SEMPLICEMENTE IRRESISTIBILE
 
Regia di Mark Tarlov, Germania-USA, 1999,
Con Sarah Michelle Gella (Amanda), Sean Patrick Flanery (Tom), Patricia Clarksol (Lois), Dylan Baker (Jonathan), Larry Gilliard jr (Nolan).
Amanda, giovane sprovveduta ma carina, eredita alla morte della madre una trattoriaccia in un postaccio. Che fare? Lei non sa cucinare ed in più le hanno aumentato l'affitto! Che guaio! Ma... Il destino bussa alla sua porta! Un signore gioviale e misterioso, vestito da havaiano, le regala un granchione!!! Per bollirlo? No, esso è magico e ne vedremo delle belle! Entra, l'Amanda, triste e sconsolata, nella cucina del suo nuovo, per dire, ristorante. Cucina assai povera di suppellettili, una specie di tinello. Qui l'attende il garzone Jonathan che la rincuora. Invece la zia, addetta alla sala, saletta, beve martini con avidità. Già seduti ai loro posti quattro vecchiarelli in attesa. L'Amanda è avvilita vieppiù e quella vista non aiuta. Ma ecco che nel suo locale entra una coppia di giovani bellocci e benestanti. Si mette al lavoro e... magia! Gli viene un pranzo coi fiocchi, grazie al granchione. In più i due litigano, benone, lui ora è singolo! Diventano amici e lui le propone di lavorare nel ristorante che vogliono aprire nel mega emporio dove lavora! Ebbene così sarà: lo sceffe francese si licenzia e lei prende il suo posto. Il successo è subitaneo, la critica elogia la sua arte, il granchione soffia effluvi alla cannella che diffondono amore e benessere! Viva, viva, viva. E' l'amore che trionfa! Il granchione gongola (?), L'Amanda el Tom si amano e felici danzano tra i fumi del granchione!
P.S. La zia di Amanda, prepara il martini con una macchinetta meccanica assai ingegnosa di cui non ho ben capito il meccanismo. Mi toccherà rivederlo... forse.

 
 

SPANGLISH
Quando in famiglia sono in troppi a parlare
 
Regia di James L. Brooks, USA, 2004, durata 131' (!)
Con: Adam Sandler (John Clasky), Tea Leoni (Deborah Clasky), Paz Vega (Florencia Moreno), Claris Jeachman (Evelyn Wright).
Una abbiente famiglia californiana, con due carini bimbetti, ha urgente necessità di una baby-sitter. Come voi sapete, di questi tempi, è così difficile trovare personale adeguato ed affidabile! Anche in California. Trovano solamente una ispanica, Florencia, che purtroppo parla solo spagnolo, meglio, messicano. In compenso ha belle tette e bel culo. Tutto fà. Lui fa il cuoco nel suo ristorante, è un acclamato sceffe: Per mangiare da lui, cinque mesi di attesa ci vogliono! Minimo! Bene, lui torna a casa tardi, beh, tardino e mai riesce a scambiare due parole con la Flò. Neanche con la moglie che non si vede mai. Proprio in questi giorni sul giornale arriva una notizia sensazionale! SI decreta che egli è il migliore sceffe di tutti gli Stati Uniti!!! Lui se ne rallegra, non tanto, quel giusto. Arriva la Deb, urla e strepita (per la gioia) gli salta addosso ed ha un orgasmo, o almeno sembra. Lui ridacchia. Ebbene, la conversazione langue, nessuno capisce nulla di niente. In più in famiglia abita anche la mamma di lei, una cantante a riposo con un bicchierone sempre in mano. Ella trangugia. Ed il suo stato non facilita. Lui, misteriosamente è sempre in

casa, lei no. Qualcosina si sospetta. Vanno tutti al mare, lì vicino e la Flo si porta la figlioletta: essa è felicemente bilingue. Benone! Le cose si appianano. La vecchia etilista, saggia e navigata, avverte la figliola di non uscire proprio tutte le sere. Magari se gliene parlasse? Così lei fà. Gli confessa la sua condotta riprovevole. Lui non la prende benissimo ed anzi si intristisce. Esce nella calda notte, vuole accompagnare la Flò alla dimora. Anzi, la invita al suo ristorante per una cenetta! Benone! Finalmente si mangia! Si vede armeggiare tra fornelli di lusso eppoi lei dice: buona questa cena. Mah!? Si danno qualche bacio, ma poca roba: all'indomani lei ritornerà al paesello. E lui, meschino, tornerà alla Deb.
A parte la scenetta nel ristorante deserto, lui tocca il cibo un'altra volta: In casa si fa un panino.. Poco cibo e poco vino. A parte la vecchia che però non si sa cosa beve. Avete notato la durata?
Auguri!
Voto: ^§ç
 
 

ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO

Regia di Matteo Oleotto, Italia-Slovenia 2013
Con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Presnikar, Marjuta Slamic, Roberto Citran.

La vicenda si svolge in terra di confine, tra Friuli e Slovenia, terra rigogliosa ed umanità desolata. Unici posti di ritrovo osterie squallide dove annegare le varie solitudini. Qui vive Paolo Bressan, ciccione etilista, cuoco in una casa di riposo. Peccato che sia un cialtrone: falso, egoista, inaffidabile. Insomma un pessimo figuro. Dalla morte di una vecchia zia slovena eredita le sue proprie ceneri ed un nipote grullo. Delle ceneri se ne libera subito gettandole dal finestrino. Il nipote, Zoran, lo deve tenere per ben cinque giorni, in attesa del posto nella casa-famiglia Che fare? Di questo giovane quindicenne? Nessun problema: il bieco Paolo, lo porta in osteria e lo affida al Sig. Liberati Giustino, oste. Ma ecco il meglio: il ragazzo gioca a freccette e fa sempre centro!!! Al suo ritorno il perfido Paolo, scoperto il talento di Zoran, fiuta l'affare. Scommesse nei locali oltre frontiera. Successo, il nipote fa sempre centro! Ora il prossimo appuntamento è in Scozia, dove si terranno i CAMPIONATO MONDIALE FRECCETTE! Sessantamila euri di premio, diventerà ricco il sordido cuoco sogna un futuro migliore! Il ragazzo pone delle condizioni per la sua partecipazione: Uno, non incominciare a bere prima delle 18. Due, diventare un po' più socievole. Tre. trattarlo con più rispetto. Potrà l'ignobile Paolo osservare queste richieste? Il rovinoso Paolo ha ancora una possibilità: Ce la farà? Non sarà dura, sarà durissima! Film etilico, il vero protagonista è il vino, vino consumato in modo pantagruelico in mefitiche osterie popolate da vecchi alcoolisti.  Anche la natura sembra partecipare a questa tristezza.  Fotografia molto accurata e regia attenta e sobria.  Fatto con affetto per i personaggi e la loro storia. Triste. 
Ma i giovani forse avranno una vita migliore...

 
 

SENZA ZUCCHERO
Regia e sceneggiatura di R. Balki. India, 2007
 
Con: Amitazih Bachchan (Buddhadev Gupta), Tabassum Hashimi Khan (Nina Verma), Paresh Rawal (Il suocero), Zohra Sehgal (la vecchia mamma).
 
Siamo allo Spice 6, lussuoso ristorante di Londra, il migliore per la cucina indiana. Il burberaccio patron sorveglia il lavoro dei cuochi con piglio severo, severone: é cattivissimo! Una sera una elegante signora entra ed ordina un riso allo zafferano. Assaggiatolo, con sdegno lo rifiuta, c'è lo zucchero! Se ne va! Mai successo!! Bachchan s'incazza. Indaga e scoperto il colpevole lo caccia all'amata patria di tutti e due, peggio per lui, sacco di letame!
La signora ritorna la sera dopo ma con un piatto di riso: “Assaggialo, fatto da me medesima, incapace!”. Brava! Bravona! Bachchan non gradisce il gentil pensiero, anzi. La sera dopo rieccola la fascinosa signora! Occomemai? Mah! E poi ancora... Gradisce la cucina indiana? Vieppiù! Oppure lo sceffe? Difficile, anziano é, in più arrogante antipatico e stronzo pure! Tant'è. Insomma lui le fa guida turistica però a modo suo cioè da vecchio stronzo. Ma anche lo sceffe é umano e dei givanil fermenti si rammenta: compra scatolona di preservativi. Insomma lui la ama ed anche elle lo ama, lo amona!!!! Incredibile! Beh ora ci vuole solo l'approvazione del di lei padre, che palle.

Toca ndar in India! Il Sig. Paresh non sa nulla, e buon per lui. Egli é più giovane di lo sceffe e nulla sa delle intenzioni della figlia. Quando l'anziano genitore viene a sapere che la sua adorata figliolina vuole maritare il vecchierello, tracolla! Decide di andare al creatore (Visnù?). Drammone! Come fa ad andare al Creatore? Non cibandosi! A la faccia dello sceffe vecchirel.
Tranquilli, va tutto a posto: i due si sposano e Paresh non muore:
Il film piace ad una mia amica.
Voto:10
 
 
LA FINE DEL MONDO  

 Regia di Edgar Wright, G. B. 2012
 Sceneggiatura di Simon Pegg ed Edgar Wright
Con: Simon Pegg (Gary King), Nick Frost
 (Andrew Knighéley), Martin Freeman (Oliver Chamberlain), Paddy Considine (Steven Prince), Eddie Marsan (Peter Page), Pierce Brosnan (Professor Shepperd), Rosamund Pike (Sam).

Cinque baldi giovini decidono che giunta è l'ora di entrare nell'età adulta. Ed era l'ora! Bisogna fare l'iniziazione! Porco Dimonio! Affrontarla non è cosa da poco. Bere una pinta, circa mezzo litro, di birra in ogni pub del loro paesello. In fondo sono solo dodici, l'ultimo si chiama "La fine del mondo"! Partono dunque alla conquista della di loro maturità con grande zelo e beata audacia. Purtroppo l'ardua impresa fallisce: al quinto pub sono sbronzi e stracotti: gnente da fare! Comunque sia, la vita va avanti: impieghi, matrimoni, nuove relazioni... Ma non per tutti! Gary King è rimasto un ragazzetto, brufoloso, scontroso, instabile, inetto, confuso e sbandato. Insomma un cazzone quarantenne sconclusionato. Durante una seduta di auto-aiuto vede la luce!. Come proseguire nell'arduo cammino di la vita? Superare l'antica impresa! Non c'è verso, rifare il mitico tour dei dodici pub di Newton Hven. Armato di determinazione, coraggio e risolutezza torna a cercare i vecchi amici. Con stratagemmi, scaltrezza e qualche astuto imbroglio, li convince a ritentare l'impresa. Il loro viaggio gli costerà caro: c'è sempre un prezzo da pagare! E sarà altissimo! Forti dei loro sogni giovanili ed ancora ricchi di attese fantastiche, grazie alla birra trangugiata scoprono un mondo alieno! Alieni che hanno già colonizzato il paesello. Non solo: l'intero pianeta!!! Con occhi lucidi e fiera determinazione alcoolica i nostri si battono come furie! Sorretti dal percorso iniziatico intrapreso e portato a termine sconfiggeranno L'alieno. Ma nulla sarà più come prima! La trasformazione avvenuta diventa irreversibile e totale! Questa è la morale del racconto.
Film divertente, sorprendente, fantasmagorico, allucinato! Correte in massa! Alla "FINE DEL MONDO".
Voto Mille
 
 

THE RAMEN GIRL

Regia di Robert Allan Ackermann, USA 2008.
Con Brittany Murphy (Abby), Toshiyuki Nishida (Maezum), Kimiko Yo (Reiko), Sohee Park (Toshi).
 
La Sig.na Abbey, giovane procace, vola in quel di Tokio onde ricongiungersi con l'amatissimo suo moroso! Quello giovane grandemente stupito é assai assai felice! Infatti per tutta la notte essi si amano! Eh, son giovani, eppoi non si vedevano da un poco. All'indomani il giovine le dice: "Ciao"! Che vuol dire? Deve partire subito; anzi, subitone! Ahimé, la giovane è abbandonata e sedotta abbondantemente! Piange e si dispera, la meschina. Esce di casa, attraversa la strada ed entra in una bettola. Piange e si dispera. Niuno dei presenti pare capire il suo idioma, mah! I coniugi cuochi non capiscono ma sanno che un tazzone di ramen guarisce todo! Infatti, la giovane si ripiglia! E vuole imparare a fare anche lei gli spaghetti al brodo. Nessuno capisce la sua richiesta. Infine prostrati dalla giovane, i cuochi la assumono per pulire i cessi. Lei prova anche a fare il brodo. Non ci riesce. Il Sig. Maezum le dà consigli e suggerimenti. Gnente. La porta dall'anziana madre per imparare. Gnente. Tutti le dicono che ci deve mettere l'anima. Gnente: lei ci mette pomodori e mais. Arriva uno da fuori, assaggia il ramen della giovane di California: Gnente da fare. Alla fine si consolerà: il cuoco, commosso da tanta

stoltezza: le cede il ristorantino. In più torna il moroso. No, non quello! Un altro, un giapponesino carino, dolce e gentile. Che sa l'inglese. Finalmente uno! Eh, non si può restare con le mani nelle mani!
Punto topico: La casa della madre di Maezum, luogo austero, sobrio, mistico, sacro. Vale la visione del film. Per dire.
P.S. Alla sezione "cucina" la ricetta del ramen dal film "TAMPOPO", vero capolavoro, da non perdere per nulla al mondo.
Voto:ZCZ
 
 

IN CUCINA NIENTE REGOLE

Regia di James Hacking, G.B. 2011.

Con: Claire Forlani, Dougray Scott, Michelle Ryan, Joshua Bowman, Simon Callow, Charie Lunghi e Gordon Ramsay.

Siamo in Inghilterra, un banale incidente automobilistico, segna la fine di un consolidato connubio gastronomico. La moglie muore ed il marito, affranto, si lascia andare alla disperazione. Nel suo ristorante arriva una critica americana e fa una recensione stroncatura: ha ragione, ha fatto bene. Lo scieffe ormai lavora alla porcodemonio, il suo cuore si é spezzato. Incazzato come un tapiro, accorre come un bolide il grande Gordon Ramsey, amico e sodale, a ricordargli la missione degli sceffe: cucinare con il cuore, cazzo! Egli comprende il messaggio e compera un localino in campagna, già adocchiato dall'amata consorte. Raduna la vecchia squadra e riparte alla grande. Il nome non é granché, “Lo Scarpone”, ma tutto non si può avere dalla vita. Grazie al passaparola il successo é immediato!  E bravo Rob Haley, te tu te lo meriti! Un bel giorno arriva la Kate Templeton, la critica americana cattivissima, che già lo ebbe a stroncare. Beh, già sapete come andrà a finire. Lo sappiamo per primi: Rob, in raccoglimento, versa in un ameno luogo
le ceneri di la sua moglie. Sopra versa di una bottiglia un bicchiere. L'altro è per sé. Benone, cosa fatta capo ha! Ora egli libero è! Singolo! Sicché..... Il nuovo ristorante diventa “Top Tra Toppe”! Benone! C'é da dire che un aiutino lo ebbe: la recensione televisiva di un programma che benon ne parla. Trattasi di simpatico vecchiarell, noto beone, assai popolare, che felice ivi trangugia. Alla fine ricompare la mole di el Ramsey Gordonne, che dice: “ con el 'ore te tu puede de cucina facere, ah, ah, ah,”. Filmetto. Divertente, a tratti.
Voto: 2/z
 
 

IL PRANZO DELLA DOMENICA

Regia di Carlo Vanzina, Italia 2003

Con:Massimo Ghini, Barbara De Rossi, Elena Sofia Ricci, Rocco Papaleo, Maurizio Mattioli, Giovanna Ralli.

Una ricca vedova, esige che tutte le domeniche le sue figlie vengano a mangiare a casa sua. Le figlie sono tre, sposate e con prole.Barbara, casalinga depressa e senza figli, sposata con Maurizio, ricco vivaista, grullino ma dal core d'oro. Sofia, casalinga anche lei, ha quattro figli. Il marito, Nicola, è un cretinetti, ex giornalista, sempre incazzato da buon marxista-leninista. Disoccupato. A Susanna va meglio, meglino. Il marito, Maurizio, è avvocato! Ahimé, è anche un donnaiolo assatanato. Una domenica qualsiasi scoppia il dramma! Arrivate tutte le figlie, tutti i mariti, tutti i figli,la buona vecchiarella cade! E non hanno cominciato a mangiare! Ambulanza! Ricovero! Frattura! Del femore! Che dolore! Tutti si trasferiscono all'opitale. Povera mammina!Soffre! Eh, proprio qui vi volevo. I nodo al pettine arrivano: Susanna lascia il marito fedigrafo; Sofia lascia il marito sfigato; Barbara si deprime... La mamma, vero perno di tutta la famiglia, risolve TUTTO!

Il ciccione grullo ingravida la moglie. Il demente sinistro vince un quiz televisivo da 350.000 eurini. L'avvocato puttaniere si redime. VOILA'! La dolce signora è dimessa, domenica: pranzo tutti insieme! Tutti arrivano in lieta letizia, alleluia. La signora cade di nuovo.
Nessuno mangia mai.
Fine analisi sociologica e politica.
I caratteri descritti con acuta ed approfondita precisione psicologica.

Voto: 0

 
 

LA CENA PER FARLI CONOSCERE

Regia di Pupi Avati, Italia 2006
Con:Vanessa Incontrada, Ines Sastre, Violante Placido, Diego Abatantuono, Francesca Neri.

