Conti e Racconti
 
 

Graham Greene
 Questa qui riportata è l'ultima pagina del racconto di Graham Greene intitolato "L'ultima parola", contenuto nel volume mondadoriano, uscito nel 1991 nella collana OMNIBUS, ed intitolato "L'ultima parola e altri racconti. I vari racconti sono stati scritti in anni diversi. Quello proposto è del '23. Si tratta di una storia di fantapolitica. In tutto il mondo esiste un solo governo ed un solo esercito. Durante un misterioso attentato il Papa rimane ferito e perde la memoria. Per vent'anni vive in un appartamentino, in una città sconosciuta. Libero di muoversi, esce solamente per fare la spesa ed è sorvegliato di continuo. Al momento dell'invito a pranzo del "Generale" non esiste più al mondo persona che ricordi cosa rappresentasse l'anziano. Mi sembra che in queste poche righe sia racchiusa una forza terrificante. Da una parte la fede, dall'altra il dubbio. Sono le due facce della stessa medaglia? Eh, benedetto vino...!
 
 
 
 

IRVING FISHER

Grande economista, definito da Aloys Schumpeter il più grande d’America ma anche prodigioso matematico. A lui si deve il teorema di Fisher e la formulazione della curva di Phillips. Dopo essere stato ricoverato in sanatorio per problemi di tubercolosi, che aveva portato alla tomba il padre, divenne fanatico di igenismo e di eugenetica. Il caso volle che conobbe il buon vecchio John Harvey Kellogg, quacchero e miliardario, fondatore dell’impero dei cornflakes, da lui ideati come salubre alternativa, vegetariana, alla colazione di uova e pancetta tradizionale. Aveva pure fondato un centro benessere basato su principi di salutismo, vegetarismo, idroterapia, esercizio fisico e colon terapia. Fisher e famiglia ne divennero assidui frequentatori. Purtroppo la figlia del grande economista, Margaret, incominciò a dare segni di squilibrio mentale. Portata in visita dai più grandi luminari dell’epoca, la diagnosi fu severa ed incontrovertibile: schizofrenia. Fortunatamente, proprio in quegli anni spigava le sue poderose ali l’astro nascente della psichiatria: Henry Aloiysius Cotton. Aveva studiato nelle migliori università americane, in Europa con il Dr. Alzheimer e con Adolf  Meyer. A trent’anni era già primario del manicomio del New-Jersey. Pochi anni prima Luigi Pasteur e Roberto Koch avevano scoperto l’azione patogena alla base della diffusione di alcune malattie, bacilli o germi che siano. La medicina fece un balzo in avanti notevole. Per il Prof. Cotton fu l’aprirsi di un nuovo promettente orizzonte. Sostenne, repentinamente, l’origine di ogni malattia mentale nei germi. Il passo successivo fu indagare le sepsi focali nei suoi pazienti. Venne presto alla conclusione che i luoghi prediletti dalle infezioni erano le gengive, lo stomaco, l’intestino ed il collo dell’utero. Che fare? L’asportazione era la soluzione più adeguata. Come inizio estraeva tutti i denti. Nel caso la malattia mentale non trovasse giovamento, si passava alle tonsille. Poi era la volta del colon. Toccava poi alla milza abbandonare il corpo malato. IRVING FISHER Grande economista, definito da Aloys Schumpeter il più grande d’America ma anche prodigioso matematico. A lui si deve il teorema di Fisher e la formulazione della curva di Phillips. Dopo essere stato ricoverato in sanatorio per problemi di tubercolosi, che aveva portato alla tomba il padre, divenne fanatico di igenismo e di eugenetica. Il caso volle che conobbe il buon vecchio John Harvey Kellogg, quacchero e miliardario, fondatore dell’impero dei cornflakes, da lui ideati come salubre alternativa, vegetariana, alla colazione di uova e pancetta tradizionale. Aveva pure fondato un centro benessere basato su principi di salutismo, vegetarismo, idroterapia, esercizio fisico e colon terapia. Fisher e famiglia ne divennero assidui frequentatori. Purtroppo la figlia del grande economista, Margaret, incominciò a dare segni di squilibrio mentale. Portata in visita dai più grandi luminari dell’epoca, la diagnosi fu severa ed incontrovertibile: schizofrenia. Fortunatamente, proprio in quegli anni spigava le sue poderose ali l’astro nascente della psichiatria: Henry Aloiysius Cotton. Aveva studiato nelle migliori università americane, in Europa con il Dr. Alzheimer e con Adolf Meyer. A trent’anni era già primario del manicomio del New-Jersey. Pochi anni prima Luigi Pasteur e Roberto Koch avevano scoperto l’azione patogena alla base della diffusione di alcune malattie, bacilli o germi che siano. La medicina fece un balzo in avanti notevole. Per il Prof. Cotton fu l’aprirsi di un nuovo promettente orizzonte. Sostenne, repentinamente, l’origine di ogni malattia mentale nei germi. Il passo successivo fu indagare le sepsi focali nei suoi pazienti. Venne presto alla conclusione che i luoghi prediletti dalle infezioni erano le gengive, lo stomaco, l’intestino ed il collo dell’utero. Che fare? L’asportazione era la soluzione più adeguata. Come inizio estraeva tutti i denti. Nel caso la malattia mentale non trovasse giovamento, si passava alle tonsille. Poi era la volta del colon. Toccava poi alla milza abbandonare il corpo malato.
Il manicomio straboccava di pazienti in attesa di essere rimossi, gradualmente e particellizzamente, onde ottenere l’inevitabile guarigione. Tra gli accorsi anche il Prof. Fisher, convinto che ogni problema potesse essere risolto con tecniche materiali o meccaniche. A Margaret fu rimosso il collo dell’utero. Non notando miglioramento alcuno, passarono agli intestini. Purtroppo la giovane morì. Si calcola che la mortalità nel manicomio del Prof. Cotton fosse del 45%, probabilmente dati in difetto. Quando morì, per un attacco cardiaco, nel suo istituto erano morti centinaia di pazienti e migliaia di sopravvissuti erano stati mutilati. Fortunatamente la chirurgia addominale cessò insieme al suo ideatore. Il buon Prof. Fisher iscrisse gli altri due figli all’università di Princeton. Per essere sicuro, questa volta, di aver fatto un buon investimento, prima gli fece una radicale escissione dentale. Ambedue i giovani preferirono suicidarsi. Il manicomio straboccava di pazienti in attesa di essere rimossi, gradualmente e particellizzamente, onde ottenere l’inevitabile guarigione.
Tra gli accorsi anche il Prof. Fisher, convinto che ogni problema potesse essere risolto con tecniche materiali o meccaniche. A Margaret fu rimosso il collo dell’utero. Non notando miglioramento alcuno, passarono agli intestini. Purtroppo la giovane morì. Si calcola che la mortalità nel manicomio del Prof. Cotton fosse del 45%, probabilmente dati in difetto. Quando morì, per un attacco cardiaco, nel suo istituto erano morti centinaia di pazienti e migliaia di sopravvissuti erano stati mutilati. Fortunatamente la chirurgia addominale cessò insieme al suo ideatore. Il buon Prof. Fisher iscrisse gli altri due figli all’università di Princeton. Per essere sicuro, questa volta, di aver fatto un buon investimento, prima gli fece una radicale escissione dentale. Ambedue i giovani preferirono suicidarsi.
 
