A grande richiesta è arrivata per cominciare la ricotta della
NINA, con pinoli, mandorle e pistacchi.
Non poteva mancare il POMINO bianco 2002.
Vino storico dell'enologia italiana.
Abbiamo raccontato della passione profusa dallo straordinario
personaggio che fu il marchese Vittorio degli Albizi nella sua
tenuta di Pomino. Nato in Francia nel 1838 e cresciuto in
Borgogna, terra dei grandi vini sia bianchi che rossi, si
prodigò affinchè anche in Italia si introducessero i sistemi
moderni e razionali già in uso in Francia. Bene.
Giallo paglierino, sfumature smeraldine, cristallino. Profumi
caratteristici, fiori bianchi e grande fragranza.
Buona acidità. Soddisfazione ampia.
Arriva il primo e passiamo a svelare l'indovinello del sito
webbe: l'omino di neve.
Da qualche anno il 5 di agosto in piazza Santa Maria Maggiore
nevica!!!! Questa neve vuole ricordare quella caduta la notte
tra il 4 e il 5 agosto in un anno imprecisato del quarto secolo
d.C.
Ecco la storia.
Un ricco patrizio romano, non avendo eredi, decise di lasciare
il patrimonio per un'opera in onore del Signore.
Una notte sognò la Madonna che gli ordinava di costruire una
chiesa là dove avrebbe trovato la neve.
Era appunto il 4 di agosto e la cosa pareva impossibile. Ma già
dal mattino presto si sparse una voce: sull'Esquilino un manto
candido di neve copriva ogni hosa!! La chiesa fu eretta e dal
1568 vi è la tradizione di far cadere sui fedeli, nella cappella
Paolina, una nevicata di fiori.
Passiamo subito al sibaritico SYLVANER
Manfred Nossing 2000.
Vitigno coltivato in Alto Adige e in Friuli. Giallo paglierino
con riflessi verdognoli tipici dei vini di montagna. Di frutta
esotica profuma e di agrumi. Ci si sente anche il fieno degli
alpeggi. Dall'alto dei suoi cinque anni ci stupisce per eleganza
e freschezza. Persistenza infinita.
Siamo al CARPACCIO. A tutta la fraterna
compagnia viene raccontata l'invenzione della pietanza e del
perchè del suo curioso nome...
Un inchino doveroso all'ingresso del TUFICO,
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore a vendemmia
tardiva. Colore oro antico con guizzi di sole. Ampi e generosi
archetti ci suggeriscono il generoso alcool:13,5°. Il profumo è
inebriante: miele e nocciole.
E poi ancora camomilla e fiori gialli. Una vera delizia. Lo
beviamo e tutte le attese sono confermate.
Sapore pieno ed asciutto che con grazia ci culla la bocca. Siamo
già al dolce.
Dal frigo a 6 gradi spunta il BLANQUETTE
de LIMOUX Carte Noir Vergnes, che è uno
spumante a metodo ancestrale come lo chiamano i francesi. Viene
da un vitigno a maturazione tardiva per cui il mosto fermenta
lentamente durante l'inverno ed in primavera ha una seconda
fermentazione in bottiglia. Buon giallo paglia, bollicine
piccole che ostinatamente si accalcano per giungere in superfice.
Profumo di mele e pane: è il vino della festa.
E con questo brindiamo alla serata ed alla prossima augurandoci
che sia vicina. Un fraterno abbraccio.
NOBIS PROSIT!
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Il Pomino non ha bisogno di presentazione: è l'unico vino
bianco italiano a struttura francese, Pinot bianco e Chardonnay,
vino ricco di storia e cultura. Il Sylvaner
sarà certamente una
grande scoperta per molti di noi: dall'alto dei suoi cinque anni
ci stupirà. Il
Tùfico, una vendemmia tardiva, ci ammalierà con
la sua potenza e morbida carezza. Per brindare all'inizio delle
vacanze non poteva mancare un "metodo tradizionale"
(la legislazione
francese...). Grandi brindisi, baci ed abbracci! Per l'autunno
grandi progetti, grandi bevute e presentazione delle nuove
brocche disegnate dal vostro mescitore per l'
IVV.
Vi aspetto!
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