Il Sig. Lanza Sandro, Abatantuono, è un attore di serie K, oramai specializzato in ruoli secondari e/o terziari. Destinato ad un rapido, rapidone declino gioca la carta della plastica facciale onde accrescere il suo fascino. Ahimé, il difficile intervento non riesce ed un occhio resta semimorto. Preda della depressione, attua un gesto risolutivo, risolutivino, attentando alla sua di sé vita! Benone! No, per niente! Sopravvive alla grande. Ricoverato all'ospedale, residua regolamentare cannello nasale. Aita! Aita! Egli ha tre figlie. Occomemai? Eh, da tre mogli diverse, però. Egli era assatanato. Queste figlie accorrono al capezzale del genitore, per altro accudito da una dottora. Vecchia e laida? Giovane e belloccia? Indovinate! Insomma pensano che solo una donna, n'atra, può salvarlo. Benone! Hanno giusto sottomano la Signora Alma Kero (?), giovane (!), intellettuale (!) e belloccia (!!) che sbava per L.S. "Facciamo una bella cena" si dicono. Benone! Villone gigantesco hollywoodiano a Roma. Cuochi, cuoconi al lavoro, servitù a sfare, sarà una cena

memorabile! Ecco, arriva la predestinata, Alma Kero in persona! Purtroppo la Signora è in un preoccupante stato di alterazione vasta assai. Che gli è successo? Mah!? L.D. Si prende cura, controvoglia di lei. Lui avrebbe preferito magnà. Per le tre sorelline è un grande sollievo: forse avranno una sorellina. Incomincia dolcemente a cadere la neve...

Ora anche noi pensiamo al suicidio.

Voto: 5¶ .In generale!

 
 
LA CUOCA DEL PRESIDENTE
 
Regia di Christian Vincente, Francia 2012.
Titolo originale: Les saveurs du Palais
Con: Catherine Frot,  Jean d'Ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur Dupont, Jean-Marc Roulot

Vera storia di M. Danièle Delpende che dal natio Perigord, venne chiamata all'Eliseo per far la cuoca di Mitterand. ha molti temi sottostanti alla storia biografica che avrebbe potuto essere trattata in modo aneddotico ma ciò è stato evitato da una buona regia e da una intensa esecuzione degli attori. C'è uno spaccato della vita privata di un potente che riporta alle necessità ed ai bisogni di base che ci accomunano. La storia di una donna molto determinata e di carattere con idee chiare dalle quali non prescinde costi quello che costi. e che ne paga il prezzo ma riesce a venirne fuori. Ben descritto il valore culturale, naturalistico e nutritivo in senso profondo del cibo che è quel prodotto dell'insieme di elementi terra-acqua-aria-fuoco che la protagonista combina in un rito quasi sacrale. In effetti il cibo è lo specchio fedele della vita degli individui. Il Presidente è ormai vecchio e malato. I ricordi si fanno pressanti e riaffiorano prepotenti a dare sollievo agli appetiti dimenticati. Con la cuoca si intreccia un rapporto di rispetto e tenerezza: per entrambi sarà un'esperienza da preservare.
Tutto girato nelle cucine presidenziali con ampie vedute delle preparazioni e delle portate. Alla fine, costretta dall'invidia professionale e dagli acciacchi, si ritirerà, non prima di aver servito al Presidente una fetta di pane abbrustolito guarnita di tartufi, l'antica passione di entrambi. Ora, la cuoca, ha bisogno di una nuova fratellanza col mondo: parte per l'Antartide. Sarà a disposizione della marmaglia di una base francese. Il suo talento, subito riconosciuto, la farà entrare nella leggenda. Racconta i suoi progetti ad una troupe di giornalisti venuti ad intervistarla. La sua meta sarà la Nuova Zelanda, il suo lavoro, piantare querce da tartufo!
Voto: Zzt.
P.S. Sulla sacralità del cibo, vedi alla voce "libri da leggere" il saggio di Enzo Bianchi.
 
 
CENA TRA AMICI
titolo originale: Le prénom

Regia di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, Franciua-Belgio 2012.
Con: Patrick Delaporte, Valérie Benguigui, Francoise Fabian, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec.

A questa famosa cena si ritrovano un gruppo di parenti ed amici. Il buon Vincent, riccone destroso, in attesa della moglie, viene interrogato sul nome del nascituro che teneramente aspettano. Gli ospiti, professori, professoroni, sono curiosi assai: questi borghesi hanno idee strampalate. Provate un po' ad indovinare? Ebbene il gioco ha inizio. Alla fine l'arcano è svelato: il bimbetto sarà chiamato Adolphe!!!! Argh!! Orrore e raccapriccio! Non è possibile: per tutta la vita il pargolo porterà sulle spalle gli orrori di una guerra mondiale tragica e devastante. Lui stesso parteciperà alla spaventosa avventura di quella carneficina! La discussione si fa accesa a tratti brutale. Il cibo, amorevolmente preparato dalla padrona di casa viene trascurato o quasi. C'è anche un musicista, gran suonatore di trombone,

cena-tra-amici 
che, essendo gay, non gliene frega nulla dei nomi e di queste beghe. Beve e mangia. Che vino? Ma un CHEVAL BLANC dell'ottantacinque! C'era lo stesso vino in un altro film, do you remember? La discussione degenera. Arriva la povera Anne, la futura madre, ed è accolta a schiaffi e sputi, per dire. Lei però non ci sta: rinfaccia ai padroni di casa la loro piccineria, ottusità e boria. Già che ci siamo salta anche fuori che il giovane trombonista fa il suo mestiere con grande passione ed ardor! Ed è punto gaio. Infatti confessa di essere l'amante della madre dei due fratelli!! Caos totale! La cena ormai ha preso una china terrificante! E andrà anche peggio! La mamma telefona alla figlia che sa oramai il suo segreto: la giovane non gradisce la telefonata. Versa sul tappeto il cibo preparato con la sua ricetta. Insomma il disastro si avvia al compimento totale.
Tratta da una pièce teatrale, girato tutto in una stanza, è avvincente, divertente, sarcastico, dissacrante, feroce.
Da morir dal ridere. Gli attori sono di una maestria inarrivabile per mestieranti italiani, veramente incredibili. Tutti indignati!!
P.S. Il nome sarà Francois, nessuno aveva mai pensato ad Adolph, era uno scherzo!

Voto: Pi greco mezzi/PD
 
 

CHEF (Comme un chef)

Regia di Daniel Cohen, Francia 2012

Con: Jean Reno (Alexandre Lagarde) ; Michael Youn (Jack Bonnot); Raphaelle Agogné ( Beatrice); Salomé Stévenin.

Un grande chef, cheffone, è in profonda crisi! L'ispirazione si è assopita da tempo. Il malumore e l'ansia non lo aiutano. La frustrazione lo divora. Si avvicina la data dell'ispezione per la riconferma delle tre stelle. Che quest'anno può saltare, anzi, salterà certamente. Che fare?
Un piccolo chef, cheffino, è in profonda crisi. In ogni posto di lavoro che trova viene cacciato dopo due giorni. Il malumore e l'ansia non l'aiutano. La frustrazione lo divora. Che fare? Il destino li fa incontrare! E sarà rinascita e gloria per entrambi! Le idee rivoluzionarie del giovane permettono al vegliardo di rinnovare la sua cucina ed è successo, successone! Tre stelle, quattro, cinque! Jack diventa il cuoco del lussuosissimo ristorante con grande gioia di tutti! E l'obeso Alexandre? Lui trova l'amore!! Una procace e prospera vedovella gestora di una trattoria di provincia! Bene! Benone!! Intermezzi vari per fare il racconto brillante e frizzante e divertente. Spesso questi frizzi e lazzi sono assai imbarazzanti: per noi e, penso, anche per loro. Tipo la visita al ristorante giapponese per carpirne i segreti del successo, con Jack vestito da donna. Il buon Reno, pacioso ed adiposo per esigenza di copione, non sembra molto convinto, costretto a recitare in questa commediola sulla cresta dell'andazzo grastro-enologico imperante. Quell'altro fa casino. E impara a bere i vini offerti dall'amico, tutti di immenso prestigio: a voi nessuno mai ve li farà assaggiare, A GRATIS!

Voto: 52/l 20.

 
 

LA PARTE DEGLI ANGELI

Regia di Ken Loach. Gran Bretagna, Belgio, Italia, 2012

Con Paul Branningan, John Henshaw, Roger Allan, Gary Maitland, Jasmine Riggins.

Periferia di Glasgow, ragazzi allo sbando, asociali e violenti. Malavitosi e tossici, figli di una società che li odia e li emargina. La vicenda inizia in un'aula di tribunale dove un giudice caritatevole affida ai servizi sociali dei giovani delinquenti salvandoli dalla galera. Questi sono frutto di una vita randagia e disperata. Insomma i ragazzi che stanno tanto a cuore al regista.

Vengono affidati all'assistente sociale Sig. Rhino, un grassone che tiene o' cuore ggrande accussì e che se ne fa carico con passione. Saranno addetti a lavori stradali. Nel tempo libero, Rhino, li accompagna là dove lo porta o' core: degustazioni di single malt! Ebbene, uno di loro, il più scafato e violento, si scopre un vero talento da professionista. Lui è appena diventato padre ed è deciso a cambiare vita, ad andarsene da quelle periferie crudeli e degradate. Questa forza che nasce in lui lo porterà ad ideare il furto di una parte del contenuto di una preziosa botticella il cui valore è di UN MILIONE di sterline!! L'impresa riuscirà! Venderà il super wisky per un sacco di soldi ed un lavoro stabile in una distilleria. La sua famigliola è salva: La parte degli angeli, quel due per cento di distillato che evapora dalle botti sarà ora sua compagna di vita. Come sempre la truce vicenda è contornata dall'umorismo di Ken e dal suo amorevole sguardo sul mondo degli ultimi che possono riscattarsi, basta dargli un aiutini! Distillerie e degustazioni si susseguono frenetiche: impèarerete sul wisky più di quanto abbiate mai saputo! Eppoi, si sa, il furto mai ricchi non è reato, bensì un'opera di giusta redistribuzione sociale! Perché solo i ricchi possono bere questo nettare paradisiaco? Benone amici! Correte al super a comprarvi un single malt: è obbligatorio berselo durante la visione!
Divertente e brillante, brà, buon vecchio Ken!
Voto: 19,52/AD
 
 

COME SI FA UN MARTINI

Regia di Kiko Stella, Italia 2001

Con Antonio Catania, Ennio Fantastichini, Elena Sofia Ricci, Branca De Camarzo, Fabrizia Sacchi, Flavio Bucci.

Filmon! Ambientato in un ristorante di lusso nella Milano oramai agli sgoccioli del bicchiere, racconta di persone che si incontrano e si raccontano. Situazioni di vita normale, normalina. Rancori tra intellettuali interessati a prebende e non a talenti umani. Amanti amiche e amiche amanti. Professionisti distratti. Speranze ormai poche e frustrazioni al galoppo nelle corse che ormai si sfilacciano. Ma come si fa un Martini? Qui al bar se ne sentono di tutti i colori: Metà Martini e metà Gin. Solo l'ombra del Martini e tutto Gin. Eppoi ha ragione il personaggio, l'intellettuale navigato e stronzo, che dichiara essere in proporzione di un sesto di Martini nel miscelatore. E James Bond? Lui lo fa con la vodka e "mixed, not shaked". Beh, lui è l'agente 007!! Film bello, recitato splendidamente. Regia eccellente! Bravo Kiko! Eppoi beviamo tutti il Martini!

Voto. 00 bisA

 

 
 
A CENA COL VAMPIRO

(Dinner with the vampir)
Italia 1988, episodio TV per la serie "Brivido Giallo" 4 film
Regia di Lamberto Bava Con: George Hilton (il vampiro), e Riccardo Rossi, Patrizia Pellegrino, Yvonne Sciò, Valeria Milillo.

Quattro giovini di bellissime speranze partecipano ad un provino per attori, attoroni. I vincitori reciteranno in un film di un noto, notissimo, produttore di un noto, notissimo, produttore di filme, il Sig. Jurek (!!). Ebbene, vanno tutti in castello, sono giovani e si divertono, hanno aspettative...SARANNO FAMOSI!  Famosini. Entrano e scopriamo così, con grande meraviglia, che si tratta di un castello a me ben noto! I motivi non posso rivelarli... Insomma, i giovani sono qui dentro e cazzeggiano da par loro. Finalmente è l'ora di cena: se magna! Il Sig. Servitore e come Igor di Frankenstein Lunior, naturalmente in peggio, peggione. Stappa il vino e lo rovescia, porta un vassoio e lo rovescia. Ecc. ecc. Cosa non mi tocca fare, vederlo fino alla fine...! I giovini girellano per delle caverne trovatesi nel castello. Sconfiggono il vampiro e se ne tornano a Roma a piedi. Girato probabilmente in poche ore, indecisi se farlo da ridere o da piangere. Decidendosi alla fine in poco riso e tanto pianto. Non fatevi ingannare dal titolo: nun se magna mai!
 
 
IN AMORE C'E' POSTO PER TUTTI
(Après vous...)
Francia 2003 Regia di Pierre Salvadori Con: Daniel Auteuil (Antoine), José Garcia (Louis), Sandrine Kiberlain (Blanche), Michèle Moretti (Martine).  

Una brutta sera, Antoine, tornando a casa salva un giovane dal suicidio. Corda al collo e valigione sotto i piedi. Questo giovane patisce la perdita della morosa. Antoine si prende il gravoso compito di aiutare a vivere il povero Louis. Presto si rende conto che sarà dura, durissima, salvargli la vita. Antoine è validissimo maitre in un ristorante di lusso e riesce a far assumere Louis come sommelier. Il giovane è fuori di senno e l'impresa è ciclopica, ne combina di tutti i colori. Di vino non capisce nulla e di buone maniere neanche. In più è imbranato, distratto, demente. L'unica cosa da fare per liberarsene è cercare la sua antica fiamma, che a questo punto, ha fatto benissimo a liberarsene. Antoine si mette alla ricerca e la trova facilmente. E naturalmente, se ne innamora perdutamente. Equivoci e malintesi, imbarazzi e sollazzi. Beh, gli ha salvato la vita. Louis ad Antoine? Antoine a Louis? Commedia alla francese, di gusto e di humor. Garbata come piace a loro. Bravi! I francesi. Bravi gli attori. La trama esilina. Ma si bevono dei grandi vini! E si sa, loro sono i migliori!
 
 

CHATEAU MEROUX, il vino della vita

USA 2011, regia di Bob Fugger
Con Barry Watson, Chris; Maria Sokoloff, Wendy; Christopher Lloyd, Nathan; Amanda Righetti, Jennifer; Daniel Negron, Romario.

In California una giovane belloccia eredita una tenuta viticola di pregio, dal povero babbino, tornato alla casa del padre. Un vicino vuole acquistare l'azienda, ha mire espansionistiche. Il vecchio è ricco ed amorale. Spietato e rozzo. Trattasi del mitico Christopher Lloyd, scoperto da Milos Forman, poi protagonista della serie "Ritorno al futuro". Comunque sia la giovine non vuol vendere, è un ricordo del babbino. Ma il trucido non si arrende facilmente. Apre i tini pieni di vino e fa scorrere fiumi di nettare negli scarichi! Ahimè, la povera Wendy rovinata è! Ma tiene duro! Brava Wendyna. L'anziana canaglia tenta una strada diversa: le mette alle costole il suo bimbo. Beh, bimbone, colto e raffinato, esperto enologo, simpatico e piacente.
I due , contrariamente alle attese, si innamorano. Il buon Chris riuscirà a farle fare un buon vino che vincerà il concorso del miglior vino a meno di dieci dollari. In più il vegliardo Nathan viene distrutto pubblicamente: il vino da lui presentato era una bottiglia da cento euri che aveva in cantina. Film per la TiVi e mi raccomando, non guardatelo. A me mi tocca. Ciao cinefili!

 
 
LEZIONI DI CIOCCOLATO 2  

Di Alessio Maria Federici, Italia 2011
Con: Luca Argentero, Hassani Shapi, Nabiha Akkari, Angela Finocchiaro, Vincenzo Salemme.  

Per esigenze di copione il Sig. Geom. Mattia, protagonista dell'omonimo film N.1, noto dongiovanni assatanato, si innamora perdutamente di una ragazza extracomunitaria. La vuole sposare! E' pure vergine! Che fortuna!
E' fatta all'antica! Si vuole sposare con rito copto! Il sig. Geometra non sa che la giovine è figlia dell'egiziano Kamal, maestro pasticcere ed ex muratore ed ex suo dipendente (vedi qui sotto il film 1). Dov'era prima? Era in erasmus, benedetti giovani! Tutti ci vanno ora! Comunque siamo alle solite: il geom. fa finta di essere il pasticcere Kamal e testimonia al commissariato ed è bravissimo, inganna la furba e sagace ispettore di polizia Finocchiaro Angela. Che è pure allieva della scuola di cioccolato. Detta scuola non è diretta da Marcorè (forse in erasmus) ma da Salemme, innamorato perdutamente della rappresentante della legge (?) Il Mattia si fa consigliare dal vecchio pasticcere sulle tecniche più progredite circa la seduzione in Egitto. Il vecchio marpione non sa che il giovine vuole impalmare la di lui figlia. Giochi di equivoci. Inseguimenti. Corteggiamenti. Baci, bacini. Come finisce? Sì, certo. Esattamente. Molto duro, durissimo. Vederlo. Imbarazzo per la Sig Finocchiaro A. E per il keniota Hassani, l'egiziano, macchietta di sé medesimo. Incredibile! Provateci. Auguri, auguroni!
 
 
PER INCANTO O PER DELIZIA  

Di Fina Torre, USA 2000
Con : Penelope Cruz (Isabella Oliviera), Murio Benicio (Toninho Oliviera),
Harold Perrineau (Monica Jones), Mark Feuerstein (Cliff Lloyd).
Tit. Orig. Women on top
Isabella nasce con un curioso disturbo: deve condurre. Sarebbe? Chiederete, giustamente, voi. Cioè deve guidare il passeggino, su cui è portata. Maccomefà? Non è possibile e non lo può far. Così resta a casa con la tata che, guarda un po', è una cuoca provetta. Passano gli anni e la piccola diventa cuoca provetta. Già donna e cuoca si innamora del sig. Toninho, benone! Amore e passione! Naturalmente lei ha la sindrome del conduttore, eh già, anche nel sesso. Vuole stare di sopra oppure soffre. Lui anche e gli tocca andare da una vicina che gli allievi le sofferenze della posizione sottostante. La Isabella non approva e se ne va in America, California.Gli americani subiscono prontamente il suo fascino: lei cammina e subito centinaia di persone si accodano. Non lo so. Tra i seguaci un produttore tivvù. Le organizza un programma televisivo di cucina. Ha successo straordinario, stupefacente: tutti la vogliono come conduttrice, così, in generale.Cucina brasiliana, sensuale e sessuale. Lei ed i suoi manicaretti fanno impazzire tutti. Ogni lezione di cucina termina con la fatidica frase: "Tutto è migliore se lo condividete con la persona amata". Il Toninho meschino arriva anch'egli in Ammerica, non può vivere senza ella. Ella anche. Il meschino viene assunto anche lui alla tivvù: suona e canta mentre lei cucina. Bravo il carioca! Al paesello tutti rimpiangono il suo ristorante. La voglia di vivere si è spenta!  Ma le dee di il mare sono umane: li rimandano in Brasil! Di nuovo tutti a ballare, a cantare, a mangiare, a bere e trombare. Eh, il folclore brasiliano piace ai gringos: accipicchia questi carioca come si divertono! Sono felici! Film tra la fiaba per obesi e la tragedia per serials killers. La Isabella sembra una poveretta. Film orrido, auguri.
 
