5 MARZO 2005 al circolo sociale di Caposelvi

 

    Locandina

Foto del sibaritico Circolo Sociale di Caposelvi, fondato nel lontano 1919.
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Sfolgorante incontro!!!!!

Alla sera del cinque di marzo entusiasmante serata al circolo sociale di Caposelvi:
Il calore d’un camin fiammeggiante ci ha accolto e subito lo stare insieme è diventato ragion del nostro piacere benvenuto la lettura della poesia.
 

Marzo, che mette nuvole a soqquadro
E le ammontagna in alpi di broccati
Per poi disfarle in mammole sui prati,
accende all’improvviso, come un ladro,
un’occhiata di sole,
che abbaglia acqua e viole.
Con in bocca un fil d’erba primaticcio
Marzo è fanciullo in ozio, a cavalcioni
Sul vento che separa due stagioni;
e, zufolando, fa, per suo capriccio,
con strafottente audacia,
il tempo che gli piace.
Stanotte, fra i suoi riccioli spioventi
Sul mio sonno a rovesci e a trilli alati,
il flauto di silenzio dei suoi fiati
vegetali svegliava azzurri e urgenti
nel mio sognarlo, e fuori
ne son sbocciati fiori

 Arturo Onofri

 

 
In allegria  già i calici sono pieni.  e’ il Chianti Classico Colli Aretini DOCG 2003. Rosso rubino con cupe sfumature e un unghia di tenero rosato. Profumi di viola amarena e terra. In bocca sale l’alcool generoso accompagnando una morbidezza che diventa tannino scendendo in gola. E lì ancora lo sentiamo. Siamo ai primi e ci accompagna il Ceppeto Chianti Classico DOCG 2001. Ammirati dal suo rosso rubino carico al naso sentiamo un ricordo gentile d’erbe e spezie che ci fa grati. In bocca corre con piacere e raddoppia le nostre sensazioni. Trepidiamo ormai. Questa    scala cieli    ci entusiasma! Ecco arrivare il Ceppeto Riserva. Intimiditi a lui ci accostiamo. Il colore ci esalta. Bello e variante, dal rosso al blù di una cupezza che mette allegria. Nei nostri cassetti della memoria resterà questa emozione. Tra le labbra magie di rotondità e di questo corpo che è più forte di noi, è lui che ci guida. E alla fine siamo e all’inizio ritorniamo. Nel silenzio che grandi eventi precede il calice abbiamo colmo del Campolucci, solo così amo chiamarlo.  Silenzio teologico amorevolmente cullando la coppa. Rosso che nelle cattedrali le vetrate avaramente propongono. Scintilla.  E ancora.  Chi siamo? In questo calice che cosa incontriamo?  Tolle et bibe! Prendi e bevi.  Con rispetto amiamo questo ribes e cioccolato e tabacco. Sorsi trepidi beviamo.  Di questa terra siamo figli.  Un inno nascer sentiamo!   Di questo e di altro ancora ringraziare l'amico Roberto Giulio Droandi dobbiamo.  Coltivatore appassionato, cultore della buona tavola e del buon vivere, generoso quanto schivo, a lui siamo grati per questo benediddio!!!!!
Fraterni saluti.

 Paolo