo, è la mamma del suo medico curante. Tutti al mare, tranne
le mamme (anziane). E fa quattro.
Gianni si organizza. Cibo e cassa di vino (bianco). Beh, qualche
pensiero glielo danno, le vecchie. Una fugge di casa, un’altra a
dieta strettissima, trafuga una teglia di pasticcio e se la
mangia e fanculo le pasticche! Che fare? Stare attorno ad una
tavola imbandita! C’è anche il pesce, pescato nel Tevere! E il
vino! (bianco). Si divertono.
Tanto. Non vogliono andar più via! Vogliono continuare a stare
insieme!
Mangiare, dormire, chiacchierare, ballare, ridere e scherzare!
Qualche euri facilita la convivenza e le scomodità! Gianni pure
si diverte e in più anche un lavoro è per lui, finalmente!
Le attrici sono tutte esordienti e sono tutte strepitose, le risate fioccano. Il
racconto scorre lieve, sottolineando un problema che tutti
tocca. Non si vuole risolvere la questione degli anziani ma
raccontare una storia. Tenera, rispettosa, sorridente ed un po’
lunatica.. Forse il vino bianco non risolve il problema ma dà un
aiutino. Andateci al cinema: non è facile vedere un film che con
lievità tocca temi così urgenti, rifletteteci… E beviamo una
bottiglia di vino. Bianco. Per noi un Tocai, anzi un Bianco
Friulano, come bisogna chiamarlo adesso! Prosit Pronobis!
Regia di Stanley Tucci e Campbell Scott, USA 1996
Sceneggiatura di Stanley Tucci e Joseph Tropiano Con: Stanley Tucci,
Campbell Scott, Tony Shalhoub, Isabella Rossellini,
Ian Holm e Minnie Driver. Vincitore del premio come migliore sceneggiatura al
Sundance Film Festival.
Siamo negli anni 50. Due fratelli, nella versione
italiana, abruzzesi, hanno un ristorante, il
PARADISE, in riva all’
oceano. Modesto ma ben tenuto. Ai fornelli Primo
Pilaggi, chef di qualità ampiamente riconosciuta. In
sala Secondo Pilaggi, bello, sicuro di sé ed
ambizioso. Il ristorante è però tristemente e
costantemente vuoto. I clienti vorrebbero polpette e
spaghetti, ma Primo è inflessibile e pretende di
fare come vuole lui. Secondo lo prega, lo
scongiura di accontentare i clienti: Primo
minaccia di tornarsene in Italia. La banca
non presta più niente.
Prova a rivolgersi a Pascal, italiano anche lui e anche lui proprietario di
ristorante, sempre piene! Soldi non gli dà ma gli dà un’idea: fare una serata
col famoso cantante Luis Prima. Clienti mille
accorreranno! Ottimo! La cena viene
organizzata e il prode Primo si scatena.
Vengono invitati amici e no, cani e
porci. La tavola sembra una di P.P.
Rubens! Si incomincia con il timballo di
maccheroni (vedi cucina), poi il risotto
tricolore. Segue la zuppa eppoi il pesce eppoi nu purceddu! Per tutti è la
cena migliore della vita, così solitamente così
avara in soddisfazioni. Si canta, si balla, ci si
bacia ma del noto cantante neppure l’ombra! Colpa
dell’infido Pascal! Ha fatto finta di invitare il
cantante, vuole far fallire I° e II° per assumerli
lui per un tozzo di pane. Si difende così: è buissiness e fanculo il PARADISE! A questo
punto: Pascal va via con Gabriella, che aveva
baciato II° visti da Phyllis, sua morosa. Questa corre e si butta in mare. E’ più un gioco. Ma
arriva I°, punto gioco: lotta furibonda. Gli amici assistono
meditabondi. Ammerrica! La vita di tutti ha subito
un trauma. Al mattino seguente i due Palaggi si
mangiano una frittata amorevolmente preparata da II°.
Sai che? Siamo noi importanti! Qui si chiude il film, tenero, appassionato e
travolgente. Vera protagonista la tavola che per un
momento ha cambiato la vita di tutti. Forse
ripartirà l’avventura, nuovi amori, nuove idee e
sentimenti a sfare! Il film è stato paragonato al
“Pranzo di Babette”, ma là eravamo nel profondo
nord, qui è l’Ammerrica carimieiamici! Film
imperdibile, recitazione splendida, fotografia
superlativa. Riflettiamoci con le nostre
bottiglie,,, di Montepulciano d’Abruzzo! Un brindisi
al bello e abbronzato Obama, chissà forse I° e II° riusciranno ad aprire una tavola calda! Prosit
Pronobis!