PRANZO REALE  
 
Di Malcom Mowbray, GB 1984, "A private function", 91?
Con Denholm Elliott, Michael Palin, Maggie Smith, Reece Dinsdale, Alison Steadman.
Scenaggiatura di ALAN BENNET.  
Scontro di classe! Borghesia tronfia contro proletariato vilipeso ed ottuso.
Al centro un PORCO! Siamo nell'immediato dopoguerra. Ci sono le nozze tra la Elisabetta ed il Filippo, parini. Si erano appena ripresi dal trauma che la guerra aveva loro recato. Addirittura avevano dovuto cambiare il loro augusto cognome! Ahimé! Il loro era  Sassonia-Coburgo-Gotha, un tantino teutonico. Optarono per Windsor, il nome della loro dimora, dimoretta. Anche in questo paesino dello Yorrkshir. Bisogna festeggiare. I notabili locali decidono di celebrare un pranzo degno di questa occasione. Purtroppo vige il razionamento e l'austerità! La Monarchia è stata piegata dalle note vicende, la polizia vigila, ci sono le tessere, la situazione sociale è disastrosa. Troppo importante l'evento: si andrà contro la legge: prima viene la celebrazione del rito! Il pranzo per centocinquanta persone , digenti, si farà! Il dottore, il notaio, il farmacista, ecc. Allevano un porco da un plebeo porcaio. Tutto va bene. Come tutti sanno degli astuti poveri al desco dei facoltosi vuol accedere. Così una poveretta, moglie del podologo locale, ruba il suino e lo accompagna alla propria dimora. Qui, il quadrupede è colpito da diarrea fulminans: anch'egli è
un poco umano. Anch'essa vuole l'invito al pranzo di gala! Che fare? L'unica via è la trattativa: avrà luogo in un pisciatoio murale pubblico: tutti gli uomini, con il coso in mano, discutono e si accordano! Il pranzo si farà! La podologa sarà ammessa e l'evento verrà ricordato! Viva l'aristocrazia, viva la regina, via l'Inghilterra, viva il porco! Satira feroce della borghesia inglese. Divertente e gustoso, come una costoletta. Si beve sherry, nessuno siam perfetti! Guardatelo e scoprirete che nulla è cambiato nonostante siano passati 25 anni buoni.
 
 
 

   QUANDO TORNA L'INVERNO 

    (un singe en hiver)

 Regia di Henri Verneuil (Francia, 1965)

Con: Jean Gabin (Albert Quentin), Jean-Paul Belmondo (Gabriel Fouquet), Suzanne Flou, Paul Frankeur.

Un ex militare, Jean Gabin, apre una pensione con ristorante in Bretagna, a Tigreville. La vita monotona stride con il suo avventuroso passato. Il vino bevuto a sopportare il presente. Un giorno arriva un giovane, Jean-Paul Belmondo, che nel locale collegio ha la figlioletta. I due fanno amicizia. Il ragazzo, assai esuberante, mette a dura prova gli abitanti con la sua esuberanza. Albert lo protegge ma una bella sera, dopo una bevuta colossale, memore del glorioso passato, Albert e Gabriel, assaltano il collegio. Non contenti, sulla spiaggia esplodono i fuochi d'artificio trovati. La notte si illumina, gli abitanti accorrono! Che sarà mai? I due, ebbri, felici dell'avventura ritornano alla locanda: sarà per entrambi l'ultima avventura. Il giovane prende la figlia e torna alla città. Prima di lasciarsi, Albert racconta una storia, quella che dà il titolo originale al film. In Cina, quando viene

l'inverno, le scimmie vengono riportate nella giungla. Questo è il loro amaro destino. I due si lasciano uno tornerà alle responsabilità di padre, l'altro alla locanda.
Cosa fa fare il vino! Una notte di bagordi, di audacia, di divertimento, di vita! Finale amaro, proprio come dopo una sbornia colossale. Il film vale la pena di essere visto solo per il balletto dei due complici per le strade del paese addormentato! Un brindisi al calvados!

 
 
 
TAMPOPO

Film di JUZO HAMI, Giappone 1986, 114 m.
Con: Tsutomu Yamazaki, Nobuko Miyamoto, Koji Yakushho, Ken Watanabe.

Provate a pensare qualcosa... Sesso? Ebbene c'è. Umorismo? Pieno! Storielle divertenti? A iosa! Scontri virili? Idem.
Insomma una summa teologica della vita e della cucina in un paese del Giappone.
La trama. Due camionisti si fermano davanti ad una bettola per mangiare. Piove e fa freddo. La bettola mantiene quel che promette: si mangia da far schifo. La povera vedova, Tampopo, non sa proprio cucinare. Il camionista Goro, nobile ed altruista, decide di aiutarla. Per prima cosa bisogna migliorare la cucina. Inizia una serie di investigazioni alla ricetta migliore per preparare i "Ramen", piatto nazionale giapponese. Alcuni simpatici amici si affiancano a lui in questa ricerca antroposofica: il cibo è parte fondamentale della vita!
La ricerca è allietata da una miriade di racconti paralleli che narrano del cibo, come nutrimento dell'anima. Chi perde questo gusto è destinato a perdere
anche quella! L'erotismo del cibo è un racconto; l'avidità, l'amore, la condivisione, il gusto, altrettanti aspetti raccontati nei numerosi conti morali che ci vengono presentati. Il locale viene rinnovato e la clientela non tarda ad aumentare. La cucina di Tampopo è ormai universalmente riconosciuta ed
tampoto
apprezzata: è un successo enorme. Il prode Goro ed il suo assistente, soddisfatti, dei risultati, riprendono il loro viaggio.
Filmone epico e divertente, profondo e leggero, ridanciano, pieno di citazioni, divertente ed emozionante! Chiunque voglia fare un film sul cibo ed il mangiare dovrà da questo epico film partire!
Voto: C.P. 812.
 
 
QUALCUNO STA CERCANDO di UCCIDERE I PIU' GRANDI CUOCHI D'EUROPA

Regia di Ted Kotcheff, USA, Italia, Gran Bretagna, Francia 1978
Con: Robert Morley, Jean Rochefort, Jacqueline Bisset, George Segall, Philippe Noiret,
Jean-Pierre Cassel, Gigi Proietti, Stefano Satta Flores.

Il buon Max, Robert Morley, attore meraviglioso, è un ricchissimo magnate. Esperto gastronomo iper-obeso è anche editore di un giornale di delizie culinarie e raffinatezze enologiche. La sua segretaria personale, segretamente di lui innamorata persa, lo convince ad avere un controllo medico. Il responso dell'illustre clinico è categorico: il panzone deve cambiare abitudini alimentari pena la morte! Max, se ne infischia. Nulla cambierà nella sua alimentazione: champagne a colazione, pranzo nei ristoranti di eccellenza, cena idem. Misteriosamente viene trovato assassinato il suo cuoco londinese prediletto! Faceva un arrosto d'uccelli di cui il trippone era ghiotto. Come lo trovano morto? Arrostito! Tutti piangono la dipartita del geniale chef! La botte di lardo non si dà pace! Purtroppo
i delitti continuano. E' la volta del famoso Vincenzo, veneziano, preparatore delle aragoste più buone del mondo.
Come viene trovato? Affogato nella vasca dei crostacei tanto amati dal Sig. Max! Poi è la volta del parigino Philippe che prepara certi sughetti strizzando anatrelle: finirà strizzato pure lui! Aiuta, aita parea dicesse il Max.
L'indagine si fa sempre più serrata. C'è anche la più grande pasticcera vivente, Jacqueline Bisset che gli dà una mano ed una fetta di torta. Beh, il colpevole viene arrestato, tutto fece per amore! Per amore di egli! Che non deve morire di colesterolo ed arterie piombate! E' per il suo bene! Film divertente, alti e bassi, ma tutto si perdona a questo vetusto film ambientato nelle cucine dei più famosi ristoranti d'Europa, per l'appunto!
 
 
QUEL CHE RESTA DEL GIORNO

di JAMES IVORY, USA 1993, 134 m.
Con James Fox, Lord Darlington; Emma Thompson, Miss Kenton; Antony Hopkins, Stevenson.
Tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro.
Struggente, malinconico, straziante, sentimentale. Protagonisti lord Darlington, rappresentante dell'aristocrazia, di privilegi e di eterna conservazione di sé. ed il suo maggiordomo Stevens: Servizio, fedeltà, discrezione ed accettazione. Siamo agli albori della seconda guerra. Questi ricconi imparentati tutti tra di loro, sono propensi ad accordi con i tedeschi. Noblesse obblige: i reali inglesi all'epoca di cognome facevano Coburgo_Gota, di chiara ascendenza teutonica. Poi cambiarono cognome... Ebbene questo lord, vile e vuoto, trama contro la nazione. Il Buon Stevens fa il suo lavoro, ben fatto, come va fatto. E il tempo passa, straripa. Uno trama e l'altro non trema. Il padrone è padrone e quindi saggio, sapiente, superiore. L'altro perde una storia d'amore con la Miss. Beh, la nobiltà, intesa come accolita di ricconi, parassiti, dementi, non ci fa una bella figura. Perché mai dovrebbero?? Mai l'hanno fatta e sempre hanno prosperato sul lavoro di una povera gente nata per questo, servire devotamente. Buon Stevens questo fa. I banchetti sono una profusione di lusso e buone maniere: le posate sono disposte con millimetrica precisione.
  Servizio a tavola preciso e discreto. Quei tempi sono finiti, non c'è più religione! Le cucine lavorano a pieno ritmo, continuamente. Indaffarati cuochi ed aiuto-cuochi, in un movimento che sembra un balletto. Alla fine della guerra, Buon Stevens ha perso il padre, la morosa e la vita. Non il lavoro. Un americano compra la proprietà del conte fedifrago e lo conferma nel suo ruolo. Nell'ultima scena del film, un uccelletto entrato da un camino, viene dolcemente accompagnato alla finestra: Buon Stevens la richiude con cura.
 
 
FOOD, Inc.

Di ROBERT KENNER, USA , 2008, 90 m.
Documentario-film sulle multinazionali dell'alimentazione. Sui suoi abusi orrendi sui dipendenti, sui consumatori e sul pianeta. Il profitto, il dio quattrino! Noi proprio non sappiamo niente del mondo su cui viviamo: il peggio che possiamo pensare è una favoletta dolce dolce per cullare bimbi. Affamati , obesi, diabetici! Questo è un film che dovrebbe essere proiettato in tutte le scuole, di ogni grado: dagli asili alle facoltà di medicina. Da dove cominciamo? L'inizio sono i fast-food. Portare il lavoro a catena nei ristoranti:  nascono i Mac Donald.
  I grandi produttori di carne negli USA sono quattro. I macelli negli USA sono tredici. In uno di questi si macellano trentaduemila maiali al giorno. Il territorio agricolo degli Usa è coltivato al trenta per cento a mais. L'accordo NAFTA, di libero scambio con il Messico, ha portato un milione e mezzo di contadini messicani a perdere il lavoro: il loro mais costava troppo. Il mais serve agli animali, per macellarli serve mano d'opera a buon prezzo: i messicani. Privi di permessi, vivono nel degrado nei pressi dei macelli. Possono essere espulsi in qualsiasi momento.. Il cerchio si chiude. Per essere blindato, arriva la Monsanto a cui viene permesso di brevettare le proprie sementi. Non si possono produrre altre sementi, gli avvocati vi denunceranno. Le relazioni governative sono scritte da giudici ex dipendenti della Monsanto. Totale è la collusione tra società alimentari e le istituzioni. Noi, che siamo dei grulli, pensiamo che a tutto ci sia un limite... Niente vero! Il profitto se ne stracatafotte della salute pubblica!!
Però... Però alla fine, il regista ci dà delle indicazioni alimentari: fare uso di ortaggi coltivati nelle vicinanze, evitare alimenti conservati, cucinare il più possibile, evitare i fast-food.

Consultare, obbligatoriamente, il sito  http://www.foodincmovie.com/ 
 
 
PIOVONO POLPETTE

di Phil Lord e Chris Miller. USA 2009
tit. originale: CLOUDY WITH A CHANGE OF MEATBALLS
Con Bill Hader, Anne Faris, James Caan.
Animazione.

Un'isoletta dell'oceano, assai isolata, vive di sole sardine. La vita trascorre monotona e triste. Il commercio langue e la dieta forzatamente limitata deprime gli animi. L'avido sindaco pensa bene di investire le magre risorse dell'isola nella creazione di un parco giochi basato sull'unica risorsa disponibile, le sardine.
Fortunatamente non tutti gli abitanti sono rassegnati al loro destino di perenni sfigati. E' un giovine inventore, assai intraprendente. Fino ad ora le sue innovazioni non hanno avuto successo, anzi hanno creato più problemi che soluzioni. Ora sta dedicando i suoi sforzi alla soluzione del problema dell'approvvigionamento del cibo. E ci riesce! Crea una macchina che produce i cibi più vari! Ed in abbondanza!
 Questo marchingegno vola nell'atmosfera e dal cielo incomincia a piovere ogni genere di leccornie! La notizia si sparge, curiosi ed affamati incominciano ad accorrere da ogni parte del globo! L'obeso sindaco trova finalmente cibi vari e nutrienti ma la sua avidità subisce un incremento massimo. Piovono spaghetti with balls, gelati, hot dogs, bisteccone... Unico scettico passatista è l'accigliato padre dell'inventore. La macchina, sottoposta ad un super lavoro, collassa. Si avvicina una tempesta che minaccia di essere quella definitiva. E' allarme generale.
Le residue speranze di salvezza sono riposte sulle spalle del ragazzino.
Le discariche di cibo non reggono più, le dimensioni degli abitanti aumentano... insomma il cibo è diventato un incubo! Il recupero del macchinario è un'avventura divertente e mirabolante. Tutto finisce per il meglio. Il giovine ritrova il dialogo con l'accigliato ed anche... l'amore!
Racconto moraleggiante? Critica alla società del consumo? E' solo un film divertente! Certo che però. Se qualche volta piovesse un po' di ribollita... O pappa col pomodoro...
 
 

IL PRANZO DI BABETTE
 
Regia di Gabriel Axel, Danimarca, 1987, 102m.
Con: Stéphane Audrian (Babette), Birgitte Federspiel (Martina), Badil Kjer (Philippa), Jarl Kulle (Lorens Lowenhielm).
 
Siamo in un piccolo e tristissimo villaggio danese alla fine dell'ottocento. La notte è perenne ed il gelo anche. In una casetta, spartana e dignitosa, vivono due sorelle che hanno fatto una scelta di virtù, devozione e preghiera. Il loro austero genitore, pastore (protestante) della piccola comunità, è venuto a mancare in quanto tornato alla casa del Padre (suo). Le figliole ne hanno ereditato la professione. Una notte, tremebonda e tremolante, bussa alla loro porta una giovane signora. Ella è di modi cortesi e gentili ed amabili. Le due vecchie l'accolgono: il loro mestiere glielo impone! Babette, questo il suo nome, è in fuga dalla Francia dove ha partecipato ai moti della Comune e ne teme la repressione feroce che ne ha seguito. Si adatta a fare la governante. La sua vita è finita e pace. Ma... La Babette aveva acquistato un biglietto della lotteria che si faceva all'epoca in Francia e nel restante globo. Ebbene, le scrivono una lettera con accluso f. f. 10000! Benon! Che fare? Tornare in paese natal e sperperar hogni hosa? Nein! Lei è riconoscente! Vuole ricambiare l'ospitalità generosa, generosina, delle vecchie. Chiede il permesso di preparare una cena per gli anziani del circolo.

Cioé dei vecchi del paesello pii devoti al vecchio p. p. Deceduto. E' il centenario della nascita bisogna festeggiare! Le vegliarde nicchiano... Festeggiare non sanno, abituate non sono. Babette insiste. Ebbene sia! Per il trapoassato questo et altro! La Babette a Parigi un ristorante aveva e di gran lusso e rinomanza! Cuoca provetta, provettona è! Tutti i quattrini sono spesi per preparare la cena, tutto dalla Francia direttamente arriva. Alla cena è invitato anche un vecchio generale, gaudente, a riposo. La cena ha inizio! Gli anziani bigotti non sanno come si mangia: il vasellame di lusso è, abituati non sono. Il generale eccome: trangugia et divora con gran gusto. Egli ancora ricorda una cena in quel di Parigi simile a quella! Era proprio quella! I decrepiti commensali rammentano la misericordia di Dio e mangiano. Seppure in severa sobrietà e lugubre lutto, i commensali mangiano. Eppure... Eppure i piaceri, piaceri sono, e quelli della cucina sono divini doni! Forse alla fine tutti più ricchi sono, della grazia di Dio e di quella di Babette. I convitati se ne vanno nella notte gelida che gli attende, ora. Nel cuore un caldino sconosciuto. Ringraziare proibito è. Bio Bono! Mondo ladro. Per Babette :"Un artista non è mai povero". Film incredibile! Bellissimo! Ringraziamo tutti, meno il trucido prete, per questo film, premio oscar, poetico, epocale, struggente, profondo, imperdibile!
Il menù della cena:
 
Brodo di tartaruga
Blinis Dermidoff
Cailles in sarcophage
Verdure in insalata
Formaggi
Savarin
Frutta
Caffè con tartufi al rhum.
I vini
Amontillado
Clos de Vougeot
Champagne Veuve Clicquot
P. S. Alcuni anni or sono ho partecipato ad una cena che era una perfetta ripetizione di quella di Babette. Al posto del brodo di tartaruga un succedaneo.
 