 
 
 

CAVERNA DI HOHLE FELS

Sulle montagne Swabian, Sud-Ovest della Germania, sono stati fatti degli scavi nella grotta denominata Hohle Fels, rifugio per gli antichi Homo Sapiens. Essi stavano risalendo il “corridoio” del Danubio. E si apprestavano a soppiantare i Neanderthal.     I nuovi arrivati erano dunque culturalmente più avanzati. Si parla di un periodo compreso tra 40.000 e 10.000 anni fa, nel paleolitico superiore. Questi scavi hanno portato alla luce ben 8 flauti di osso. E’ interessante che i ritrovamenti sono stati fatti in luoghi non vicini tra loro: segno che il loro uso era diffuso. Il pezzo più interessante uno strumento lungo 20 centimetri per 8 millimetri di diametro, ricavato dall’osso di radio di un grifone rapace dall’apertura alare di 2 metri e mezzo e testimoniano l’abilità dei nostri progenitori nella caccia. Rinvenuta anche una statuetta in avorio con sembianze femminili, una sorta di venere. E’ possibile ipotizzare che il luogo fosse riservato al culto e alla musica. Il professor Nicholas Conard, dell’Università di Tubinga e direttore degli scavi, sta ora cercando di capire che suoni potessero emettere i flauti. Comunque sia la musica portò maggior coesione sociale e nuovi sviluppi linguistici che favorirono la diffusione degli Homo Sapiens e l’arretramento degli abitanti precedenti.

