Rapida introduzione e
spiegazione della TETRAKTYS
di pitagorica memoria. Da qui deriva il calcolo decimale, i calcoli
al fegato o alla cistifelea (o colecisti), i voti a scuola e i
soldini. Da qui deriva infatti la parola denaro. Denarium, moneta da
dieci assi, da "deni", dieci a dieci. Finalmente l'uso del vino rosato ha preso piede dappertutto. A
questa moda rendiamo omaggio. Ma... occomesifà? Da uve nere
vinificate in bianco o per salasso che sarebbe l'estrazione del
liquido durante la fermentazione. Ed è proprio così che vien fatto
il
DIEVOLINO 2004
di quel gran signore e vigneron che è Mario di
Dievole. Colore rosso suadente e malizioso, carminio. Ricco di
profumi, viole e ciliegie, che subito ci entusiasmano. Arriva la
bollente zuppa e ci affrettiamo a bere. Fresco e fruttato e floreale
e ricco di alcool. Ottimo!!
Come ospite il grande Rex Brought sommelier della perfida Albione!
che gentilmente mi aiuta nel duro. "versar del puro d'uva nettar
acciocché trangugiar si possa assaie... "Dande Alingheri,
I°, 14-20 a/z.
L'atmosfera si scalda e si racconta del prossimo vino che quieto nel
frigo aspetta. Un vino del 2005 !!!!!!!! Vendemmiato nel
febbraio-marzo nell'emisfero sud, è un Avondrust Steen, la zona
vinicola attorno a Città del Capo. E' uno Chenin Blanc, vitigno
introdotto già dal '600 dai colonizzatori europei. Grande vino!!
Frutta esotica, miele, banane, pompelmo e via discorrendo: la lista
si allunga a dismisura. Le penne al formaggio e noci riescono, a
fatica, a tappare tutte le bocche urlanti. Il tempo,
straordinariamente, va al galoppo: Siamo al terzo vino ma la tempra
di tutti è fortificata dall'austera abitudine ai rifugi... sicchè
VAI!! Un vino siciliano a base SYRAH. Uno dei vitigni francesi più
nobili, originario della valle del Rodano. Basti ricordare l'eccelso Hermitage, vino prediletto dagli Zar (1).
A ben ragione la Sicilia è considerata, anzi consideratina (2), terra
d'elezione dello syrah. Nel Monreale Spadafora 2004 è bilanciato dal
Nero d'Avola. Nomen omen! Vino nero come la pece: grande vino!
Potente e vellutato, fumoso e di corpo. Restiamo piacevolmente
sbalorditi: grande gioia. Il capriolo caprioleggia tra un sorso e
l'altro.
Fa capolino un bianco boccione: trattasi di acqua vitae, come
dovrebbe essere chiamata. Un pò di storia e di tecnica. Dagli antichi
padri della Scuola Salernitana dell'anno 1000 ai distillatori
continui e discontinui. Alla produzione industriale iniziata
all'epoca dei fanti nelle trincee: quando il vento portava l'aspro
odore era arrivato il momento di dare l'addio. Come si beve la grappa? Che bicchiere ci vuole? Ci vuole un
bicchiere professionale IVV Calice Grappa 52/7. Che Kulo!!! Ce
l'ho!! La Nonino distilla dal 1897. Con il suo lavoro ha reso alla grappa
dignità di grande distillato. Cristallina e brillante, annusiamo con
inspirazioni rapide e decise: frutta, fragola e mela. E nocciola.
Si
comincia a bere. Poco alla volta, tastare la sensibilità termica
della bocca.. Orca! Cetant bon! La torta di cioccolato e castagne ci
apre una porticina della memoria: ricordi di giorni felici a garruli
trastulli indaffarati seriosamente. Compagnia bella compartecipante ed attenta. Come sempre grandi
progetti, vero Biga?, e via ad aspettare il prossimo incontro, che
sarà... Grandi vini!!! Ottimi cibi!!!
Paolo
(1) Alla presa del palazzo d'inverno Bolscevichi Bevendo Briachi
Beati!! (2) A dir il vero c'è uno syrah in terra d'Arezzo. E' l'unico tre
bicchieri della provincia, trattasi de Il Bosco dei tenimenti Luigi
D'Alessandro di Cortona. |