 
LA GRANDE ABBUFFATA

di Marco Ferreri, Italia-Francia 1973
Soggetto di Raphael Azcona e Marco Ferreri
Con: Marcello Mastroianni, Philippe Noiret, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli. Andrea Ferréol, Solange Blondeau,
Florence Giorgetti, Michèle Alexandre, Monique Chaumette.

Quattro conoscenti, un magistrato, un cuoco, un pilota di linea ed un produttore televisivo, si riuniscono in una villona nel cuore di Parigi. Il loro obiettivo è quello di assaporare i piaceri del corpo a più non posso: In particolare quelli della gola. Alla mesta compagnia si aggiunge una maestrina che li accompagnerà con grazia e partecipazione fino al raggiungimento del bramato traguardo. Il film intreccia erotismo e carnalità con la depravazione e l'abbruttimento. La pulsione di morte di questa borghesia, letteralmente, di merda, trionfa nel pieno del suo orrore.
Il divino marchese, divertito e compiaciuto, sovrintende sornione alle avventure del gruppo. Non c'è consolazione nè pietà: giustamente l'inferno si spalancherà ad accogliere la carneficina prodotta dall'uomo. Non ammicca il regista alla cucina nè all'erotismo ma castiga, sferza ed addita all'obbrobrio la società del benessere. Il film fu presentato a Cannes nel 1973 e suscitò scandalo enorme. Uscito nelle sale, ebbe subito un enorme successo: Occomemai? Anche a distanza di anni è dura guardarlo tutto.
Ma tant'è. Sarà l'intreccio EROS-THANATOS?
 
 
MANGIA PREGA AMA

USA 2010, regia di Ryan Murphy
Con: Julia Robert, James Franco, Richard Jenkins, Viola Davis, Billy Crudup.

Julia, in arte Liz Gilbert, scrittrice di fama mondiale e grande successo, è infelicemente sposata. Che fare? Intanto acchiappa un giovin attore, protagonista di una sua commedia. Non è male, neanche tanto bene. Però la introduce in un "ashram" che lui frequenta assiduamente.
Qui tutti praticano la meditazione: canticchiano e si agitano. Purtroppo sesso poco.
 Lei è sempre più insoddisfatta: non scrive ed ha perso l'ispirazione. Leggendo una sceneggiatura, gli vien da pensare al cibo. Eh, questo mi potrebbe aiutare! Dove andare? Ma certo! In Italia! Si mangia e si beve benone!. Detto fatto. Affitta un appartamento di duemila metri quadri in un palazzo storico nel centro di Roma. C'è il giardino pensile, i soffitti sono alti metri sei ma non c'è l'acqua calda. Protesta. La vecchia padrona le suggerisce di scaldarla sulla stufa a legna, siamo di giugno. Comunque si da da fare. Conosce un sacco di giovani simpaticoni e sfaccendati. Benone! Tutto il giorno girano per vicoletti tanto caratteristici, frequentano con assiduità trattorie caratteristiche, mangiano spaghetti caratteristici e bevono vino da bottiglie caratteristiche. Impara il romano caratteristico: "Và a morì ammazzato!", "Fijo de na mignotta!", "A li mortacci tua!". La vita è bella! La compagnia splendida! Va a Napoli a mangiare la pizza! Poi va in Toscana. A Scandicci? NOO! Dolci colline, filari di cipressi, casolari sparsi. L'allegra brigata giunge ad una splendida casa colonica: ci abita la mamma di un giovine. E' il giorno del ringraziamento (?), mangiare! Bere! Benone! Lei è felice, bisogna meditare ora. Parte per l'India. Arriva all'ashram della vecchia che sta a New York, lei. Però c'è l'aria condizionata. Fa amicizia con un vecchiarello, professore, aria di sfiga. Le racconta la sua vita. Una sera tardi esce dal lavoro. Va in un bar e passa qualche oretta a bere e trangugiare. Si ubriaca di brutto. Poi esce, prende l'auto e torna a casa. Sul vialetto di accesso c'è il figlioletto che gioca. Frena. La moglie, alla finestra, vede la scena e nota il suo comportamento deprecabile. Comunque sia, anche questa esperienza, grazie a Osho, finisce. La Sig.ra Liz, vola a Bali. Lì ci sta il suo psichiatra, vecchierello arzillo e saggio, molto saggio. Questi le legge la mano e le dice che la felicità è prossima. Lei medita. Piange e ride di continuo. Fa un giro in bici, un signore brasiliano l'investe. Piange e ride. Facciamola finita: Si mettono insieme. Ma và? L'anziano analista l'aveva previsto. Fine.

Ora sappiamo che.
 -A Roma se magna e se beve de continuo.
- Trombare non dà la felicità però aiuta.
- I vecchi professori hanno i riflessi pronti anche da briachi.
- I giovani attori trombano poco.
- I brasiliani attempati trombano tantissimo.
- Il brasiliano assomiglia in modo stupefacente a Mino Reitano.
- I figli dei professori giocano nei vialetti a notte fonda.
- A Bali c'è una folta comunità brasiliana.
- Julia Robert sembra un frigo iper mega size aperto.
- Tristezze e depressione ci assaltano con ferocia inaudita.
- Ci ho messo un mese per guardare tutto il film!
 
 
VATEL

di Roland Joffé (Francia-Gran Bretagna) 2000
Con: Gerard Depardieu (Vatel), Uma Thurman (Anne de Montausier). Tim Roth (Marchese di Lauzun),Julian Glover (Principe
di Condé), Julian Sands (Luigi XIV).

Grandioso affresco di una corte principesca del '700. Si narrano dei tre giorni trascorsi dal re Luigi XIV° presso la dimora del principe di Condé. Quest'ultimo, caduto in disgrazia e sfiorato, sfioratino, dalla crisi economica (eh, già allora...) deve riuscire ad entrare nuovamente nelle grazie di sua maestà. Il successo del ricevimento è affidato al geniale maestro di cerimonie, nonché eccelso cuoco, Francois Vatel, per lui cosa da ragazzi.
Arriva da Versailles il corteo, corteone: qualche centinaio di persone. Allora via ai festeggiamenti! Tutti sono affamati di cibi, delizie e divertimenti. Il buon Vatel tutto ha predisposto: cacce al cervo, fuochi d'artificio, banchetti succulenti, scenografie strabilianti! Tutto procede al meglio tra l'entusiasmo dei simpatici aristocratici, infoiati vieppiù, e ricchi di democratica umanità.
La guerra con l'Olanda si avvicina ed il vecchio Condé può sperare di essere richiamato al comando dell'esercito con relativa ricca prebenda. Dai Vatel! Te, tu, puoi fargliela. La sera dei fuochi di artificio si rannuvola, ahimé! Tira vento, il cielo è cupo e gravido assai di acqua, la festa sarà rovinata? No! Una dea, la duchessa di Montausier, fa calare il vento, le nubi scompaiono e la luna risplende nel ciel! La serata ha un successo strepitoso, tanto che il Sig. re vuole il responsabile di questo tripudio con sé a Paris! All'indomani, ultimo giorno, è venerdì, toca il pesce. Tutto è già predisposto: un menù da re! Ma all'arrivo del pescivendolo si scopre che ha portato solo qualche cozza e poco più. Disastro!
Bisogna inventarsi qualcosa ed in fretta. Voilà! Isso s'accide! Fine.
Il nostro interesse è per le visite di Vatel in cucina. Una ricostruzione accurata e precisa di ciò che si svolgeva: ortolani, panettieri, macellai,tutti indaffarati. Attività frenetiche, precise ed accurate. Decine e decine di persone che sanno esattamente cosa e come fare. Su tutto vigila il Vatel, egli sorveglia e dirige. Già che c'è inventa la crema "Chantilly". L'obeso Depardieu Gerardo infila il suo ditaccione in ogni intruglio che trova, assaggia ed annuisce.
Eppoi dedica anche una notte alla Uma Thurman, che tutti ce la dedicheremo volentieri assai. Egli però, sotto la sudicia palandrana, cela un cuore nobile e generoso che rifulge e converte. Nobili e meno nobili. E protegge l'infanzia abbandonata.
La figura storica di Vatel merita certamente un film. La storia raccontata è tutta vera, a parte la notte d'amore, ovviamente. Comunque sia è bella la musica di Morricone, i costumi e la ricostruzione storica. Gerardo è un tronco semovente di quercia, la Uma bellissima. Ho pianto due volte: 1) All'inizio, quando il marchese di Lauzun scrive al Condé, maestria di calligrafismo! 2) Alla fine, quando la duchessa legge il biglietto scritto per lei da Vattel: "La vostra casa è al sud, mi pare.
Se è vero, ricordate che c'è un luogo non lontano dal Vauclouse dove piantano i ciliegi tra le vigne. Il sapore delle ciliegie si sente nel vino".
VOTO: 727.61
 
 
CAMERIERI

Di Leone Pompucci, Italia n: Marco Messeri, Agostino; Paolo Villaggio, Loris Bianchi; Diego Abatantuono, Mario; Carlo Croccolo, Azzaro padre; Antonelssari, Azzaro figlio; Regina Bianchi, moglie di Azzaro padre; Sandra Milo, amante di Azzaro padre; Antonio Catania, il cuoco; Ciccio Ingrassia, Loppi.

Prima scena: Alba livida. Parco giochi in sfacelo. Una vecchia 500 parcheggiata malamente si scuote. Frasi sconnesse. Si apre uno sportello. Ne esce una mora con pelliccia leopardata. Appresso esce Abatantuono con occhialoni, nasone e palle degli occhi a molla che ciondolano. Fa la pipì.
Seconda scena: Lo stesso attore come prima di fronte un ristorante con rotonda sul mare. Nessun'altro in vista. Il locale si anima di camerieri . Appare l'anziano proprietario, vuole vendere il ristorante: non sta bene. Cercano di dissuaderlo. Arriva il 118. I nuovi proprietari, famiglia Azzaro, festeggeranno i 50 anni di matrimonio lì. Grande cena da preparare: devono dare il meglio. Il cuoco non vuole cucinare, i camerieri litigano tra di loro, i commensali, orrida umanità, da non credere, brutti, stronzi, cattivi e sudici. Difficile immaginare qualcosa di vagamente simile.
 Ognuno dà, con generosità e dovizia, l'orrore che lo divora. Il mangiare fa schifo, nessuno se ne giova. Benone. I camerieri, lo sfigato, (P.V.) il demente, (M.M.) lo sciacallo (D.A.), il cretino (A.C.) e il ragazzino, fanno 13 alla schedina. Diventano ricchissimi.
Il film è finito. E' stata durissima scrivere queste righe: che gli dei abbiano pietà di noi.
 
 
 

FEED

di Brett Leonard, Australia 2005.
Con: Patrick Thompson, Alex O'Loughlin, Gabby Millgate, Jack Thompson, Matthew Le Nevez.
Filmon! Beh, filmin. La trama: un poliziotto delle poste, non del tutto in squadra, si occupa di cybercrime, roba proibita in rete. Infatti ha appena concluso un a indagine sul triste caso (vero) del signore tedesco che avrebbe avuto preferenza di farsi mangiare... e venne accontentato. Cerca e cerca, nei rari momenti che la fidanzata non lo sbatacchia e si sbatacchia, finalmente trova un sito porno-fetish! Donne sovrappeso e paurosamente obese, sono alimentate a forza. Si può scommettere sulla data del decesso, facilitati da tutti i dati e valori comunicati con precisione maniacale-medicale. Inizia la caccia. Già qualche donna è tornata alla casa del Padre e ben volentieri: cibo in abbondanza e a gratis.
La ragazza che ora è il suo turno, pesa 400 libbre.
 I due si amano. Viene cibata con l'aiuto di tubi e imbuti. Sui fornelli varie misture di grassi, forse umani. Vuole raggiungere le mille libbre ma non ce la farà. La legge vigila ed il bieco ingrassatore farà la fine che si merita! Scene che si sovrappongono, effettacci speciali a iosa... che volete di più? 
 
 
 
GRAZIE PER LA CIOCCOLATA

Di Claude Chabrol, Francia 2000.
Con: Isabelle Huppert (Marie-Claire Muller), Jacques Dutronc (André), Anne Monglais (Jeanne), Rodolphe Pauly (Guillaume).

La leggenda azteca racconta che la pianta del cacao nacque dal sangue di una principessa che si sacrificò per non svelar. E quel sacrificio regalò all’umanità un prezioso alimento: il cacao, che ha il seme rosso come il sangue, che è amaro come lo è la sofferenza e che provoca una devota obbedienza perenne.
Questa è la storia raccontata in questo straordinario film.
Jeanne, giovane aspirante pianista, scopre casualmente di essere stata, per uno scambio di culla, per qualche minuto, figlia di un famoso pianista. Vuole conoscere André che per un attimo fu suo padre. Lo va a trovare nella sua casa, un castello sulle rive del lago, dove vive con la seconda moglie, Marie-Claire, ed il figlio di lui Guillaume. La ragazza è subito affascinata dal musicista, incuriosita dal giovane e spaventata dalla moglie. Questa, proprietaria di una famosa fabbrica di cioccolato, si prende cura di tutti e nessuno si prende cura di lei.  Intossica il marito con forti sonniferi e puntualmente imbottisce il ragazzo di benzodiazepine.
Con la cioccolata, ca va sans dire, di cui è abilissima preparatrice. Si occupa di beneficenza a favore di centri per lo studio e la cura del dolore. Il clima della casa, di quieta follia turba la giovane. Presa dalla musica e dal piacere di suonare con il grande pianista, non perde di vista la signora e le sue preparazioni. Esattamente come era già successo qualche anno prima, Marie-Claire decide di eliminare gli elementi che perturbano la quiete familiare…
Regia di raffinata maestria questo film riesce a creare una suspence sottile ed inquietante che lentamente ci avvolge e ci intrappola. Grande Chabrol!
Bere una cioccolata calda non sarà più come prima…
 
 
IO SONO L’AMORE

Regia di Luca Guadagnino, Italia 2009
Con: Tilda Swinton (Emma), Flavio Parenti (Edoardo), Edoardo Gabriellini (Antonio), Alba Rohrwacher (Elisabetta), Pippo Del Buono (Tancredi), Gabriele Ferzetti (Il nonno), Marisa Berenson (Allegra)..

Statue coperte di neve, portoni, balconi ed architravi, scalinate e colonne. Deve trattarsi di una nevicata abbondantissima. Ma dove ci troviamo? Didascalia risolutrice: Milano! Una sera, in una dimora, dimorona, si festeggia il compleanno del nonno. Tutti allegri e contenti, stanno bene, benone. Il giovine pupillo ha fatto una gara ma, ahimè, è giunto secondo! Quand’ecco, al la porta, portona, bussa un giovanotto male in arnese. Chi è costui? Ma è il vincitore della gara!! Per consolare il fragile giovine gli ha portato una torta, fatta con le sue mani! Che bella pensata! Si vuol far perdonare: questo ragazzo strampalato è uno sceffe! In un ristorante di lusso, roba buona e molto fine. Sai che? Veniamo al tuo ristorante. I due giovini diventano amici, amiconi.
Amicizia improbabile, uno è ricconissimo, l’altro di dubbia estrazione. Però… però anche la mammina, bona, del fighetto… Beh, viene dalla Russia… Comunque sia l’entusiasmo travolge tutti e tre.. Subito i due ragazzi pensano ad aprire un ristorantino: l’uno ci mette i quattrini e l’altro il mangiare.. Che bella idea, chi ci avrebbe pensato? Il guogo ha giusto un posticino, vicino a S. Remo, a un tiro di schioppo. Una località inaccessibile ed isolata, ma tanto bella. Ma, come tutti sanno, il diavolo fa le pentole e i coperchi no. Ormai è primavera, c’è il risveglio della natura ed anche la signora russa si sente tutta risvegliata. Va a San Remo e, del tutto casualmente, incontra l’amicone del figlio. Partono per vedere il posto predestinato. La natura è in pieno rigoglio, fiori e foglie da ogni parte. E insetti intenti a copulare alacremente e vieppiù. Lei resta affascinata. Che bel paesaggio! Chi potrebbe resistere al natural richiamo? Lei no. Trombano. Il guogo va a lavorare a casa dei ricchi, si potranno rivedere..Il figliolo tanto fesso non è, egli sospetta una tresca tra i due. Il fato in agguato esso è..  Il giovine ricco cade e batte il capin e tosto torna alla casa del padre (Celeste). Vualà! La situazione si risolve brillantemente: niente più ristorante ma i due, il guogo e la russa, potranno continuare la loro conoscenza corporea a iosa e senza terzi incomodi. Viva! Fine.
Beh, far vedere i ricconi con casoni, soldoni, falsità, immoralità e sesso, non è una novità. Che una madre si consoli per il prematuro decesso del figlio con il di lui amico, è già più originale.
 
 
 
LEZIONI DI CIOCCOLATO

Regia di Claudio Cupellini, Italia 2007.
Con: Luca Argentero (Mattia), Violante Placido (Cecilia), Neri Marcoré (il maestro), Hassani Shadi (Kamal), Ivano Marescotti (Ugolini).

Un povero geometra deve ristrutturare una casa campagnola. Ugolini, perfido committente, lo obbliga al risparmio: materiali scadenti, niente protezioni, tutto al nero. Eh, c’è la crisi! L’operaio egiziano, Kamal, cade dal tetto e si frantuma. Corsa all’ospedale. Aiuto! Quello è capace di denunciarlo! Ed infatti, quello si è fatto furbo ed audace ed rapace: manterrà il segreto sull’origine dei suoi malanni se il giovine geometrico lo sostituisce. Sul tetto? No! Egli è valido pasticcere ed è sul suolo italico per fare un corso di cioccolataio! Ebbene, è qui che dovrà essere sostituito. Il geom accetta, suo malgrado, l’odioso ricatto. Va alla scuola tenuta dal Sig. Prof. Marcoré, detto Il Maestro. Tutti gli allievi, sette-otto, piangono alla storia di Kamal, manovale sfruttato aspirante cioccolatiere.
C’è anche un’allieva molto carina, e per sua fortuna, ninfomane. Benon. Il Sig. Geom. Impara, l’arte della pasticceria, l’amicizia, quella di Kamal, la solidarietà, l’amore, il rispetto di sé.
Girato come uno sceneggiato, piatto improbabile, indeciso. Un po’ commedia cialtrona un po’ dramma sociale. Fa tristezza. Alla fine ognuno si avvierà per strade nuove segnate dalle vicende vissute insieme. Un po’ sfigati, un po’ soddisfatti, un po’ stronzi. La tristezza diventa tenerezza.
 