 
 
 

THE ART OF EATING

Mr. Edward Behr è il direttore di una rivista, “The art of eating” ormai diventata di culto per gli appassionati del settore, sempre alla ricerca di nuovi guru e variati nutrimenti. Cosa cercano? Raffinatezza, esclusività, rarità, bellezza. E. Behr incarna tutto questo. Abita a Peacham, nel Vermont, in una casetta in legno, che grazie alla sua precedente occupazione, faceva il falegname, si è costruito da solo. In tutto il mondo si pubblicano migliaia di riviste di cucina, con grandi tirature e abbondanza di ricette. Sembrava impossibile farcela!.Incominciò le pubblicazioni nel 1986. Articoli scritti con semplicità ed accuratezza, foto in bianco e nero, niente pubblicità. Il giornale, interamente, era scritto da una sola persona, lui. Gli argomenti trattati? Eccola! E’ questa l’idea: cibi e prodotti. Allora? Ma prodotti introvabili! Il numero sulle salsicce, parla di quelle della Coop? NO! Di quelle del macellaio Ceccherini? NO! Di quelle di Norcia? NO! Bensì di quelle di Troyes, Francia, les andouillettes. Quello sulla pasta parla di quella fatta di farina di granarso, ottenuta dopo la bruciatura delle stoppie, finita la raccolta di cereali. Una volta, in un famoso ristorante di Berkeley mangiava una braciolina. Che si inventa? Un numero monografico su fratel porco. Dall’allevamento alla macellazione, dall’alimentazione all’accoppiamento. Solo in ranch biologici e a conduzione familiare. Osserva ed annota. Viaggia per praterie e valli alla ricerca dell’unicità per assicurarla ai suoi seguaci .Il tempo passa, la sua fama aumenta e aumentano gli abbonamenti. Ora ci lavorano anche altre persone ma l’esclusività permane e dura: tutti contenti!
 
 
 
 

EVA E ADAMO

La tanto vituperata Eva, passata nel racconto biblico come colei che ci fece cacciare dall’Eden, fece il primo atto di disubbidienza. . Fu proprio in quel gesto che impose il suo atto, atto di libertà. In questo momento di autocoscienza nasce alla colpa e all’esilio dell’esistenza. Senza quell’atto nessuno avrebbe scelto mai e non sarebbe iniziata l’avventura umana. Questo racconto ci rimanda, simbolicamente, alla fine dell’infanzia ed all’inizio della nostra storia. E’ l’introduzione sulla terra del bene e del male, immergendoci nel terribile momento della scelta tra questi. Ma è veramente libera questa scelta? Filosofi, pensatori, teologi, letterati si sono interrogati su questo terribile quesito. Gli atti volontari come si relazionano con il futuro? E quest’ultimo è già determinato? E le nostre decisioni sono anch’esse determinate? Dio ci ha creati liberi:siamo pieni di segni che ci accompagneranno tutta la vita. Immersi in un ambiente che partecipa attivamente alla nostra vita. E la nostra libertà deve quotidianamente muoversi nelle libertà dei nostri consimili. L’autodeterminazione e la realizzazione del sé fanno parte di ogni giorno della nostra vita. Quante notti insonni gli scrittori hanno passato a raccontarci questo destino di libertà e schiavitù, tenacemente avvinghiati tra loro! Non ultimo, recentemente anche le neuroscienze, che grazie a nuovi tipi di indagine sempre più sofisticati,il BRAIN IMAGIN, cercano di dare una risposta. Nonostante i vari rilevamenti, siamo sempre soli nelle nostre scelte. Sarà l’amigdala? Il locus niger, il cingolo, il sistema limbico, la corteccia pre-frontale. E la memoria con i suoi ricordi falsi? Le ricerche proseguono… Forse a dire l’ultima parola non saranno i neurofisiologi e neppure i teologi. Forse saranno gli scrittori di fantascienza che liberamente scatenano la loro fantasia scandagliando il futuro prossimo venturo. Bisognerebbe rileggere P. K. Dick, forse ne sapeva più di noi. Sceglieremo un prosecco ghiacciato o un rosè appena passato in frigo per la cena di questa sera. Oppure una birra analcolica che non ci fa sudare. Una discussione famigliare ci metterà alla porta? Un paio di Cuba libre? Hemingway farebbe questa scelta. Poi pensò bene di porre termine ai suoi giorni. Decisione libera e ponderata?
E i nuclei della base? Che dissero quel giorno? Apriamo lo sportello del frigo e prendiamo la bottiglia più vicina. Ma chi le ha messe così? Siamo un fragile vascello in balia di alte onde: dove ci porteranno e sarà ben scelto? Ce la faremo!