BARFLY
Regia di Barbet Schoeder, USA
1987 Con Mickey Rourke e Faye Dunaway
Sceneggiatura di Charles Bukowski
La storia è molto semplice: un
alcolizzato, Henry Chinaski, vive in un bar, da cui
il titolo del film. E’ sempre brihao e spesso si
dà alla scazzottatura con il barista, invece di
essergli grato per le libagioni. Ma si sa, è un vero
macho. A tempo perso scrive racconti, storie di
alcol e donne: l’inspirazione non gli manca.Infatti
incontra, al bar, una bellissima donna, Wanda Wilcox.
E’ amore alla prima bottiglia di liquore, anche lei
è etilista all’ultimo stadio. I due vanno a vivere
insieme nell’appartamento di lei. Grandi bevute!!
Colpo di scena! Arriva un’editrice che gli vuole
pubblicare i suoi racconti.
Secondo voi com’è?
Vecchia ed arcigna? NOOOO! È giovanissima,
bellissima e ricchissima!Lo porta a casa sua, lusso
sfrenato! Grandi bevute e folle amore. Ma lui vuole
tornare al suo barrettino pieno di vecchi vomitosi,
il lusso non si addice al suo sudiciume. Qui ritrova
la Wanda. Arriva anche l’editora! Rissa spietata tra
le due donne: in palio c’è Henry, se vi par poco!
Vince la Wanda! Già che ci siamo anche Henry fa a
botte con il barista|Beh, è il film più triste che
io abbia mai visto. Forse questa sera mi berrò una
camomilla|
PER INCANTO O PER DELIZIA
Titolo originale PIMENTS, SEXE ET SAMBA.
Con Penelope Cruz e Murilo Benicio
Regia di Fina Torres USA 1999.
Una bella ragazza,
Isabella, è una cuoca straordinaria. Occomemai?
Perchè cucina usando il cuore e l'amore e tutti
conquista. Così anche Toninho, accecato
dall'amore, la vuole sposare tutti modi. E' così
sarà. Non male avere una cuoca così nel proprio
ristorante e a gratis. Siamo in Brasile, paese
di seduzioni e sapori. Un bel giorno, per dire,
la cuoca trova il marito che cucina a dovere una
bella mora! Dramma! Lei non ne vuol più sapere
di lei: parte per l'America a cercar fortuna...
La trova! Diventa la conduttrice di una
trasmissione televisiva di cucina. Grande
successo! Folle seguono le sue trasmissioni.
Ritrova anche un suo vecchio amico nel frattempo
diventato Monica. L'ex marito non demorde, il
suo ristorante va male e la rivuole indietro,
anzi, dietro la cucina del ristorante.
Eccosì
sarà: si sa come sono le donne...!
La cosa migliore del
film è il concetto dell'amore in cucina, cosa di
cui non parla mai nessuno. E che gliene frega.
In onore del Brasile
ci beviamo una CAIPIRINA, lime a spicchi,
zucchero di canna, ghiaccio e NEGA FULO',
AGUARDENTE DE CANA, a iosa. Prosit Pronobis!
UN'OTTIMA ANNATA ( A good year) USA 2005
Con: Russel Crowe, Marion Cotillard, Albert Finney, Valeria
Bruni Tedeschi
Regia di Ridley Scott.
Il film è tratto dal libro di Peter Mayle, A good year, scritto
su richiesta di Ridley Scott. P. M., americano, vive amabilmente
, nel sud della Francia. Altri suoi libri: Un anno in Provenza e
Lezioni di francese. Ma và?
Ma veniamo alla storia. Max Skinner è una merda umana:
speculatore senza scrupoli nella City, non arretra davanti a
nulla pur di far soldi. Ma il troppo è troppo: viene
licenziato!
Il Ma il cielo è tenero con gli squali: gli arriva la
notizia che un suo zio è passato a miglior vita: eredita una
tenuta nelle colline del Luberon, nel villaggio di Saint-Pons
(Ancora Provenza, ma và?). Qui passava le vacanze da piccireddu.
Va a vedere deciso a vendere ogni hosa. Arriva una giovane
avvenente assai che reclama la proprietà. Sarà amore e
pentimento. Diventerà buonissimo. Il suo vino sarà ottimo. E
quant'altro.
Film incredibile: bisogna vederlo per forza per rendersi conto
in quale abisso cloacale si è ridotto il povero Ridley. Auguri a
chi accetterà il mio consiglio! Poveretti, anzi, parini!