 
 
LUNGA VITA ALLA SIGNORA!

di ERMANNO OLMI, Italia 1987.
Con Marco Esposito, Simona Brandalise, Stefania Busarelli, Graziella Menichelli, Luciano Rossi. 109 m.

All'indomani della presentazione del film alla 65° Mostra del Cinema di Venezia, dove vinse il leone d'argento, Ermanno Olmi così definì il film: "E' una fiaba!". Ed è proprio vero! La favola che lo ha ispirato sembra essere "Barbablù". Storia di sopraffazione e violenza, di cinismo e di ipocrisia. Un mostro che mangia di tutto ma preferisce gli adolescenti.
Ogni anno in un castello enorme, isolato e protetto da alte montagne, fervono i preparativi dell'annuale cena. Il cerimoniale è rigidissimo e sempre uguale. Come anche il menù. Arrivano i commensali, sempre quelli: tipi alta finanza, politici di lignaggio, snob, ampollosi, esigenti, avidi, spocchiosi. Tutti hanno un ruolo che seguiranno, pedissequamente, per tutta la vita, adattarsi, compromettersi, lusingare, prostrarsi, infliggere. Beh, avete capito che genere di umanità.
C'è anche una umanità diversa. Sono gli aiutanti camerieri, freschi di diploma della scuola alberghiera. Pronti alla carriera, carrierina. Il ragazzo protagonista, Libenzio, figlio di contadini, potrà affrancarsi e risalire la china? Certo! Potrà diventare cameriere! Il giovane è incuriosito dal lusso. Stupito, incredulo, posa il suo candido sguardo su queste persone altolocate. Assisi ad un enorme tavolo al cui capo sta la padrona. E questi mangiano e bevono. Si guardano, si invidiano, si studiano... Ma cosa gli passerà per la testa? La padrona tutto guarda e non mangia, niente: di quello si ciba. Non solo. La ragazzina, leggiadra presenza nell'accozzaglia, è accarezzata da un losco bavoso che la ghermirà: L'aviatore snobba si ritira con la vecchia padrona. Mani adunche si allungheranno anche sul candido Libenzio. Su tutta la scena aleggia la musica del buon vecchio Georg Philipp Telemann, la "Musique de table", eh, siamo tutte brave persone! Ma... nella tana del lupo fa la sua discreta apparizione del padre del ragazzo: vuole vederlo all'opera. Orgoglioso di questo epocale passaggio di classe. Sorride, soddisfatto.  Ma chi l'avrebbe mai detto?! Fortunatamente, però, il giovane agnello ha riconosciuto la bestia sotto i travestimenti eleganti dei commensali. Non ha esitazioni. Si rimette i suoi abiti e fugge correndo. Con lui fuggiamo anche noi, che abbiamo elevato la fuga ad arte. Prima lasciamo un ricordino...
Grande Olmi! Come tutti ben sapete, il regista si è occupato recentemente di coltura della natura: PROSSIMAMENTE QUI!
 
 
 
IL PANE / PIAZZA DELLE CAMELIE
di Tonino De Bernardi, ITALIA 2008
con  Chiara Pauluzzui, Fulvio Baglini, Chiara e Carlo Cocolini, Véronique Bouteille, Cristina , Giulietta Debernardi.

Con antica cura il fornaio prende l'impasto: la sacralità di un gesto carico di storia. Carezza soave et amorosa.
Lo appoggia sulla pala e lo inforna. Ripete il gesto simile et antico fino alla pienezza. Gli occhi di un poeta si posano affascinati sulle mani posano sulle mani di un uomo, sul suo lavoro. Siamo nell'antico mulino ad acqua di Gorgiti, frazione montana del comune di Loro Ciuffenna. Repentino lo sguardo si sposta. Corre a Roma, nella piazza, misteriosamente, denominata "Delle Camelie". Storie intrecciate, storie di giovani che si cercano, tra spintoni ed abbracci, si inseguono, a tentoni e richiami.
Umanità semplice e coraggiosa, complicata e tenace. Ragazze cercano canti, Coppie cantano poesia. Porte che si aprono sulla vita, su tante vite, diverse ed uguali: Anche noi entriamo nella narrazione.
Le tenebre toste ci accolgono con abbraccio gelido, la temperatura scende vertiginosa. La proiezione avviene in un bosco a mille metri di quota.
Il pubblico ridotto e variopinto sta al gioco della narrazione. Ghezzi è in splendida forma, sfida il vento d'impeto dantesco con citazioni vorticose. La Natura ha il sopravvento: il telone si piega e come vela di vascello nella procella esausto riconosce la superiorità insita nella tormenta. Ci vuole il coraggio dell'avventuriero per risalire il viottolo e guadagnare l'auto. Raffiche di vento, scuro d'abisso, sassi e radici adunche attanagliano i passi incerti.
Perfetto Orgogliosi come samurai. Anche questa è fatta
P. S. La proiezione è avvenuta nella sera del 18 luglio 2010.
 
 
UNA CENA QUASI PERFETTA
regia di Stacy Title, USA 1996
Con: Cameron Diaz, Annareth Grish, Ron Eldard, Jonathan Grish,Mark Harmon e Ron Perman.

Un quintetto di giovini studenti vivono insieme in una bella villetta, insomma, una comune. Cosa gli accomuna?Gli ideali di giustizia e libertà, la speranza in un mondo migliore e l'amore per la buona tavola ed il buon vino. Sono radical schic, come si diceva 'na vota. Una bella sera, anzi orrida, Pete resta in panne ma, botta di culo, beh, culino, trova un passaggio per tornare grazie a Zac, trucidone truculento. Per riconoscenza, i gentili giovani, lo invitano a cena. Ci sono le lasagne e Zac ne è ghiottone. Durante l'amabile conversazione elegante ed elevata, anche il drugo dice la sua. Da buon ex marine combattente, interviene in temi di filosofia ed etica: li manderebbe tutti al fronte a farsi il culo ed apprezzare così la vera vita! Non contento, dà una dimostrazione del vero essere uomo: punta un coltellaccio alla gola del mite Mark. Inorridiscono gli studenti! Che modi! Parapiglia. Il brutalone viene fortunosamente accoltellato! Argh!  Che fare?
Ragioniamo: Quello era violento e reazionario... Se lo meritava. Alla grande! Hanno fatto bene, benone! Quella merda umana se lo meritava. Che fortuna che sia capitato lì, hanno fatto del bene alla comunità umana! Se Adolf Hitler fosse stato rispedito tra i più, quanti benefici avrebbero tratto milioni di persone? Eh, fare il giusto giustiziere è molto soddisfacente! Facciamo un'altra cena, col reverendo, buon vino e quattro chiacchiere! Il sacerdote, amante della tavola e del turismo di massa. Tutti i gay su un'isola deserta, con cibo per trenta giorni. L'omosessualità è una malattia e l'aids ne è la cura. Merita un brindisi, l'arguto ecclesiastico. E vai con il vino all'arsenico! Poi pescano un sostenitore del diritto dell'uomo alla violenza sulle donne: ben detto, brindisi! E' la volta della sostenitrice della umanità canina e di tutti gli animali in genere. Chi maltratta gli animali dovrebbe essere torturato a morte! E allora? Brindiamo! Una giovane insegnante preferisce "Pollicino" al "Giovane Holden" Alè,  coltellata alla schiena (purtroppo la giovane è astemia).
In breve il giardino della villetta diventa un cimitero, coltivato a pomodori, buoni e succosi. Ora vogliono chiudere in bellezza. Il cielo gli dà una mano: Marc, perfido e pericoloso predicatore televisivo,perso l'aereo, chiede ospitalità. ORRRO!
Preparano una dose massiccia, massicciona, di veleno. E incominciano a chiacchierare amabilmente. Stupore...! La MERDA umana è un agnellino, ponderato, tollerante, equilibrato, sensibile. Tutti ne sono conquistati! buon vecchio Marchetto, te tu sei dei nostri!: VIVA! Gniente vero, Il truce, capito l'andazzo, sostituisce le bottiglie. I giovani se ne vanno al Creatore, lui resta.
Commedia nera, si sorride e ridacchia. Benedetta gioventù, credono di poter cambiare il mondo. Purtroppo la regia traballa, un'occasione persa.
 
 
CRAZY HEART

di Scott Cooper, USA 2009
con Jeff Bridges, Maggie Gyllenhall, Robert Duvall, Colin Farrel, Sarah Jane Morris, Bet Grant,Annie Corley.
Oscar migliore attore protagonista: Jeff Bridges.
Oscar migliore canzone: The weary kind, di Ryan Bingham.

Bed Black, cantautore country, si avvia a grandi passi sul viale del tramonto, mettendocela tutta. Ed in questo, bisogna ammetterlo, ci sa proprio fare! Ingurgita uischi a iosa. Canticchia in locali sudici e sordidi, insomma sta andando a rotoli, rotoloni! Ma, un bel giorno, in quel di Santa Fé, arriva l'angelo salvatore. E' una bella, buona e brava giornalista, lo deve intervistare per la gazzetta locale. Benone, dice lui. Già alle seconda puntata dell'intervista i due sono innamorati. Lei ha per un bimbetto, Bud, con cui Bed può giocare a fare il padre, cosa che con il suo non aveva fatto. Continua a bere alcuni litri.
Per questo è inaffidabile ed il dramma in agguato. Una volta che lei gli affida il bimbetto, lui se lo perde. Ritrovatolo, lei non lo perdona, ha già dato e di molto! Lui tracanna e trangugia vieppiù. Ormai ridotto ad una merda, decide di smettere. Si incontreranno dopo qualche tempo. Lui è disintossicato ed un nuovo successo professionale gli arride. Anche a lei. Ora lavora in un giornale importante ed ha un compagno dolce, carino e, guarda caso, astemio.
C'è giusto il tempo per una nuova intervista... Jeff Bridges è un titano, titanone! Tutte le canzoni del film le canta lui e di molte ne è anche l'autore. Film drammatico
sofferto. Ben recitato e ben diretto. Tutti i temi sono presenti, la caduta il riscatto, l'amore, la solidarietà, la solitudine, il degrado e la risalita. Eh, cosa riescono a fare le donne, specie se sono angeli! Il dolce finale crea confortevole complicità: il riscatto è dietro l'angolo! Da vedere.
 
 
IL SEGRETO DI SANTA VITTORIA, USA 1969

regia di Stanley Kramer
Con: Anna Magnani, Anthony Quinn, Virna Lisi, Hardy Kruger, Renato Rascel.
Tratto dall'omonimo romanzo di Robert Crichton.

Lo scrittore americano, R. Crichton, finita la seconda guerra mondiale, fece un giro per l'Italia. Curioso ed attento, non per nulla è uno scrittore, nei suoi vari vagabondaggi, ascoltò una storia che lo interessò.  Era in un paesino del Piemonte e tornato in patria, si ricordò di quella storia e ci scrisse un libro, non per nulla è uno scrittore. Il libro ebbe molto successo ed il regista,  S. Kramer, decise di farne un film, non per nulla è un regista. Grande produzione! Grandi attori! La vicenda si svolge in quel piccolo paese piemontese ed inizia il 25 luglio del '43 data della fatidica caduta di Mussolini. E veniamo alla storia. L'avvinazzato commerciante di vino, Vinicio Bombolini, sale sulla torre del paese e sventola il tricolore. Tosto, per il suo eroismo, viene eletto sindaco. Tripudio generale! Ma l'allegria dura poco: giunge la notizia che i tedeschi in fuga stanno arrivando. Occomemai ?  Essi vogliono il vino. Hanno saputo che nelle cantine
 del paesello giacciono migliaia di bottiglie, lì conservate da una casa vinicola per produrre il vermuth. Il cantiniere fa un'accurata conta. Giacciono nella cantina bottiglie 1.307.000! Che se ne faranno mai i tedeschi in precipitosa fuga? Come faranno a portarsele via? Boh?! Panico generale! Aiuto! Il prezioso liquido corre grande periglio! Che fare? Una soluzione ci sarebbe...
La Provvidenza ha provvisto i dintorni di ampie grotte. Trasferiamocele ed alla svelta che chille fetusi no abbiano a bé o' vino nostro! Questi simpatici piemontesi parlano romanesco così così. Viene organizzata una catena umana che coinvolge tutti gli abitanti. Grande scena corale e sono i veri abitanti del paesino, tutti romani, che per le vie ed i sentieri si passano le preziose bottiglie. Quando arrivano i tedeschi trovano le immense cantine quasi vuote, un poche le hanno lasciate. L'ufficiale crucco è crucciato. Fortuna per lui che c'è una contessa bbona che gli si offre, meglio che niente. Intanto cercano qui e là ma nulla trovano. I ben due camion restano vuoti. Arriva una telefonata dal comando. Partire! Pace, se ne vanno. Tutti contenti, contentoni. Amo sarvato er vino, mortacci loro! Anna Magnani, occhi cerchiati di nero, capelli perennemente arruffati, piangente, è la moglie del Bombolini, A. Quinn, grande istrione, colpito da convulsioni epilettiche quando gli chiedono ndò stà er vino? Babbalucche, R. Rascel, fa il segretario del sindaco beone. Beone a sua volta ed affetto da cretinismo. H. Kruger, angelo biondo nazista ma cor core 'n mano si tromba la depressa V. Lisi, bona che si sacrifica. Il film giustamente, fu un fiasco, eh, eh, eh. Non poteva essere altrimenti. Il film fu girato ad Anticoli Corrado, provincia de Roma.
 
 
RATATOUILLE

PIXAR, film di animazione computerizzata, USA 2007.
Con Rèmy, il topino, Linguini, il ragazzo chef, Skinner, il nuovo chef, Colette, aiuto-chef, August Gusteau, lo chef scomparso.
Regia di Brad Bird.

Un giovane topolino, si scopre la passione della cucina. Come tutti i topi. Ma lui ha un fiuto ed un gusto straordinari. Bacchetta gli altri suoi consimili: non mangiate monnezza, bensì prelibatezza.   I topastri non sono convinti, le une abbondano, le altre scarseggiano. E decidono, come anche noi, di continuare con le schifezze. Il prode sorcio non demorde, grazie ad una vecchia dinamitarda, cade nella fogna e si ritrova nella città di Parigi (Francia), nota per la sua cucina assai raffinata. Casca in un ristorante, anzi nella cucina, e ne prende, letteralmente, le redini.  Il successo è rapido ed inarrestabile. Non va tutto per il meglio: alti, altini, bassi, bassissimi. Inseguimenti alla Giames Bonde, Personaggi biechissimi e fantasmi buoni, saggi e generosi. Alla fine trionfa il genio gastronomico della pantegana! Il perfidissimo critico, tal Ego, ne magnifica le doti.
Ma, si sa, la fortuna gira, girina.  Una indagine della USL trova migliaia di ratti nel ristorante. Ne viene decretata la chiusura! Ahimè! Tutto è perduto. Perdutino. Il topastro apre, come farebbe chiunque, un altro ristorante, il "Ratatouille", dalla ricetta da lui prediletta. Il giovane sub-chef, ragazzotto ebete, Linguini diventa ricco. Ama una certa Colette, gnocca cuoca. Altri toponi aprono anche loro un bistrò, però riservato a loro simili. Alleluia. Beh, sarebbe un film sulla salvezza dell'anima, animella, grazie alla buona cucina. Noi sgranocchiamo patatine fritte e facciamo meditazione zen. Un po' si ride, un po' ci si incazza, un po' ci si annoia. Per stomaci di cemento.
Alla sezione cucina la ricetta della ratatouille
 
 
JULIE & JULIA
regia di Nora Ephron, USA 2009
Con: Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci, Chris Messina, Linda Emond.

La Storia:
Julia Child (Meryl) e suo marito, diplomatico americano, si trasferiscono a Parigi (!). Siamo negli anni '40. La città strega l'orchessa, che ride sempre, sbraita e mangia. Il marito, Paul, se ne sta buono nel suo cantuccio all'ambasciata. Innamorato,non si direbbe proprio, della giunonica femmina, l'accontenta in tutto. Quella, poveretta si annoia e mangia. E così, una trota trangugiata, un'anatra divorata e via discorrendo, decide di impegnare il suo tempo seguendo un corso di cucina francese. Ne resta affascinata e ne diventa cultrice oltreché esperta. Il buon Paul segue imperterrito i progressi del ciclope e abbondantemente la scopa con fare assente: perchè la fà? C'è scritto di fare così, e basta. Quella bercia e ride e affetta cipolle, anzi, onions. Cava le bretelle al poverino P. e lo cavalca con foga equina. Ma a Nuova York c'è un'altra coppia, con identici problemi, siamo negli anni novanta e di tempo ne è passato. Julie Powell, è giovane e graziosa ma insoddisfatta.
Fa un lavoro di merda, consigli ai traumatizzati dal crollo delle Torri Gemini, ed è insoddisfatta.
 Ma il destino è in agguato... Che fare? Ma, certo, mi faccio un blogghe! Brava! Di cosa parlare? Ma di cucina! Di un libro di cucina! Quale? Ma quello della panzona Julia Child! Ella un libro scrisse! Ma che libro? Ma sulla cucina francese! Ma và? Tutte le donne ammericane lo tengono? Ah, che bella idea! Quella allora cucina e il buon Eric, lo sposa mangia e tromba, però meno del vecchio Paul. Insomma il suo blogghe da tutti viene letto, ma và? Jesse! Parla delle ricette della sfera di lardo e della loro realizzazione. Eric mangia e non tromba: lei è troppo presa da il computer, portatile. La vecchia e globosa maitresse guadagna pacchi di dollaroni con il suo librone. Il Paul imperterrito ed impassibile, abbassa le brache. A parte l'otre pantagruelico, sono tutti misteriosamente magri, nonostante gli intrugli inzeppati a più che si può. Si trattiene il pianto a stento, ma l'orrore ci travolge doviziosamente. Dovrebbe essere un film femminista, femministino. Peccato che sia orrido. Spicca l'imperturbabile Paul.
E l'otre, rigonfio e sformato di Julia. L'altra è una misera sfigata che fà finta di no. Tacciamo di Chris.
 