 

 
 
 

RICCARDO CASSIN

 Riccardo Cassin ha compiuto 100 anni, uno dei più forti scalatori mai esistiti!

Nato a Savorgnano di San Vito al Tagliamento il 2 gennaio del 1909, ben presto dovette emigrare in cerca di lavoro. Il Friuli ormai ridotto ad un immane e desolata terra dopo la rotta di Caporetto. Il padre in miniera in Canada già da anni e lui apprendista elettricista nel lecchese. Fin da giovane è affascinato dalle pareti delle Grigne e qui incomincia il suo apprendistato. Il suo talento è enorme e si cimenta in imprese epiche e mai tentate. Dopo la conquista della parete Nord dell’Eiger, ad opera di una cordata austro-tedesca nel 1938, Cassin, che l’aveva in programma, si getta sulla parete Nord de la Grandes Jorasses per lo Sperone Walker: 82 ore di arrampicata di cui 35 di effettiva scalata. Aveva già salito la Nord della Cima Ovest di Lavaredo in 3 giorni di arrampicata. Così, ancora 3 giorni per salire la Nord-Est del Pizzo Badile, via di difficoltà estrema e da lui ripetuta a 78 anni! La via diretta alla Piccolissima di Lavaredo, la via diretta alla Torre Trieste. Escluso dalla spedizione italiana al K2, risponde salendo in prima assoluta il Gasherbrum IV,  quasi 8000 metri, di estrema difficoltà: a tutt’oggi meno di dieci persone hanno fatto quella cima! Eppoi la salita al Mc Kinley, la vetta più alta degli USA, 6178 metri, per il cui ardimento fu ricevuto dal Presidente Kennedy. A lui si rivolse il prode scalatore per avere gli aiuti necessari a ritrovare la tomba del padre, morto in miniera quando lui aveva 4 anni. E riuscì a trovarla! Il suo commento fu: “La mia vittoria più bella!”. Ancora sul tetto del mondo al Lhotse. Grande Riccardo!Uomo buono e generoso, insignito di tutti i premi immaginabili, compresa una decorazione per il suo impegno alpinistico durante la Resistenza. Ora si gode nipotini e bis nipotini, ma bisogna tenerlo d’occhio, non si sa mai!!

 

 
 
 

LARGE HADRON COLLIDER

Vi ricorda qualcosa? Non credo. Siamo al 10 settembre 2008, il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più grande del mondo, è bell’e pronto. Costato sei miliardi di euri, è un anello interrato per 100 metri e del diametro di 27 chilometri, nei pressi di Ginevra. A cosa serve? Serve a far scontrare tra di loro 13mila fasci di protoni che viaggiano nel tunnel ad una velocità che è pari al 99,99 % di quella della luce.
Le particelle che si scontrano tra di loro, in un secondo fanno 11mila volte il giro di questo tunnel, all’interno del quale c’è il vuoto assoluto e la temperatura è di -271 gradi, per far andare al meglio 1700 magneti giganteschi. Per farlo ci hanno lavorato 3000 scienziati, scienzatoni! Devono studiare il Big Bang: vi è stato? E’ davvero all’origine della nascita dell’universo? Poi c’è da sapere della materia scura e dell’antimateria, dei quark e dei pioni, dei gluoni e dei muoni e dell’inafferrabile bosone di Higgs, mai stato osservato ma che spiegherebbe il modello standard delle particelle, e che sarebbe responsabile della massa e della forza gravitazionale. E vai, fanno partire l’LHC! Tutto va bene! Nooo! Un collegamento elettrico tra due grandi magneti , una vite stretta poco, da qualche elettricista balordo e…  c’è una perdita di elio, che regola la temperatura del marchingegno. La temperatura si alza! Ferma tutto! Bisogna raffreddarlo poco, poco alla volta. Poi bisognerà raffreddarlo nuovamente.
I professori, professoroni, hanno detto che ci vorranno anni per avere una analisi accurata e la certezza che si siano effettuati nuovi eventi.
Il premio Nobel David Gross, uno dei massimi fisici teorici del CERN ha spiegato che “potrebbero non esservi alcun evento”. Il fisico Stephen Hawking ha scommesso 100 dollari che il bosone di Higgs non sarà mai trovato.