SUPER SIZE ME
Sottotitolo: un Film di Epiche
Porzioni. Regia e sceneggiatura di Morgan Spurlock.
Candidato all'Oscar 2005. Vincitore del Sundance FestivalStephen King ha bisogno di alieni,
fantasmi, zombie, streghe,impossessati per farci inorridire.
Il buon Morgan ci congela la schiena con il suo
documentario-verità, un pò alla volta, come da tradizione.
Gli USA,il più grande impero di tutti i tempi, ha deciso di
suicidarsi! Ohibò!, e come? Con i panini. Beh, non proprio,
con paninazzi. Il peso, fisico, degli abitanti
USA, non ha eguali sul pianeta: l' obesità è una strisciante
epidemia.
Morgan vuol capire il perchè ed il
come. Decide di mettersi a dieta: per 30 giorni: colazione,
pranzo e cena al Mac Donald. Vari specialisti certificano il
suo ottimo stato di salute. Parte l'esperimento. Già al nono
giorno è provato: stanco ed affaticato. Sta bene solo quando
mangia il solito SUPER SIZE con 2 litri di coca-cola. Gira
in diversi stati dell'Unione. Ci sono parchi giochi per
bambini. Le feste di compleanno e cartoni animati che
raccontano le avventure del pupazzo MAC. Come negli anni 60
i dolcetti per bambini avevano la forma di sigarette per
avvicinarli al fumo da adulti, così questi bambini avranno
conforto mangiando in un fast food: è l'imprinting bellezza!
Si sottopone a nuovi controlli sanitari: gli specialisti
l'implorano: NON FARLO1 Il fegato è a pezzi, sale la
pressione ed il peso. Al trentesimo giorno il fegato è in steatosi, la glicemia alle stelle, tutti i valori alterati.
Ha ingurgitato mezzo chilo di zucchero al giorno. L'orrore
continua. Conosciamo un signore che abitualmente beve 4
boccioni al giorno, da 2 litri, di bevande frizzanti.
Improvvisamente diventa cieco: ha valori glicemici
iperuranici. Viene sottoposto all'amputazione di un tratto di
stomaco. Ora assistiamo all'intervento: in laparatomia,
grazie ad una telecamera inserita nel ventre
abominevole, vediamo delle specie di tentacoli di piovra in
azione. Con questi lo scorticano, lo tagliuzzano, lo
sventrano! Buon vecchio Stephen King i tuoi
racconti, al confronto, sono libretti di devozione per
aspiranti catecumeni. Fortunatamente il lieto fine
arriva. Morgan, accudito dalla moglie, Vegan, in qualche
mese si riprende. Grazie a questo film di
denuncia, è stato tolto dalla produzione Mac Donald il SUPER
SIZE: e non è poco.
La comunicazione funziona.
Dimenticavo: i più obesi sono i poveri, i neri e gli
ispanici...
P.S. Alla sezione "cucina"
una ricetta da sballo: i Chicken McNugget! Provare per
credere! Poe al confronto è un Andersen ridotto per anziane
ricoverate in un istituto per sordomuti (udenti con
superfluo uso di udenza con associazione di parlanti con
apparato buccale riottoso).
FACTOTUM
Bent Hamer, USA e Norvegia 2005. Con Matt Dillon.
Film costruito a
partire dai racconti di Bukowski. Henry "Hank" Chinaski è
l'alter ego del vecchio Buk. Infaticabile bevitore, attraversa
la vita con sprezzo del pericolo grazie ad una potente dose di
ironia. Colossali sbronze in eterna ricerca di un lavoro da cui
prontamente sarà allontanato con impressionante rapidità. Non
più di due o tre giorni. Qualche donna, sempre fondamentale,
qualche amico di bevute, sempre superfluo. Una incrollabile
fiducia nella letteratura. Una indomabile certezza nel
proprio talento. E sopravvive, tetragono, a colpi di ventura.
Beh, un aiutino ci vuole: alcuni litri di basta sia: alcool
etilico, obvious.
Nel film c'è anche un disastroso ritorno in famiglia. Il babbo
lo scaccia con ferocia. Ma è proprio grazie alle trasfusioni del
sangue paterno che si salva da una grave emorragia nella realtà.
Il film finisce con l'annuncio di un editore che finalmente
accetta di pubblicare un suo racconto. Ed è così che comincia a
nascere il mito di Buk E' l'inizio della fama e di una vita
finalmente ricca di soddisfazioni e danari.
L'ultima moglie lo
convincerà a bere meglio.
Morirà nel suo letto, nella villa a San Pedro, in California,
ricco e famoso, all'età di 74 anni, provateci voi!