 
KITCHEN STOR

Regia di Bent Hamer, Norvegia-Svezia 2003
Con: Joachim Calmeyer, Thomas Nostrom, Reine Brynolfsson.

Difficile da credere, ma la storia è basata su di uno studio realmente effettuato negli anni '50.. Si tratta di progettare mobili per una cucina razionale, che faccia risparmiare passi alle massaie. Non bisogna scordarsi però dei single. Da qui incomincia il film. Decine di auto con rulotte al traino, lasciano la Svezia per dirigersi in un vicino paesello norvegese abitato da single. L'indagine è sul campo: l'osservatore si piazzerà sopra un trespolo per seguire ed annotare gli spostamenti del proprietario della casa. Vietato parlare e comunicare. Il nostro eroe, Fulke, si installa sul suo alto seggiolone in casa di Jsak, Annota tutto. Quello è sfuggente, non sta mai in cucina e a sua volta si mette a spiare l'osservatore. Alla sera Fulke va nella sua roulotte, finalmente solo.  Piano piano, nonostante l'attenta supervisione di un controllore, tra i due nasce un po' di complicità che sfocia in aperta amicizia.  Ormai mangiano allegramente insieme e si divertono come non mai gli era successo. Viene colto in flagranza di sbornia che dorme profondamente nel letto di Isak. Viene cacciato!. Ma quello, riportata la roulotte in patria, ritorna dall'amico. Film d'amicizia e solidarietà, pallosetto ma anche divertente e ridanciano.

P.S. La prossima volta che andrete all'IKEA vi verrà in mente questo film. Eh, così va il mondo.

 
 
RIUNIONE DI FAMIGLIA
Regia di Thomas Vinterberg, Danimarca 2007
con: Karen-Ilse Mynster, Paw Henniksen, Shanti Roney, Klaus Pagh, Salvatore Mastruzzo, Said Milanpoue.

Il film è ambientato in una piccola città danese di provincia. Grande evento in vista: la festa per il 750° anno dalla fondazione. Il clou della serata è l'esibizione del celeberrimo tenore Karl Kristian Schmidt, nativo del ridente borgo. La festa che si prepara sarà grandiosa. E' stato chiamato un famosissimo chef. Le vivande sono di scelta eccelsa, il vino è insuperabile! Tutti partecipano a questa realizzazione, compreso l'aiuto cuoco Sebastian. Questi, dopo una vita tra l'incubo del suicidio del padre ed una madre femminista e lesbica, vive ora un amore travolgente! Nel corso della serata succede di tutto, dalla farsa alla tragedia, e viceversa, senza tregua! Il buon tenore, buonino, tra fobie e atteggiamenti divistici, trova il tempo per trombare la giovinetta di cui è innamorato Sebastian.    Questi decide di vendicarsi del vecchio lubrico. Ma la mamma sua lo ferma: Non farlo, egli padre a te è! Ma come? Non era bell'e morto sotto al treno vent'anni fa? No, era solo scappato e senza sapere che lei era incinta! Stupore! Del figlio. Stupore del padre! Però poi tutti si abbracciano e ... via! I giovini partono insieme, come fece quello a suo tempo e il babbo gli regala una valigia. Chissà cosa c'è dentro?
Il regista racconta di essere stato allevato in una comune. Beh, la famiglia è ariosa come una camera a gas, ma anche questa non scherza!!!
 
 
SOUL KITCHEN
di Fatih Akin
Interpreti: Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Unel, Anne Bederke, Pheline Roggan.
Germania, 2009.

La trama. Zinos, un greco naturalizzato tedesc0, gestisce un localaccio ad Ambergo. Il posto è frequentato principalmente da mangiacrauti e tracannatori di birra. Ma il destino è in agguato. Il famoso chef Shayn, licenziato dal ristorante di stra lusso dove lavora, perché si rifiuta di scaldare un gazpacho (Giustamente!) va a lavorare al "SOUL KITCHEN". Ora non è più una bettola fetente, i clienti cambiano, ed il successo arriva. Il fratello di Zinos, Ilias, esce di galera e ci va a lavorare. Cominciano i guai! Un losco agente immobiliare mette gli occhi sul ristorante e la splendida morosa di Zinos va a Singapore. Lui gli vuole correre dietro, quella torna per la morte della nonna ed al funerale Zinos scopre che la sua morosa ha un fidanzato cinese! Lui dà di ribalta! Il fratello si gioca il ristorante a carte col losco individuo e lo perde. E' una tragedia! In più gli viene il colpo della strega! Non ha la mutua, deve andare da un praticone turco. Tutto crolla... I due fratelli hanno mille risorse... Il ristorante viene pignorato ma loro trovano i soldi per riscattarlo! Il loro sogno si avvera! Bel frattempo sono successe mille avventure! Vi divertirete tanto, tantone! Accorrete in massa! Eh, il buon cibo fa miracoli!
 
 
SAPORI E DISSAPORI

Di SCOTT HICKS, USA 2007
Con Catherine Zeta-Jones, Aaron Eckkart, Abigail Breslin, Patricia Clarkson, Bob Balaban.

La Catherine, nel film si chiama Kate, Kate Anderson, è una chef. Ma non brava, bravissima! Perfezionista per eccellenza, richiestissima per la sua suprema arte culinaria. Ed è anche buona, per dire. Ed E’… SINGLE!!!! Occomemai? Eh, troppo presa dal lavoro. Ad esso da tutta se stessa ed anche di più. Ma un bel giorno, anzi brutto, la sua sorella decede nel corso di una gita automobilistica. Le sopravvive la figlioletta Zoe di otto anni: la cuoca se ne dovrà occupare. Stress, nottatacce, rapporti difficili. In più al ristorante viene assunto un nuovo cuoco. Che succederà? SI. Lui validissimo è, pure canta, fa ridere la piccola stroncatrice. Ecc.
Dimenticavo: ama la lirica, ma và? Due più due…fanno tre. Aprono un ristorantino, dove trova impiego anche la piccola Zoe. E la protezione minorile? Ma dai, è un film! Da notare: entrambi i cuochi, entrambi single, entrambi abitano appartamenti sterminati…
 
 
RICETTE D’AMORE

Di Sandra Nettelbeck, germania 2002

Con: Martina Gedeck, Sergio Castellito, Maxime Foerste, Sibylle Canonica.

Marta è uno chef. Ma non qualsiasi: ella è la migliore! Scrupolosa, attenta, precisa, creativa, innovativa (nella tradizione, neh!), sorprendente, talentuosa eccetera, eccetera.
E’ buona, il che non guasta. E’ SINGLE!! Eh, troppi impegni col lavoro, il cuoco è mestiere impegnativo. Lei ha una sorella, Christin. Muore subito ma le lascia la sua figlioletta, Lina. Il recente lutto la deprime assai e la cuoca pur sempre cuoca è. Ma il destino è in agguato.
Arriva il nuovo cuoco. Canta le romanze, mangia la pizza e fa gli spaghetti.Da dove viene?
From Italy! Dissapori iniziali ed incomprensioni. Poi lui, furbescamente va di sponda. A Lina gli garba, è gentile, simpatico, fanfarone e canta. Facciamola corta: mettono su un ristorante e i due adulti dividono il letto. Chi l’avrebbe mai detto? Tutti!
 
 
IL PROFUMO DEL MOSTO SELVATICO
di Alfonso Arrau, USA 1998

Con: Keanu Rives, Altana Sanchel-Gijon, Giancarlo Giannini, Anthony Quinn, Freddy Rodriguez, Debra Messing.

Il titolo originale, “A walk in the clouds” è la traduzione del film di Blasetti, “Quattro passi tra le nuvole” del 1942 a cui la sceneggiatura si ispira. La trama. Un prode soldato americano torna dal fronte, vittorioso ma sconvolta dalla guerra. Ritorna dalla giovane moglie: di tutte le lettere che le ha scritte niuna ne lesse! Occomemai? Eh, facile non è, tempo non avere. Pace. Lui riprende il suo lavoro di rappresentante di cioccolatini. Durante il viaggio in treno per clienti cercar, trova una bella giovine. Bella è! Diventano amici. Ella ritorna dal padre, cattivissimo e ricchissimo, con un segreto dentro di lei. Che segreto sarà mai? Ella porta in sé il segreto: un merdoso professore suo insegnava l’arte della copula e non quella dell’arte, tout court! Che dire al genitore. Lui si commuove: dirà che la creatura è di egli, lui. Arrivano alla Napa Valley, vigne dappertutto! Lui ci ha un fucile e pure lo usa!
 Si incazza assai, si sposarono senza nulla dire! Il nonnino traballa, l’Anthony, è buono lui. Beh, bisogna accettar la cosa. Ma la notte vien il freddo! Bisogna scaldar le viti già gravide (di grappoli).
Tutti bracieri accesi e tutte le donne con alucce alle braccine il caldo inviano alle fragili piante! Ah! Magia della scena: angeliche figure sembran librarsi nel ciel, come angiolini. E salvano il raccolto! Il patron è sempre rabbiosamente imbufalito. Ma poi arriva la vendemmia!!! Un bel gigante di tino, alto un metro ma largo dieci. Tutte le donne, le gonne fatte su, vi si gettan dentro: alè! Felicità, risate, divertimento assicurato! Danzano e pigiano. Polke e mazurke! Ah! Che scena! Il giovine però vuol tornare dalla moglie, sennò bigamo è. E se ne va. La donna piange la prematura vedovanza. Lui va a Nuova York, bussa. Trambusto… La moglie ci ha un uomo dentro il letto! “Ma come mogliettina mia, che tu fai?”. Dice lui. Ella ha ottenuto il divorzio! Benone! Egli ora è libero! Prontamente ritorna dalla ex vedova: egli libero è! Lesto arriva. Il coglione imbestialito ora è anche briaco. A pugni lo prende e gettargli addosso una lampada ardente, lo vuole abbruciare! Ma il giovane, agilmente, si abbassa. La lampada cade nella vigna. Accipicchia! Il fuoco l’avvolge calorosamente, tanto. Accorrete, accorrete! Le fiamme divorano chilometri e chilometri di vigneto. Nulla resta! Ma sulla tomba di un vegliardo deceduto altri tempi, una pianta c’è ancora! Da qui rinascerà la nuova vigna e la pace col suocero rincoglionito. E il bimbo del turpe professore. Alè! Tutto bene, benone! Come film è da vedere: la fissità del Reeves è granitica, le alucce penose, l’incazzatissimo Giannini è imbarazzante. Effetti speciali agghiaccianti! Non vi pentirete!
P. S. Nel film del povero Blasetti, il Mario tornava a casa e subito doveva scaldare in un pentolino prebellico il lattuccio per i bimbini, la moglie quasi lo strozza per la lunga assenza.
Proprio come succede a tutti: Noi.
 
 
IL VENTO FA IL SUO GIRO di Giorgio Diritti,
Italia 2005

Con, Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Givanni Foresti.La storia si svolge nelle valli occitane del Piemonte e l’occitano è la lingua parlata nel film. Dunque, Philippe, un ex insegnante ed ora pastore, è in cerca di un posto dove trasferire la sua attività, visto che hanno deciso di costruire una centrale atomica, lassù nei Pirenei, dove viveva. Nella sua ricerca capita a Chersagno, paesino di montagna semi abbandonato. La bellezza delle montagne attorno e della natura incontaminata conquistano il pastore. Chiede una casa, una stalla e dei pascoli. Si riunisce il consiglio comunale, ne discutono i capi famiglia. In effetti il paesino ha bisogno di essere rivitalizzato, il paese è già in declino. Un proprietario offre una casa, altri la stalla, qualche mobile. Presto tutto è pronto per l’arrivo del resto della famiglia, moglie e tre figli, e delle capre.

Con la primavera spunta l’erbetta e si comincia a fare il formaggio. Da subito diventa ricercatissimo, dai ristoranti, dai commercianti, da semplici passanti. E’ subito un successo: si rivitalizza il paese, arriva gente, tutti contenti, contentini… Come succede, non tutto va per il verso giusto.
Vi ricordate le immacolate valli svizzere della dolce Heidi? Le refrain della canzoncina diceva:” Heidi, Heidi, le caprette ti fanno ciao…”. Invece le caprette di Philippe fanno la cacca in giro per il paese! Mangiano anche erba del vicino, a cui del resto non frega nulla. La comunità incomincia a chiudersi. Durante una processione trovano una slitta da fieno che ostacola il cammino: anatema! Incomincia una guerra sotterranea, lettere anonime! Arriva, solerte la ASL! Dopo tutte le analisi il verdetto è inappellabile: tutto pulito ed incontaminato, non come il fast food (vedi sotto). Ma com’è possibile che quel tanghero riesca a fare formaggio così buono? Insomma, questi non sono diversi, sono alieni! L’unico che se ne accorge è il povero matto del paese, che quando i pastori, ormai vinti ed abbandonati, se ne vanno, “parte” anche lui Le montagne immobili tutt’attorno chiudono gli spazi e gli sguardi. Nella casa del pastore ormai abbandonata, un giovane che non vuole andare a lavorare in città, accende una stufa… Come dice il proverbio :”Il vento fa il suo giro…”

Se volete vederlo dovete comprare il DVD sul sito del film su internet, alla multisala non lo danno!.

 
 

FAST FOOD NATION  di Richard Linklater USA 2006

Con: Patricia Arquette, Bruce Willis, Ethan Hawke, Avril Lavigne.

La fabbrica “MICKEY’S”, specializzata in fastfood, sta lanciando il prodotto che sarà la punta di diamante di tutta la produzione: il BIG ONE!, un paninazzo da far impallidire il buon Poldo. Purtroppo, a rovinare la solenne festività, arriva la notizia che in alcuni campioni di carne usata per produrli vi è fissa dimora di colonie di colibatteri, numerosi, numerosoni! Si chiama l’inventore del prodigio alimentare che subito chiede di cosa trattasi? Il capo sospira e serafico rivela: “MERDA!”. Bisogna correre ai ripari e di corsa, corsona! Egli parte. Lo stabilimento è nei pressi del confine con il Messico. Occomemai? Facile! Quelli che ivi lavorano sono tutti messicani, clandestini, disgraziati, affamati, vilipesi ed in più, senza permesso di soggiorno! Tutto il giorno lavorano: macellano, segano, sventrano, dilaniano, spezzano, tritano… Veloci, velocioni, il tempo è dollarone e non c’è il tempo per pulire le viscere di queste migliaia di bestie che transitano nei nastri trasportatori.

?In tutto questo merdaio, in senso tecnico, non per dire, qualche pezzo di messicano ci va pure isso, a gratisse! Tutti veloci, tanta carne, tanti hamburger, tanta felicità por todos. L’ispettore capo, indignato, manda a chiamare il capo fabbrica. E chi è il capo fabbrica? E’ BRUCE WILLIS. Isso s’incazza assai!! Come una bestia!!! Quasi gli va di traverso il BIGONE! E gli dice: noi siamo il sogno americano, diamo cibo ginuino a milioni di individui e lavoro anche, macelliamo hogni hosa, quervo mundo e quervo tambièn tigo! E che, se accadesse accidentalmente uno scontro tra autoveiculos, bisognasse chiudere le fabbriche de los automobiles? Egli ha ragione, è giusto. BRUCE, che nel film DIE HARD 186, al confronto,  sembra un seminarista certosino, (vedi), è stato convincente assai. Anzi con grande magnanimità e generosità gli offre i rimasugli del SUO panino ed ammonisce con serenità e pacatezza, di solito a lui inusuali, l’ispettorino: chissà, anche le sue feci potrebbero, un dì, colonizzare un qualche bel paninone!

Andatelo a vedere, noleggiate il DVD e andate a guardarlo a casa di un vostro amico, amichino, almeno non vomiterete sul vostro, di tappeto!

 
 

UN TOCCO DI ZENZERO

Regia di Tassos Boulmetis, Grecia-Turchia 2003

Con: Georges Corraface, Fanis, Tassos Bandis,il nonno.
E Basak Koklukaya, Ieroklis Michaelidis..

Il titolo originale è :”Politik Kouzina”, che meglio rende l’idea di quello che stiamo per vedere. Il film si apre con una vista straordinaria della città di Istambul. Siamo nei primi anni del secondo dopoguerra, La comunità greca è ancora integrata in quella turca. Il protagonista è un bambino, Fanis, di una famiglia greca il cui nonno, Vassilis, passa la giornata nella sua bottega di spezie. Oltre che ad istruire il nipotino sull’uso di queste misteriose polveri, profumate e colorate, lo istruisce sul cielo e la terra, sulle stelle e sul fuoco.
Lo partecipa al grande gioco della vita che ha la sua essenza nel binomio astronomia e gastronomia.

Ed in queste due materie eccellerà il Prof. Fanis. Dopo la cacciata dei greci dalla Turchia, l’amore per la cucina porterà il giovane a raggiungere eccelsi livelli qualitativi, tanto da usare le sue doti per sedurre o respingere, a suo piacimento, i suoi amici da chi gli è antipatico.
Oramai docente affermato, decide un viaggio ad Istambul per un ultimo saluto all’ormai anziano nonno e, magari, rivedere Saime, sua fiamma del cuore ai tempi dorati dell’infanzia. Il nonno, vecchio e malato, morirà tra le sue braccia. La piccola Saime non lo ha mai dimenticato, sempre nel suo cuore gli ha riservato un posto particolare. Forse se gli facesse un po’ di quelle polpettine…La vita, però, è come gli astri: segue il suo corso e non si può alterare Alla sezione “cucina” la ricetta delle polpette di Fanis, le KEFTEDES. Film gradevole, on po’ pasticciato, per l’appunto Sembra perdere il filo ogni tanto, come tutti, poi lo riprende ma non sempre: ci vuol estro in cucina!
 