Mi raccomando i cacciaviti, comprateli boni!

 

 
 
  ANDREA ZANZOTTO

Andrea zanzotto



 
 
 

IL NOME DI GESU'
Flavio Giuseppe nato a Gerusalemme nel 37, ricevette in gioventù un’educazione ebraica di tipo tradizionalista avvicinandosi alle posizioni dei farisei. Guidò come comandante militare la ribellione della Galilea contro i romani. Ormai accerchiati, decisero di suicidarsi in massa. Flavio Giuseppe restò l’ultimo e si consegnò a Tito Flavio Vespasiano, capo dell’esercito romano. Fu salvato e portato a Roma dove visse fino alla morte. Per gli Ebrei era un traditore ed un apostata. Divenne lo storico della guerra di Galilea, descrisse l’assedio di Masada, non solo ma descrisse i vari movimenti religiosi: gli Esseni, i Farisei, gli Zeloti ed altri.
In questo volume è contenuta una parte denominata “TESTIMONIUM FLAVIANO” dove racconta, appena accennandola, la predicazione e la morte di Cristo che lui aveva sentito raccontare. Alcuni studiosi ritengono però che sia stato aggiunto dai cristiani. Comunque sia questa è l’unica testimonianza diretta in cui viene menzionato Cristo al suo tempo, essendo i vangelo scritti più tardi. Recentemente, durante degli scavi nel porto di Alessandria d’Egitto effettuati dall’archeologo Frank Goddo è stata fatta una scoperta eccezionale: è stata trovata una ciotola, somigliante ad altre tazze usate per pratiche divinatorie su cui è scritto:DIA CHRISTOU O GOISTAIS, per Cristo il mago. Questa potrebbe essere il secondo riferimento diretto a Gesù Cristo, risalente all’inizio del primo millennio.
 

 

 
 
 

GUERNICA  

 
 

Da pochi giorni è passato il settantaduesimo anniversario del bombardamento di Guernica.

Negli anni trenta, con regolari elezioni vinse le elezioni in Spagna: 178 deputati, la destra 134.
La sinistra iniziò un lavoro di rinnovamento. Tutta la destra si riunì sotto il nome di “falange” con il sostegno dei monarchici, dei borghesi e della chiesa. Iniziò la rivoluzione. Vennero in soccorso del fronte popolare le Brigate Internazionali, poca cosa.  Mussolini inviò un vero corpo di spedizione: Hitler anche lui mandò aiuti, specialmente l’aviazione.

Il 26 aprile 1937, alle 16,30incominciarono ad arrivare sopra la cittadina basca decine e decine di aerei tedeschi pilotati da aviatori tedeschi. Era giornata di mercato e la piazza era strapiena di gente. Ogni 5 minuti arrivarono i bombardieri. Il bombardamento durò fino alle 19,45.
Oltre al paese furono bombardate anche le fattorie dei dintorni. I morti furono 2000 e i profughi 3000. La cittadina non aveva alcuna importanza strategica. E allora perché? Ma che dianime! Dovevano pur sperimentare il bombardamento!

Picasso stravolto da quell’orrore si mise subito al lavoro. Esistono più di cento disegni preparatori.

Per questo lavoro si trasferì nello studio in Rue des Grandes Augustin.
Un giorno entrò un ufficiale tedesco che così l’apostrofò:” E’ lei che ha fatto questa schifezza?” E Picasso sprezzante e inferocito, gettò e pennelli e gli gridò:” Siete stati voi!”..
 

 
 
 


ALDA MERINI


"Le osterie"

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlino il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.