Grande Matt Dillon! Forse
anche per lui un aiutino. Imperdibile! Triste e umano. La
letteratura ci salverà! Ricordiamocelo!
di Ang Lee Taiwan 1994 Il film comincia con una scena ricca e
rapida: la preparazione di un pranzo ad opera di un grande
cuoco! Assolutamente irresistibile!! Il grande cuoco, vedovo con tre figlie
in età di marito, ha perso il palato ed è ossessionato
dal futuro delle figlie. Questo assillante problema
sembra irrisolvibile...
Invece NO! Nel giro di qualche giorno
ben due figlie si sposano. Non solo, una è anche incinta!
Ma le sorprese continuano. Nel corso di una ricca
cena, preparata dal vecchio cuoco, si raggiunge l'atmosfera
almodovariana alla grande. Invitati le figlie con i
mariti, la vecchia vicina, che gli fa la corte, con figlia e
nipotina, annuncia un grande evento. La vicina trema di
desiderio. Colpo di scena: il cuoco annuncia che si sposerà!
Con la figlia della vicina!! La suocera sviene, le figlie fuggono in
preda all'orrore e lui si consola con la fidanzata, INCINTA! Finale emozionante e proustiano.
Invitato a pranzo dall'unica figlia nubile, in partenza per
Amsterdam per lavoro, assapora una zuppa. E magicamente ne
avverte tutti i sapori! Bellissimo film di sentimenti,
storie, allegorie ed emozioni. Imperdibile!
MANGIARE BENE UOMO DONNA di Ang Lee
Taiwan 1994 Il titolo è un proverbio cinese che
celebra le cose importanti della vita: cibo e sesso!
MONDO VINO, LA GUERRA DEL GUSTO un film di Jonathan Nossiter
Festival di Cannes 2004
Al centro del film-documentario c'è il
vino. Attraverso un percorso tra piccoli produttori, grandi
produttori e giganteschi produttori, Nossiter ci conduce
mano nella mano. Di fondo un suadente amore per il vino. E
sul suo grande mondo c'è di tutto. la tradizione e
l'innovazione, l'amore per la terra e la globalizzazione.
Ci sono Michel Rolland e Robert
Mondavi, il primo considerato il principale enologo del
mondo, l'altro produttore in California ricco di oltre cento
milioni di bottiglie vendute ogni anno. C'è Battista Columbu,
produttore di malvasia di Bosa in Sardegna con 1,5 ettari di
vigneto ed il barone di Rotschild dell'omonima cantina, che
da deuxiéme cru bordolese, è passato a premiére. Unico caso
nella storia di Francia. Occomemai?
Infine Robert ParKer, direttore e anima
di Wine Spectator, considerato il guru dai consumatori di
vino di tutto il mondo.
Occomemai i vini da lui ritenuti
migliori decuplicano il prezzo? Ed allora tutti dietro a Bob
e al suo cane scoreggione: VIVA!
E' la globalizzazione, bruttezza!
Film obbligatorio: dovrebbe essere
proiettato nelle scuole.
P.S. Ci sono anche i nostri amici del
Borro, Salvatore Ferragamo, San Giustino Valdarno, AR. I
loro vini sono al top, occomemai?
SIDEWAYS
di Alexander Payne
Film divertente e soprattutto con il vino come protagonista. Miles (Paul
Giamatti) e Jack (Thomas Haden) sono due amici quarantenni che decidono di
passare una settimana di vacanza insieme prima del matrimonio di Jack.
Questi esuberante e superficiale, quello introverso e tormentato. La vacanza
diventa una corsa sfrenata in cerca di donne per Jack mentre Miles, tra una
degustazione e l'altra, non riesce ad andare a fondo nei rapporti con le
donne. Sono due tipi profondamente diversi ma entrambi ci fanno simpatia
nella loro presentazione dell'umanità che li anima. Interessante il mondo
del vino con "farm" a cinque stelle, vigneti tirati a lucido e bottiglie da
favola, il mitico Cheval blanc del '61.
I sacri mostri si sono indignati per l'uso del bicchiere di plastica e per
la scarsa sobrietà dei protagonisti. Invece... E invece io esulto!
Parleranno, discuteranno, criticheranno. La magia del vino è nei suoi
profumi e nelle sensazioni che ci travolgono quando lo beviamo. Ci apre il
cuore e la mente già corre più veloce. E' quel dodici o tredici percento di
alcool che ci accarezza l'anima dolcemente:
Da vedere per divertirsi ed anche imparare qualcosa sul Pinot nero.
Prosit