 
IL GRANDE SILENZIO
di Philip Groning Germania 2006, durata 16 ore.
Con: Monaci.

A questo regista tedesco è venuta un’idea: perché non fare un film sulla GRANDE CHARTREUSE
De Grenoble. Ne parla con il priore. Questi gli dice: Sì, si può fare, torni tra una decina d’anni, giorno più, giorno meno. Dopo quasi vent’anni, il telefono dell’ormai anziano artista, squilla imperiosamente. Con un sobbalzo che quasi lo uccide, trepidante sussurra: Hallo? Risponde una voce profonda: Chi è me? Profi dire! Non ist moglich…! E’ il GroB Vater! ( nei sottotitoli: el xe el fratacchione). Herr, dice: OKKEI, famo o filmon! Ma:
1) Nein musik
2) Nein kunstlicht lux
3) Nein nisciuno tranne isso
4) Nein Kommenten
5) Nein Frauen
6) Nein tuto el resto
Il sogno di una vita si avvera: per quattro mesi, corrispondenti alle quattro stagioni, il registra vivrà in una cella, proprio come un monaco, per quattro mesi, però. Il titolo sottolinea una delle regole dell’Ordine: il silenzio. Eppoi la preghiera, ognuno nella sua celletta dove non manca nulla, oppure, a seconda dei punti di vista, tutto. Hanno caprette, ben tollerate dalla popolazione (vedi), assai lontana dal convento. Hanno mucche, e tanti orti.
Si fanno il pane, grandi minestroni, qualche pesce dei ruscelli. Il vino,non ho scoperto se lo fanno da sé o glielo danno: per la Messa è obbligatorio! Oggi ki toka fare Messa? Io, io, io, io, io…non spingete! Birikini, io sgherzo! Ogni ha suo turno: comincia da me medesimo! I contatti con l’esterno sono ridotti al minimo. Solo la preghiera e la meditazione accompagnano i Padri.
Nei giorni di festa mangiano assieme e poi fanno una passeggiata. Quando c’è la neve fanno una specie di sci: ruzzolare sulla neve, ma non vedono l’ora di rientrare. Il film è lunghissimo e segue pedissequamente i tempi della comunità. Poco alla volta questi ritmi si interiorizzano, sembra non solo normale ma anche auspicabile il rallentamento dei nostri ritmi. Che nulla aggiungono a ciò di cui abbiamo bisogno: un briciolo di spiritualità.
Le vent se leve…
Il faut tenter de vivre!
Così diceva il grande poeta. Il vento soffia da centinaia di anni tra questi corridoi e tra queste finestre. Immutabile lo spirito che qui aleggia. E che così bene ci è dato di sentire. Per un momento siamo certosini, fianco a fianco. E’ proprio così!
Non dimenticherete facilmente la Grande Chartreuse. Ricordatevela.
“Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento forte e gagliardo, tale da scuotere le montagne e spaccare le pietre, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di una brezza leggera…”

I°  Libro dei Re. 19, 11-13

Solo in perfetto silenzio si incomincia ad ascoltare e a vedere ed il linguaggio scompare…
 
 
BAD TASTE
Regia di Peter Jackson, New Zealand 19867

Capolavoro assoluto! Inchiniamoci con ammirazione e stupore, incantati da questa pura espressione d’ARTE! Vette irraggiungibili e mai fino ad ora raggiunte da qualsiasi cineasta, vivente e/ deceduto! Pensate che la realizzazione di questo immortale e immaginifico e straordinario “ESSAI” ha richiesto ben 4 (QUATTRO) anni di lavorazione durissima ed indefessa. Beh solo di sabato e qualche domenica e non sempre. Sapete bene come sono gli amici: si prendono gli impegni (si, d’accordo…) e poi spariscono, alcuni per sempre! La storia raccontata, via via che venivano fatte le riprese, proseguiva seguendo l’ispirazione artistica del momento. Rigorosissima invece la trama.
La terra ha subito un’invasione di alieni! Nessuno se ne è accorto. Infatti essi sono subdoli: si sostituiscono agli umani prendendone le fattezze precisi uguali.

Hanno cominciano da un paesello… e già umani non più vi son! Tutti extraterrestri!

Occomemai questo criminoso comportamento? Essi vogliono fare la concorrenza a McDonald! Ma su scala galattica! Gli hamburger di umano ottimi sono, meglio di tutti! E così tutti inscatolati con cura, finiranno nei fast-food di tutto il creato! Quattrini! Che culo! (per gli avidi alieni!). Ma come il vento, anche la fortuna cambia! 4 giovini e baldi amici, armati fino ai denti, affrontano di petto la grave minaccia che incombe sul pianeta Terra! E bim! E bum!
E tri-trac! Le strade del borgo sono tosto lastricate di cervella, trippe, polmoni alieniche! Facile scivolarvi! Oramai il nemico è debellato e frastagliato Il perfido capo extracomunitario riesce però a partire con la casa, in realtà una perfetta astronave abilmente occultata. La preziosa merce abbonda assai! Presto tutti nell’universo intero potranno assaggiare l’umano popolo! Ma… Che succede? Ma c’è un clandestino a bordo, privo del regolare permesso! Ah! E’ un giovine terricolo e ci ha una moto sega!!! Good bye merdosone di marziano! Il garzone del di lui corpo si riveste e a tutta velocità al pianeta madre si fionda: l’aspettano gli straordinari! Viva Jackson Peter, immenso regista che non lesina gli effetti speciali: Frattaglie e sangue, ossa e pezzi difficilmente riconoscibili, anche da un anatomopatologo della TV!

Il suo secondo film, meno bello, ha avuto più successo: Il Signore Degli Anelli.

 
 
FESTEN

 Regia di Thomas Winterberg, Danimarca 1998.Con: Ulrich Thomsen (Christian)
Henning Moritzer (Il Padre)
Birthe Meumann (La madre)Thomas
Bolarsen (Michael)
Premio speciale della Giuria del Festival di Cannes

Una attesa festa di famiglia diventa una orrida carneficina morale nell’assoluto vuoto che circonda i personaggi. C’è da dire che il regista aderisce al gruppo “DOGMA 95”. Gruppo fondato da Lars von Trier che impegna i registi a non usare la colonna sonora, la scenografia, le luci e la macchina da presa tenuta in mano. Queste regole ferree esaltano la teatralità della vicenda e la dimensione grottesca e ripetitiva delle azioni. Sono tutti riuniti, figli, cognati zii e zie nell’avita dimora di famiglia per festeggiare i sessantenni del ricco patriarca Helge Klingenfeld-Hansen. Praticamente tutto il film si svolge nella grande sala da pranzo. Grandi vini di Bordeaux vengono versali con cautela nei bicchieri ed arriva un potage, forse al pomodoro forse all’ostrica: tutto fè.
I figli sarebbero quattro ma la piccola, gemella di Christian, si è suicidata da pochi giorni. E proprio al gemello sopravissuto viene chiesto di fare il primo brindisi. Una cosetta da nulla… Semplicemente ricorda al genitore di quando si chiudeva nello studio con i gemellini per violentarli in santa pace.
Lieve imbarazzo, Si continua con il daino ai mirtilli. Il vino scorre a fiumi. Ting ting ting! Altro brindisi, questa volta alla mamma che tutto aveva visto. Il vecchio è impassibile come pure gli ospiti. Riprendono tranquilli a mangiare e bere, La moglie sorride, la festa continua. Non c’è traccia di imbarazzo o commozione. Anzi fanno pure il trenino in giro per la casa. Poi tornano, garruli, al loro desco agognato. Ting ting ting, altro brindisi. Questa volta è la figlia che deve leggere un biglietto scritto dalla giovane suicida e testè ritrovato. Dice che il ricordo del padre che la violenta non l’ha mai abbandonata ed ora non ce la fa più. Beh, è il momento di passare all’acquavite, per tenersi un po’ su. La festa continua, si strimpella un pianoforte, si ride, si chiacchiera. All’alba tutti a nanna, all’indomani li aspetta la colazione, e poi ognuno a casa sua… AUGURI!  
 
 
COME L’ACQUA PER IL CIOCCOLATO

Regia di ALFONSO ARAU, Messico1992

Con Lumi Cavazis (Tita)
Marco Leonardi (Pedro)Regine Tomei (Donna Elena)Pilar Aranda (Chencha)Mario Ivan Martinez (Dr. John Brown) Personaggi, colori e sapori, sensazioni e sentimenti.
Poesia e dramma. Amore, passione e desiderio. Siamo in Messico all’inizio del novecento durante la rivoluzione di Pancho Villa. In un “rancho” isolato la vita di sole donne procede tra tradizioni, femminilità e soprattutto cucina.


Lumi Cavazis
La vecchia e saggia Chencha istruisce la giovane Tita all’arte della cucina: sapori, odori, profumi.
Sarà questa cucina che seguirà Tita per tutta la vita intrecciandosi con gli avvenimenti famigliari e le passioni erotiche.
Pedro si innamora di Tita, l’ultimogenita e per questo destinata alla condizione di zitella per meglio accudire la madre al momento del bisogno.
Pur di restarle vicino, decide di sposarne la sorella: saranno così sempre vicini. Tita preparerà per l’amato ogni genere di specialità che parleranno dell’amore che la possiede. Il dialogo amoroso, impedito dalla madre, troverà compimento e consolazione nella preparazione di manicaretti stupefacenti che ora tutti riconoscono per quello che sono: un inno all’amore! Quando Pedro le regala un mazzo di rose, Tita le usa per preparare la salsa per le quaglie, altra ricetta miracolosa tratta dall’antico libro di Chencha. Assaporandole ognuno prova il prodigio d’amore, chi con terrore, la sorella, chi con rabbia, la madre, chi con infinito desiderio, Pedro. Le giornate si susseguono, il tempo passa, con tramonti di fuoco e guerriglia endemica. Tita continuerà la sua missione, seminare amore. Ed ora tocca al dottore, sempre presente per i bambini e la moglie di Pedro,  avanzare la sua proposta. E matrimonio sarà anche per Tita. Il destino in agguato sorride: Tita e Pedro avranno la loro notte d’amore! Di breve durata: lui al culmine del piacere lascerà la vita. L’incendio d’amore si porterà con sé anche Tita. A noi, già innamorati dell’angelo della cucina, non resta che profonda malinconia. Al terribile incendio che tutto distrugge si salva un solo oggetto: il vecchio libro di ricette dell’india Chencha! Per fortuna! Un segno inequivocabile per noi: sediamoci al desco in convivialità e allegria!
 
 
FOCACCIA BLUES

Di  NICO CIRASOLA, Puglia 2009-07-13

Con Dante Marmone, Luca Cirasola e Tiziana Schiavarelli. Con la partecipazione di L. Banfi e R. Arbore Film d’amore! Amore tra Dante e Tiziana, amore per la focaccia, per la Puglia, per Altamura,  per l’umanità. Per i prodotti della terra, per la tradizione del buon mangiare, per i lavori artigianali. Insomma amore per l’uomo, artefice della sua storia. La trama, beh, la tramina: Dante vende ortaggi che compra in campagna. Tiziana li compera. Tutto buono, in ispece la focaccia. Ma, un brutto giorno, arriva il DEMONIO! E’ il Mc Donald che apre una sala da 550 metri quadri! Hamburger, patatine, gelati, feste, aria condizionata a gratis! Ci vanno tutti, i giovani per il panino, le famiglie per le feste ed i vecchierelli per il fresco. L’Ammerica dinto ‘o paisiello! La storia ha un lieto fine: arriva di Gesù Luca che apre una panetteria nella stessa piazza, vende focacce a tonnellate! Per il ciclope d’oltreoceano è la fine!  Deve chiudere: basta panini, basta tutto! La concorrenza spietata del panaro è devastante! Ammainate le vele, yanki go home! Alleluia!
Nel film sono intervistati alcuni sopravvissuti artigiani altamuresi: il barbiere, il sellaio, il ciabattino, il fabbro. Tutti allegri, beh, allegrini.
Nel film documentario, appaiono, brevemente due titani della risata, Lino Banfi e Renzo Arbore, pugliesi entrambi. Insomma, mangiate sano, mangiate i prodotti della terra ma che siano genuini! Buon divertimento e buon appetito! Alla sezione cucina la ricetta della mitica focaccia.

P:S:Alcune malelingue hanno messo in giro delle voci, voci discordanti. Si tratterebbe di una bufala, niente vero! Sempre esistette la focaccia, ma la mozzarella non ci va! E bravi altamuresi, mangiate dal panaro al calduccio!  

 
 

LA CENA

Regia di Ettore Scola 1998

Con:Fanny Ardant, Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Eros Pagni, Daniela Poggi, Riccardo Garrone.

Da Otello alla Concordia, via della Croce 81, 00181 Roma (RM), Lazio, Italia. Che centra? Ma alla grande: questo ristorante trattoria, nel cuore de Roma, tanto piaceva a vippe di TE-VE e di cinema. In primis a Fellini Federico. Se magna de tuto ma la specialità sono gli spaghetti alla Otello, ricetta segretissima!. Una sera Scola Ettore vi andò e folgorato vi fu! Ce faccio nu film, paro,paro. Così fu. Però bisognava cambiare er nome alla bettola! Penza e ripenza… Eccoci: Arturo al Portico. Il più era fatto. Tutti attori, attoroni! Gassman V., e Giannini G. Dunque, tutti seduti per mangiare. Ma semo omani e ce va anche di far conoscenze… Giannini fa er Prof de filosofia (ma va?) e ci ha l’allieva, anni 50 in meno, che lui tromba quando può.

 Poi c’è una bonazza che si porta 4 (quattro) morosi, gli garbano!  Una donna in carriera, eh, ci ha l’agenda, ne approfitta per strizzare i zebulon a un vicino di tavola che si deve sposare. Poi c’è uno che fa di essere cretino, mangia riso in brodo ed invita un mago al suo tavolo. C’è il poeta (?) Gassman, mangia frittatina di verdure e pontifica a più non posso. Una mamma scopre che la figlia, anche, si vuole sposare,ma con Domeniddio! Finalmente uno mangia cervello fritto: il figlio è tossico ma tanto, tanto simpatico. Un gruppazzo si telefona di nascosto, vogliono trombar pur iss ma con la moglie dell’altro.5 vecchierelle, una ha un giovanotto che le fa la corte (!), un’altra ci ha un tumore, parina. Due attori, attoroni discutono di un testo:uno deve stare muto tutto il tempo e l’altro no. Che cena ragazzi! Ora arriva una scolaresca, è un compleanno! Tuti aleghar! E subito simpatici lanci de pagnottelle: Ah; Ah, Ah. Non mancano , obiouvsly, i giapponesi con macchina fotografica, mangiano la carbonare.
La moglie del paron ci ha lo spasimante che all’aeroporto l’aspetta! Non se ne può più! Durata ore 2 e minuti 6 (!). Tempo reale. Ahimè! Provate ad andare da Gino al Sottoscala…magari nun se tromba ma un paninazzo se remedia!
 
 
STORIE DI ORDINARIA FOLLIA
Regia di Marco Ferreri
Con: Ben Gazzara, Ornella Muti, Susan Tyrrell, Tanya Lopeat, Roy Brocksmith, Katia Bergher.
Francia-Italia 1981.

Un ragioniere, tale Charles Serking, dovrebbe essere l’alter ego di Bukowski. Quindi beve, per dire. Qualche volta vino o uischi o birra. Quando cammina barcolla in qui e/o in là.
Ni un barre conosce Cass, la puttana più bella della città. Sarà che si mette con lui? Ebbene sì, lo scrive lui il film .Sicchè! Lei gli getta i bracci a i collo (è la povera Ornella Muti, oggi giustamente dimenticata). Vanno ni il appartamento di egli. Lei è NINFOMANE!!!
Almeno col azzimato ragioniere. Ne consegue amplessi, penosi, gli bacia una mela, mio Dio!!!!! Lui scrive anche poesie: va a una lettura di poesie in pubblico, ma successo non ha. Ma in agguato… trova una ragazzina nel suo camerino… è notte d’amore! Poi va da Cass e tromba, mi viene da piangere. Qualche volta batte i tasti di una macchina da scrivere ma straccia i fogli..
Va al mare con la morosa, i gabbiani, la sabbia, i acqua. Si beve una birretta e barcolla. Arriva una lettera di editore: Te tu è un genio! Vieni tosto da noantri, quattrini a sfare!!
Le sue poesie sono ottime!! Diventa famoso!!! Guattrini!! Lui beve una birretta e barcolla..Ma egli è per la libertà! Nol pol scriver a komando! Si rimette la giacchetta e al paesello torna.. Barcolla(?).
Cass è deceduta, egli tra i rifiuti cerca birrette: punte. Poi va al mare, gabbiani, sabbia, liquido acquatico,….. trova una giovane, BELLISSIMA!! Che vuole trombare! Occomemai a me non succede mai! Ma a egli SI’.Allora bisogna che lo scrivi da me un filmettino: Un giorno camminavo per la strada ed ho trovato una giovane ignuda che diceva mi trombi…please? Eccomennò? Gabbiani a sfare e birette, acqua e terreno.
Mi no ghe credo!
Per tutti coloro che cercano l’anima gemella, gemellina, consiglio:
1) Giacchetta d’ordinanza
2) Qualche birretta
3) Perenne barcollio
4) Imparare a memoria qualche poesia
5) Pettinarsi spesso
6) Parlare poco
7) Fumare sigari balordi
8) Scrivere stronzate che registi rincoglioniti ne faranno film
9) Il film è orrido
10) Ornella Muti sembra un saccone
11) M. Ferreri è tornato alla casa di il Padre di lui:
12) Porco mond
13) Ben Gazzarro, ma che male gli facimmo?.
 
 
PRANZO DI FERRAGOSTO

Regia di Gianni Di Gregorio. Italia 2008
Con Valeria De Francisci, Marina Cacciotti, Maria Calì, Grazia Cesarini Sforza, Alfonso Santagata, Luigi Marchetti, Maecello Ottolenghi, Petru Rosu, Gianni Di Gregorio.

A Ferragosto fa caldo calduccio. Anche a Roma dove vive Gianni con l’anziana madre. Pieno di debiti e nullafacente campicchia con la pensione di mammà.
Vino bianco, sempre, lo sorregge nell’incombenza della vita.

  La madre è autosufficiente ma bisognosa di attenzioni e cure per riempire i suoi giorni. Accudirla per Gianni oltreché necessità è anche scopo: un buon equilibrio. Si sa, a Ferragosto la città si spopola: il caldo e l’afa, chi va al mare e chi va in montagna.
Anche l’amministratore del palazzo dove abita Gianni al mare ci vuole andare e non da solo ma in buona compagnia.
No, non dell’ anziana madre, che invero vuole affibbiare a Gianni! Gli abbuonerà tutti i debiti! E’ dura, ma se po’ fà. Le vecchie però son due, ecco svelato l’arcano! Pazienza! Altra vecchia in arrivo, è la mamma del suo medico curante. Tutti al mare, tranne le mamme (anziane). E fa quattro.
Gianni si organizza. Cibo e cassa di vino (bianco). Beh, qualche pensiero glielo danno, le vecchie.
Una fugge di casa, un’altra a dieta strettissima, trafuga una teglia di pasticcio e se la mangia e fanculo le pasticche! Che fare? Stare attorno ad una tavola imbandita! C’è anche il pesce, pescato nel Tevere!
E il vino! (bianco). Si divertono.
Tanto. Non vogliono andar più via! Vogliono continuare a stare insieme!
Mangiare, dormire, chiacchierare, ballare, ridere e scherzare! Qualche euri facilita la convivenza e le scomodità! Gianni pure si diverte e in più anche un lavoro è per lui, finalmente!
Le attrici sono tutte esordienti e sono tutte strepitose, le risate fioccano. Il racconto scorre lieve, sottolineando un problema che tutti tocca. Non si vuole risolvere la questione degli anziani ma raccontare una storia. Tenera, rispettosa, sorridente ed un po’ lunatica.. Forse il vino bianco non risolve il problema ma dà un aiutino. Andateci al cinema: non è facile vedere un film che con lievità tocca temi così urgenti, rifletteteci… E beviamo una bottiglia di vino. Bianco.
Per noi un Tocai, anzi un Bianco Friulano, come bisogna chiamarlo adesso!
Prosit Pronobis!
 
 
BIG NIGHT

Regia di Stanley Tucci e Campbell Scott, USA 1996
Sceneggiatura di Stanley Tucci e Joseph Tropiano
Con: Stanley Tucci, Campbell Scott, Tony Shalhoub,
Isabella Rossellini, Ian Holm e Minnie Driver.
Vincitore del premio come migliore sceneggiatura al Sundance Film Festival.


Siamo negli anni 50. Due fratelli, nella versione italiana, abruzzesi, hanno un ristorante, il PARADISE, in riva all’ oceano. Modesto ma ben tenuto. Ai fornelli Primo Pilaggi, chef di qualità ampiamente riconosciuta.   In sala Secondo Pilaggi, bello, sicuro di sé ed ambizioso. Il ristorante è però tristemente e costantemente vuoto.
I clienti vorrebbero polpette e spaghetti, ma Primo è inflessibile e pretende di fare come vuole lui.
Secondo lo prega, lo scongiura di accontentare i clienti: Primo minaccia di tornarsene in Italia. La banca non presta più niente.
Prova a rivolgersi a Pascal, italiano anche lui e anche lui proprietario di ristorante, sempre piene! Soldi non gli dà ma gli dà un’idea: fare una serata col famoso cantante Luis Prima.
Clienti mille accorreranno! Ottimo! La cena viene organizzata e il prode Primo si scatena. Vengono invitati amici e no, cani e porci.
La tavola sembra una di P.P. Rubens! Si incomincia con il timballo di maccheroni (vedi cucina), poi il risotto tricolore. Segue la zuppa eppoi il pesce eppoi nu purceddu! Per tutti è la cena migliore della vita, così solitamente così avara in soddisfazioni.
Si canta, si balla, ci si bacia ma del noto cantante neppure l’ombra! Colpa dell’infido Pascal!
Ha fatto finta di invitare il cantante, vuole far fallire I° e II° per assumerli lui per un tozzo di pane.
Si difende così: è buissiness e fanculo il PARADISE! A questo punto: Pascal va via con Gabriella, che aveva baciato II° visti da Phyllis, sua morosa.
Questa corre e si butta in mare. E’ più un gioco. Ma arriva I°, punto gioco: lotta furibonda.
Gli amici assistono meditabondi. Ammerrica! La vita di tutti ha subito un trauma. Al mattino seguente i due Palaggi si mangiano una frittata amorevolmente preparata da II°. Sai che? Siamo noi importanti!
Qui si chiude il film, tenero, appassionato e travolgente. Vera protagonista la tavola che per un momento ha cambiato la vita di tutti. Forse ripartirà l’avventura, nuovi amori, nuove idee e sentimenti a sfare! Il film è stato paragonato al “Pranzo di Babette”, ma là eravamo nel profondo nord, qui è l’Ammerrica carimieiamici! Film imperdibile, recitazione splendida, fotografia superlativa.
Riflettiamoci con le nostre bottiglie,,, di Montepulciano d’Abruzzo!
Un brindisi al bello e abbronzato Obama, chissà forse I° e II° riusciranno ad aprire una tavola calda!
Prosit Pronobis!
 
 
BARFLY

 Regia di Barbet Schoeder, USA 1987
Con Mickey Rourke e Faye Dunaway
Sceneggiatura di Charles Bukowski


La storia è molto semplice: un alcolizzato, Henry Chinaski, vive in un bar, da cui il titolo del film.
E’ sempre brihao e spesso si dà alla scazzottatura con il barista, invece di essergli grato per le libagioni. Ma si sa, è un vero macho. A tempo perso scrive racconti, storie di alcol e donne: l’inspirazione non gli manca.Infatti incontra, al bar, una bellissima donna, Wanda Wilcox.
E’ amore alla prima bottiglia di liquore, anche lei è etilista all’ultimo stadio. I due vanno a vivere insieme nell’appartamento di lei.
Grandi bevute!! Colpo di scena! Arriva un’editrice che gli vuole pubblicare i suoi racconti.

Secondo voi com’è? Vecchia ed arcigna? NOOOO! È giovanissima, bellissima e ricchissima!Lo porta a casa sua, lusso sfrenato! Grandi bevute e folle amore. Ma lui vuole tornare al suo barrettino pieno di vecchi vomitosi, il lusso non si addice al suo sudiciume. Qui ritrova la Wanda. Arriva anche l’editora! Rissa spietata tra le due donne: in palio c’è Henry, se vi par poco! Vince la Wanda!
Già che ci siamo anche Henry fa a botte con il barista|Beh, è il film più triste che io abbia mai visto.
Forse questa sera mi berrò una camomilla|
 
 
PER INCANTO O PER DELIZIA

Titolo originale PIMENTS, SEXE ET SAMBA.
Con Penelope Cruz e Murilo Benicio

Regia di Fina Torres
USA 1999.


Una bella ragazza, Isabella, è una cuoca straordinaria. Occomemai? Perchè cucina usando il cuore e l'amore e tutti conquista. Così anche Toninho, accecato dall'amore, la vuole sposare tutti modi. E' così sarà. Non male avere una cuoca così nel proprio ristorante e a gratis. Siamo in Brasile, paese di seduzioni e sapori. Un bel giorno, per dire, la cuoca trova il marito che cucina a dovere una bella mora! Dramma! Lei non ne vuol più sapere di lei: parte per l'America a cercar fortuna... La trova! Diventa la conduttrice di una trasmissione televisiva di cucina. Grande successo! Folle seguono le sue trasmissioni. Ritrova anche un suo vecchio amico nel frattempo diventato Monica.  L'ex marito non demorde, il suo ristorante va male e la rivuole indietro, anzi, dietro la cucina del ristorante. Eccosì sarà: si sa come sono le donne...!  La cosa migliore del film è il concetto dell'amore in cucina, cosa di cui non parla mai nessuno.  E che gliene frega.
In onore del Brasile ci beviamo una CAIPIRINA, lime a spicchi, zucchero di canna, ghiaccio e NEGA FULO', AGUARDENTE DE CANA, a iosa. Prosit Pronobis!
 
 
UN'OTTIMA ANNATA ( A good year) USA 2005

Con: Russel Crowe, Marion Cotillard, Albert Finney, Valeria Bruni Tedeschi
Regia di Ridley Scott.


Il film è tratto dal libro di Peter Mayle, A good year, scritto su richiesta di Ridley Scott. P. M., americano, vive amabilmente , nel sud della Francia.
Altri suoi libri: Un anno in Provenza e Lezioni di francese. Ma và?
Ma veniamo alla storia. Max Skinner è una merda umana: speculatore senza scrupoli nella City, non arretra davanti a nulla pur di far soldi. Ma il troppo è troppo: viene licenziato!
Il Ma il cielo è tenero con gli squali: gli arriva la notizia che un suo zio è passato a miglior vita: eredita una tenuta nelle colline del Luberon, nel villaggio di Saint-Pons (Ancora Provenza, ma và?).
Qui passava le vacanze da piccireddu. Va a vedere deciso a vendere ogni hosa. Arriva una giovane avvenente assai che reclama la proprietà. Sarà amore e pentimento. Diventerà buonissimo. Il suo vino sarà ottimo. E quant'altro.
Film incredibile: bisogna vederlo per forza per rendersi conto in quale abisso cloacale si è ridotto il povero Ridley.
Auguri a chi accetterà il mio consiglio! Poveretti, anzi, parini!
 
 
SUPER SIZE ME

Sottotitolo: un Film di Epiche Porzioni.    Regia e sceneggiatura di Morgan Spurlock.
Candidato all'Oscar 2005.  Vincitore del Sundance Festival
Stephen King ha bisogno di alieni, fantasmi, zombie, streghe,impossessati per farci inorridire. Il buon Morgan ci congela la schiena con il suo documentario-verità, un pò alla volta, come da tradizione. Gli USA,il più grande impero di tutti i tempi, ha deciso di suicidarsi! Ohibò!, e come? Con i panini. Beh, non proprio, con paninazzi.
Il peso, fisico, degli abitanti USA, non ha eguali sul pianeta: l' obesità è una strisciante epidemia. Morgan vuol capire il perchè ed il come. Decide di mettersi a dieta:  per 30 giorni: colazione, pranzo e cena al Mac Donald. Vari specialisti certificano il suo ottimo stato di salute. Parte l'esperimento. Già al nono giorno è provato: stanco ed affaticato. Sta bene solo quando mangia il solito SUPER SIZE con 2 litri di coca-cola. Gira in diversi stati dell'Unione. Ci sono parchi giochi per bambini. Le feste di compleanno e cartoni animati che raccontano le avventure del pupazzo MAC.  Come negli anni 60 i dolcetti per bambini avevano la forma di sigarette per avvicinarli al fumo da adulti, così questi bambini avranno conforto mangiando in un fast food: è l'imprinting bellezza! Si sottopone a nuovi controlli sanitari: gli specialisti l'implorano: NON FARLO1 Il fegato è a pezzi, sale la pressione ed il peso. Al trentesimo giorno il fegato è in steatosi, la glicemia alle stelle, tutti i valori alterati.

 
Ha ingurgitato mezzo chilo di zucchero al giorno. L'orrore continua. Conosciamo un signore che abitualmente beve 4 boccioni al giorno, da 2 litri, di bevande frizzanti. Improvvisamente diventa cieco: ha valori glicemici iperuranici. Viene sottoposto all'amputazione di un tratto di stomaco.
Ora assistiamo all'intervento: in laparatomia, grazie ad una telecamera inserita nel ventre abominevole, vediamo delle specie di  tentacoli di piovra in azione. Con questi lo scorticano, lo tagliuzzano, lo sventrano!
Buon vecchio Stephen King i tuoi racconti, al confronto, sono libretti di devozione per aspiranti catecumeni.
Fortunatamente il lieto fine arriva. Morgan, accudito dalla moglie, Vegan, in qualche mese si riprende.
Grazie a questo film di denuncia, è stato tolto dalla produzione Mac Donald il SUPER SIZE: e non è poco. La comunicazione funziona. Dimenticavo: i più obesi sono i poveri, i neri e gli ispanici...
P.S. Alla sezione "cucina" una ricetta da sballo: i Chicken McNugget! Provare per credere! Poe al confronto è un Andersen ridotto per anziane ricoverate in un istituto per sordomuti (udenti con superfluo uso di udenza con associazione di parlanti con apparato buccale riottoso).
 
 
FACTOTUM

Bent Hamer, USA e Norvegia 2005. Con Matt Dillon.


Film costruito a partire dai racconti di Bukowski. Henry "Hank" Chinaski è l'alter ego del vecchio Buk.
Infaticabile bevitore, attraversa la vita con sprezzo del pericolo grazie ad una potente dose di ironia. Colossali sbronze in eterna ricerca di un lavoro da cui prontamente sarà allontanato con impressionante rapidità. Non più di due o tre giorni.
Qualche donna, sempre fondamentale, qualche amico di bevute, sempre superfluo. Una incrollabile fiducia nella letteratura.
Una indomabile certezza nel proprio talento.  E sopravvive, tetragono, a colpi di ventura. Beh, un aiutino ci vuole: alcuni litri di basta sia: alcool etilico, obvious.
Nel film c'è anche un disastroso ritorno in famiglia. Il babbo lo scaccia con ferocia.
Ma è proprio grazie alle trasfusioni del sangue paterno che si salva da una grave emorragia nella realtà.
Il film finisce con l'annuncio di un editore che finalmente accetta di pubblicare un suo racconto. Ed è così che comincia a nascere il mito di Buk E' l'inizio della fama e di una vita finalmente ricca di soddisfazioni e danari.
L'ultima moglie lo convincerà a bere meglio.
Morirà nel suo letto, nella villa a San Pedro, in California, ricco e famoso, all'età di 74 anni, provateci voi!
Grande Matt Dillon! Forse
anche per lui un aiutino. Imperdibile! Triste e umano. La letteratura ci salverà! Ricordiamocelo!
 
 
MANGIARE BERE UOMO DONNA

di Ang Lee Taiwan 1994

Il film comincia con una scena ricca e rapida: la preparazione di un pranzo ad opera di un grande cuoco! Assolutamente irresistibile!!
Il grande cuoco, vedovo con tre figlie in età di marito,
ha perso il palato ed è ossessionato dal futuro delle figlie.  Questo assillante problema sembra irrisolvibile...
Invece NO! Nel giro di qualche giorno ben due figlie si sposano.
Non solo, una è anche incinta!   Ma le sorprese continuano.  Nel corso di una ricca cena, preparata dal vecchio cuoco, si raggiunge l'atmosfera almodovariana alla grande.  Invitati le figlie con i mariti, la vecchia vicina, che gli fa la corte, con figlia e nipotina, annuncia un grande evento.
La vicina trema di desiderio.    Colpo di scena: il cuoco annuncia che si sposerà! Con la figlia della vicina!! La suocera sviene, le figlie fuggono in preda all'orrore e lui si consola con la fidanzata, INCINTA!
Finale emozionante e proustiano. Invitato a pranzo dall'unica figlia nubile, in partenza per Amsterdam per lavoro, assapora una zuppa. E magicamente ne avverte tutti i sapori! Bellissimo film di sentimenti, storie, allegorie ed emozioni. Imperdibile!
MANGIARE BENE UOMO DONNA di Ang Lee Taiwan 1994
Il titolo è un proverbio cinese che celebra le cose importanti della vita: cibo e sesso!
 
 
MONDO VINO, LA GUERRA DEL GUSTO
un film di Jonathan Nossiter
Festival di Cannes 2004
Al centro del film-documentario c'è il vino. Attraverso un percorso tra piccoli produttori, grandi produttori e giganteschi produttori, Nossiter ci conduce mano nella mano. Di fondo un suadente amore per il vino.
E sul suo grande mondo c'è di tutto. la tradizione e l'innovazione, l'amore per la terra e la globalizzazione.
Ci sono Michel Rolland e Robert Mondavi, il primo considerato il principale enologo del mondo, l'altro produttore in California ricco di oltre cento milioni di bottiglie vendute ogni anno. C'è Battista Columbu, produttore di malvasia di Bosa in Sardegna con 1,5 ettari di vigneto ed il barone di Rotschild dell'omonima cantina, che da deuxiéme cru bordolese, è passato a premiére. Unico caso nella storia di Francia. Occomemai?
Infine Robert ParKer, direttore e anima di Wine Spectator, considerato il guru dai consumatori di vino di tutto il mondo.
Occomemai i vini da lui ritenuti migliori decuplicano il prezzo? Ed allora tutti dietro a Bob e al suo cane scoreggione: VIVA!
E' la globalizzazione, bruttezza!
Film obbligatorio: dovrebbe essere proiettato nelle scuole.
P.S. Ci sono anche i nostri amici del Borro, Salvatore Ferragamo, San Giustino Valdarno, AR. I loro vini sono al top, occomemai?
 
 
SIDEWAYS
di  Alexander   Payne

Film divertente e soprattutto con il vino come protagonista.
Miles (Paul Giamatti) e Jack (Thomas Haden) sono due amici quarantenni che decidono di passare una settimana di vacanza insieme prima del matrimonio di Jack.
Questi esuberante e superficiale, quello introverso e tormentato.
La vacanza diventa una corsa sfrenata in cerca di donne per Jack mentre Miles, tra una degustazione e l'altra, non riesce ad andare a fondo nei rapporti con le donne.
Sono due tipi profondamente diversi ma entrambi ci fanno simpatia nella loro presentazione dell'umanità che li anima. Interessante il mondo del vino con "farm" a cinque stelle, vigneti tirati a lucido e bottiglie da favola, il mitico Cheval blanc del '61.
I sacri mostri si sono indignati per l'uso del bicchiere di plastica e per la scarsa sobrietà dei protagonisti. Invece... E invece io esulto! Parleranno, discuteranno, criticheranno. La magia del vino è nei suoi profumi e nelle sensazioni che ci travolgono quando lo beviamo.
Ci apre il cuore e la mente già corre più veloce.
E' quel dodici o tredici percento di alcool che ci accarezza l'anima dolcemente:
Da vedere per divertirsi ed anche imparare qualcosa sul Pinot nero.
Prosit